LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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54. Questo quadro della fine dei tempi è evidentemente allegorico, come la maggior parte di quelli che Gesù presentava. Per il loro vigore, le immagini che esso contiene sono di una natura tale da impressionare delle intelligenze ancora rozze. Per colpire queste immaginazioni poco perspicaci, c'era bisogno di pitture vigorose, dai colori decisi. Gesù si rivolgeva soprattutto al popolo, agli uomini meno illuminati, incapaci di comprendere le astrazioni metafisiche e di afferrare la delicatezza delle forme. Per giungere al cuore, bisognava parlare agli occhi per mezzo di segni materiali, e alle orecchie attraverso la forza del linguaggio.

Per una conseguenza naturale di questa disposizione di spirito, la forza suprema non poteva manifestarsi, secondo la credenza di allora, se non attraverso cose straordinarie, soprannaturali; più esse erano impossibili e meglio venivano accettate come probabili.

Il Figlio dell'uomo che viene sulle nuvole del cielo, con una grande maestà, circondato dai suoi angeli e al suono delle trombe, appariva loro ben diversamente imponente da un essere investito del solo potere morale. Così gli Ebrei, che attendevano nel Messia un re della Terra, il più potente tra tutti i re, per porre la loro nazione in primo piano e risollevare il trono di Davide e di Salomone, non vollero riconoscerlo nell'umile figlio del carpentiere, senza alcuna autorità materiale.

Tuttavia, questo povero proletario della Giudea è diventato il più grande tra i più grandi; ha conquistato con la sua sovranità più regni di quanti non ne abbiano conquistati i più potenti tra i potenti; con la sola sua parola e con alcuni poveri pescatori ha rivoluzionato il mondo, ed è a lui che gli Ebrei dovranno la loro riabilitazione. Egli è dunque nel vero quando alla domanda di Pilato: "Sei tu re?" risponde: "Tu l'hai detto".