LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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61. Le apparizioni di Gesù dopo la sua morte sono riferite da tutti gli evangelisti con dettagli circostanziati, i quali non permettono di dubitare della realtà dei fatti. Esse, d'altronde, si spiegano perfettamente attraverso le leggi fluidiche e le proprietà del perispirito e non presentano niente di anomalo rispetto ai fenomeni del medesimo genere di cui la storia, antica e contemporanea, offre numerosi esempi, senza escluderne la tangibilità. Se si osservano le circostanze che hanno accompagnato le diverse apparizioni di Gesù, si riconoscono in lui, in quei momenti, tutti i caratteri di un essere fluidico. Egli inaspettatamente appare ed egualmente scompare; è visto da alcuni e non da altri, sotto apparenze che non lo fanno riconoscere neppure dai suoi discepoli; si mostra in luoghi inaccessibili dove un corpo carnale non sarebbe potuto penetrare; anche il suo linguaggio manca di quella vivacità tipica d'un essere corporeo; egli ha un tono deciso e sentenzioso, che è peculiarità degli Spiriti che si manifestano in questo modo; tutti i suoi comportamenti, in una parola, hanno un qualcosa che non è del mondo terrestre. La sua visione causa sorpresa e, allo stesso tempo, paura; i suoi discepoli, vedendolo, non gli parlano con la medesima libertà di prima. Sentono che questo non è più un uomo.

Gesù s'è dunque mostrato con il suo corpo perispiritistico, la qual cosa spiega perché non è stato visto se non da coloro ai quali egli ha voluto farsi vedere. Se avesse avuto il suo corpo carnale, sarebbe stato visto da chiunque, come quando era vivo. I suoi discepoli, ignorando la causa fondamentale del fenomeno delle apparizioni, non si rendevano conto di queste particolarità, cui probabilmente non prestavano attenzione. Vedevano Gesù, lo toccavano, e per loro quello doveva essere il suo corpo resuscitato (cap. XIV, nn. 14, 35-38).