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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > Le Predizioni > Capitolo XVI - TEORIA DELLA PRESCIENZA > 2
2. Immaginiamo un uomo che
si trovi sulla cima di un'alta montagna e che osservi la vasta distesa
della pianura sottostante. In questa posizione, la superficie di una
lega sarà ben poca cosa, ed egli potrà abbracciare in un solo colpo
d'occhio tutti gli accidenti del terreno, da un estremo all'altro della
strada. Un viaggiatore che percorra questa strada per la prima volta sa
che, camminando, arriverà alla fine di essa: è questa una semplice
previsione della conseguenza che avrà la sua marcia. Ma gli accidenti
del terreno, le salite e le discese, i corsi d'acqua da superare, i
boschi da attraversare, i precipizi in cui potrebbe cadere, i ladri
appostati per rapinarlo, le case ospitali in cui potrà riposarsi, tutto
questo non dipende dalla sua persona. Tutto questo è per lui l'ignoto,
l'avvenire, perché la sua vista non va al di là della piccola area che
lo circonda. In quanto alla durata, egli la misura attraverso il tempo
che impiega a percorrere il cammino; toglietegli i punti di riferimento,
e la durata si cancella. Per l'uomo che si trova sulla montagna e che
segue con lo sguardo il viaggiatore, tutto ciò è il presente. Supponiamo
che quell'uomo scenda dalla montagna, si avvicini al viaggiatore e gli
dica: "Nel tale momento, incontrerete la tal cosa, sarete aggredito e
soccorso". Gli starà così predicendo il futuro; ma è il futuro per il
viaggiatore; per l'uomo della montagna il futuro è il presente.