LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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12. Per degli Spiriti incolti, senza alcuna idea delle leggi generali, incapaci di abbracciare l'insieme e di concepire l'infinito, questa creazione miracolosa e istantanea aveva qualcosa di fantastico che colpiva l'immaginazione. Il quadro dell'universo tratto dal nulla in pochi giorni, attraverso un solo atto della volontà creatrice, era per loro il segno più evidente della potenza di Dio. Quale raffigurazione di tale potenza, infatti, avrebbe potuto essere più sublime e più poetica di queste parole: "Dio disse: Che la luce sia, e la luce fu!"? Dio che crea l'universo secondo l'attuazione lenta e graduale delle leggi della natura, sarebbe sembrato loro meno grande e meno potente. C'era bisogno per quegli Spiriti di qualcosa di meraviglioso, che si allontanasse dalle vie ordinarie, altrimenti essi avrebbero potuto dire che Dio non era affatto più abile degli uomini. Una teoria scientifica e ragionata della creazione li avrebbe lasciati freddi e indifferenti.

Non rigettiamo, dunque, le Genesi biblica. Al contrario, studiamola, così come si studia la storia dell'infanzia dei popoli. È un'epoca ricca di allegorie di cui bisogna ricercare il significato nascosto; che bisogna commentare e spiegare con l'aiuto dei lumi della ragione e della scienza. Facendone risaltare la bellezza poetica e gli insegnamenti celati sotto la forma fantasiosa, bisogna nel contempo dimostrarne fermamente gli errori, nell'interesse stesso della religione. Sarà questa maggiormente rispettata quando tali errori cesseranno di essere imposti alla fede come delle verità; e Dio non potrà che apparirne più grande e più postente allorché il suo nome non sarà più mescolato a fatti controversi.