46. Come
le infermità sono il risultato di imperfezioni fisiche, le quali
rendono il corpo accessibile a influenze perniciose esterne, così
l'ossessione è sempre il risultato di una imperfezione morale, che apre
un varco a un cattivo Spirito. A una causa fisica viene opposta una
forza fisica; a una causa morale bisogna opporre una forza morale. Per
preservarsi dalle malattie, si fortifica il corpo; per garantirsi
dall'ossessione, bisogna fortificare l'anima. Da qui la necessità, per
l'ossesso, di impegnarsi per il proprio miglioramento, il che è
sufficiente il più delle volte per liberarlo dell'ossessore, senza dover
ricorrere a persone estranee. Tale aiuto esterno diviene necessario
quando l'ossessione degenera in soggiogamento e in possessione, perché
in tal caso il paziente perde, talvolta; la sua volontà e il suo libero
arbitrio.
L'ossessione è quasi sempre il risultato di una
vendetta esercitata da uno Spirito. Molto spesso essa ha la sua origine
nei rapporti che l'ossesso ha avuto con lui in una precedente esistenza.
Nei casi di ossessione grave, l'ossesso è come avviluppato e
impregnato di un fluido pernicioso, che neutralizza l'azione dei fluidi
salutari e li respinge. È da questo fluido che bisogna liberarlo.
Orbene, un cattivo fluido non può essere respinto da un altrettanto
cattivo fluido. Con un'azione identica a quella del medium guaritore nei
casi di malattia, bisogna espellere il fluido malvagio con l'aiuto di un fluido migliore.
Questa è l'azione meccanica, che però non sempre è sufficiente. Bisogna anche, e soprattutto, agire sull'essere intelligente, al quale è necessario avere il diritto di parlare con autorità, e questa autorità è data soltanto dalla superiorità morale: più questa è grande, più grande è l'autorità.
Ma questo non è ancora tutto. Per assicurare la liberazione della
vittima, bisogna far sì che lo Spirito perverso rinunci ai suoi malvagi
disegni; bisogna far sì che nasca in lui il pentimento e il desiderio
del bene, con l'aiuto di istruzioni abilmente impartite durante
evocazioni particolari, fatte con l'obbiettivo di dargli un'educazione
morale. Si può allora avere la dolce soddisfazione di liberare un
incarnato e di convertire uno Spirito imperfetto.
Il compito è
reso più facile quando l'ossesso, comprendendo la sua situazione,
apporta il contributo della sua volontà e della sua preghiera. Non è
così quando l'ossesso, sedotto dallo Spirito ingannatore, si fa delle
illusioni sulle qualità del suo dominatore e si compiace della erronea
situazione in cui quest'ultimo l'ha sprofondato; in questo caso,
infatti, lungi dall'assecondare ogni assistenza, egli la rifiuta del
tutto. È questo il caso della fascinazione, che è sempre più ribelle del
più violento dei soggiogamenti (Il libro dei Medium, cap. XXIII).
In tutti gli episodi di ossessione, la preghiera resta il più potente aiuto per agire contro lo Spirito ossessore.