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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > La Genesi > Capitolo XII - GENESI MOSAICA > I sei giorni
I sei giorni
1. CAPITOLO I – 1. Nel principio Dio creò i cieli e la terra. – 2. La
terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, e
lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. – 3. Dio disse: "Sia luce!" E luce fu. – 4. Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. – 5. Dio chiamò la luce "giorno" e le tenebre "notte". Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.
6. Poi Dio disse: "Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque". – 7. Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. – 8. Dio chiamò la distesa "cielo". Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.
9. Poi Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto". E così fu. – 10. Dio chiamò l'asciutto "terra" e chiamò la raccolta delle acque "mari". Dio vide che questo era buono. – 11. Poi Dio disse: "Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra". E così fu. – 12. La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. – 13. Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno.
14. Poi Dio disse: "Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; – 15. facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra". E così fu. – 16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. – 17. Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, – 18. per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. – 19. Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.
20. Poi Dio disse: "Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo". –21. Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. – 22. Dio li benedisse dicendo: "Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla Terra". – 23. Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno.
24. Poi Dio disse: "Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie". E così fu. – 25. Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono.
26. Poi Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". – 27. Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. – 28. Dio li benedisse; e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra". – 29. Dio disse: "Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero, che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. – 30. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento". E così fu. – 31. Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.
CAPITUOLO II – 1. Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. – 2. Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. – 3. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta.
4. Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il Signore fece la terra e i cieli, – 5. non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il Signore non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; – 6. ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. – 7. Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
6. Poi Dio disse: "Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque". – 7. Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. – 8. Dio chiamò la distesa "cielo". Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.
9. Poi Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto". E così fu. – 10. Dio chiamò l'asciutto "terra" e chiamò la raccolta delle acque "mari". Dio vide che questo era buono. – 11. Poi Dio disse: "Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra". E così fu. – 12. La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. – 13. Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno.
14. Poi Dio disse: "Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; – 15. facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra". E così fu. – 16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. – 17. Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, – 18. per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. – 19. Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.
20. Poi Dio disse: "Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo". –21. Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. – 22. Dio li benedisse dicendo: "Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla Terra". – 23. Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno.
24. Poi Dio disse: "Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie". E così fu. – 25. Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono.
26. Poi Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". – 27. Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. – 28. Dio li benedisse; e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra". – 29. Dio disse: "Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero, che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. – 30. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento". E così fu. – 31. Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.
CAPITUOLO II – 1. Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. – 2. Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. – 3. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta.
4. Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il Signore fece la terra e i cieli, – 5. non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il Signore non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; – 6. ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. – 7. Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
2. Dopo le spiegazioni
contenute nei capitoli precedenti sull'origine e sulla costituzione
dell'universo, secondo i dati forniti dalla scienza per la parte
materiale e secondo lo Spiritismo per la parte spirituale, non si poteva
non mettere a confronto con tutto questo il testo stesso della Genesi
di Mosè, affinché ognuno potesse stabilire un paragone e giudicare con
conoscenza di causa. Saranno sufficienti alcune spiegazioni
complementari per far comprendere le parti che hanno bisogno di speciali
chiarimenti.
3. Su alcuni punti c'è senza
dubbio una notevole concordanza tra la Genesi di Mosè e la dottrina
scientifica. Ma sarebbe un errore credere che basti sostituire i sei
giorni di ventiquattro ore della creazione con sei periodi
indeterminati, per trovare un'analogia completa. Ed errore non meno
grande sarebbe il credere che, salvo il senso allegorico di alcuni
termini, la Genesi e la scienza marcino affiancate e che siano soltanto
la parafrasi l'una dell'altra.
4. Osserviamo prima di
tutto, come è già stato detto (cap. VII, n. 14), che il numero di sei
periodi geologici è arbitrario, poiché si contano più di venticinque
formazioni ben caratterizzate. Questo numero indica soltanto le grandi
fasi generali. Esso è stato adottato in principio solo per adattare le
cose il più possibile al testo biblico, in un'epoca, poco lontana del
resto, in cui si credeva di dover controllare la scienza attraverso la
Bibbia. È per questo che gli autori della maggior parte delle teorie
cosmogoniche, col proposito di farsi più facilmente accettare, si sono
sforzati di porsi in accordo col testo sacro. Quando la scienza si è
basata sul metodo sperimentale, allora si è sentita più forte e si è
emancipata. Al giorno d'oggi è la Bibbia che viene controllata
attraverso la scienza.
D'altra parte, la geologia, prendendo come punto di partenza soltanto la formazione dei terreni granitici, non tiene conto, nel numero dei periodi della Terra, dello stato primitivo di questa. Essa non si occupa neppure del Sole, della Luna e delle stelle, né dell'insieme dell'universo, che appartengono all'astronomia. Per rientrare nel quadro della Genesi, è necessario perciò aggiungere un primo periodo che abbraccia quest'ordine di fenomeni e che potrebbe chiamarsi periodo astronomico.
Inoltre il periodo diluviale non da tutti i geologi è considerato come costituente un periodo distinto, ma come un fatto transitorio e passeggero, che non ha cambiato in modo apprezzabile lo stato climatico del globo, né ha segnato una nuova fase nelle specie vegetali e animali, poiché, a parte poche eccezioni, le medesime specie si ritrovano prima e dopo il diluvio. Di tale periodo diluviale si può dunque non tener conto, senza che per questo ci si allontani troppo dalla verità.
D'altra parte, la geologia, prendendo come punto di partenza soltanto la formazione dei terreni granitici, non tiene conto, nel numero dei periodi della Terra, dello stato primitivo di questa. Essa non si occupa neppure del Sole, della Luna e delle stelle, né dell'insieme dell'universo, che appartengono all'astronomia. Per rientrare nel quadro della Genesi, è necessario perciò aggiungere un primo periodo che abbraccia quest'ordine di fenomeni e che potrebbe chiamarsi periodo astronomico.
Inoltre il periodo diluviale non da tutti i geologi è considerato come costituente un periodo distinto, ma come un fatto transitorio e passeggero, che non ha cambiato in modo apprezzabile lo stato climatico del globo, né ha segnato una nuova fase nelle specie vegetali e animali, poiché, a parte poche eccezioni, le medesime specie si ritrovano prima e dopo il diluvio. Di tale periodo diluviale si può dunque non tener conto, senza che per questo ci si allontani troppo dalla verità.
5. La
tabella comparativa, qui di seguito riportata, nella quale sono
riassunti i fenomeni che caratterizzano ciascuno dei sei periodi,
permette di abbracciare l'insieme e di giudicare i rapporti e le
differenze che esistono tra questi e la Genesi biblica.
SCIENZA | GENESI |
I. PERIODO ASTRONOMICO — Agglomerazione della materia cosmica
universale su un punto dello spazio, in una nebulosa che ha dato
origine, attraverso la condensazione della materia su diversi punti,
alle stelle, al Sole, alla Terra, alla Luna e a tutti i pianeti. Stato primitivo fluidico e incandescente della Terra. — Immensa atmosfera carica di tutta l'acqua allo stato di vapore, e di tutte le materie volatilizzabili. | 1º GIORNO — Il Cielo e la Terra. — La luce. |
II. PERIODO PRIMÁRIO. — Indurimento della superficie della Terra, a
causa del raffreddamento; formazione degli strati granitici. —
Atmosfera densa e ardente, impenetrabile ai raggi del Sole. —
Precipitazione graduale dell'acqua e delle materie solide
volatilizzatesi nell'aria. — Assenza completa di vita organica. |
2º GIORNO — Il Firmamento. — Separazione dele acque che stanno al
di sopra del Firmamento da quelle che stanno al di sotto. |
III. PERIODO DE TRANSIZIONE. — Le acque coprono tutta la superficie
del globo. — Primi depositi di sedimento formati dalle acque. — Calore
umido. — Il Sole incomincia a perforare l'atmosfera brumosa. — Primi
esseri organizzati della più rudimentale costituzione. — Licheni,
muschi, felci, licopodi, piante erbacee. Vegetazione colossale. —Primi
animali marini: zoofiti, polipi, crostacei. —Depositi carboniferi. |
3º GIORNO. — Le acque che stanno sotto il Firmamento si riuniscono:
appare l’elemento arido. — La terra e i mari. — Le piante. |
IV. PERIODO SECUNDARIO. — Superficie della Terra poco accidentata;
acque poco profonde e paludose. Temperatura meno ardente; atmosfera
più depurata. Considerevoli depositi di calcare attraverso le acque. —
Vegetazioni meno colossali; nuove specie; piante legnose; primi
alberi. — Pesci; cetacei; animali con guscio; grandi rettili acquatici e
anfibi. | 4º GIORNO. — Il Sole, la Luna e le stelle. |
V. PERIODO TERZIARIO. — Grandi sollevamenti della crosta solida;
formazione dei continenti. Ritirata delle acque verso i luoghi bassi;
formazione dei mari. — Atmosfera depurata; temperatura attuale grazie al
calore solare. — Animali terrestri giganteschi. Vegetazioni e animali
attuali. Uccelli. DILUVIO UNIVERSALE | 5º GIORNO. — I pesci e gli uccelli. |
VI. PERIODO QUATERNARIO OU POSTDILUVIANO. — Terreni alluvionali. — Vegetali e anima li attuali. — L’uomo. | 6º GIORNO. — Gli animali terrestri. — L’uomo. |
6. Il primo fatto che
emerge, dalla tabella comparativa qui sopra, è che l'opera di ciascuno
dei sei giorni non corrisponde in maniera rigorosa, come molti credono, a
ciascuno dei sei periodi geologici. La concordanza più notevole è
quella della successione degli esseri organici, che è più o meno la
stessa, e quella dell'apparizione, da ultimo, dell'uomo. Orbene, questo è
un fatto importante.
Ugualmente c'è una coincidenza, non con l'ordine numerico dei periodi, ma per il fatto in sé, nel passo in cui si dice che il terzo giorno, "le acque che stanno sotto il firmamento si riunirono in un sol luogo e apparve l'elemento arido". Questa è l'espressione di ciò che ebbe luogo nel periodo terziario, quando i sollevamenti della crosta solida misero allo scoperto i continenti e respinsero le acque che avrebbero formato i mari. È soltanto allora che apparvero gli animali terrestri, secondo la geologia e secondo Mosè.
Ugualmente c'è una coincidenza, non con l'ordine numerico dei periodi, ma per il fatto in sé, nel passo in cui si dice che il terzo giorno, "le acque che stanno sotto il firmamento si riunirono in un sol luogo e apparve l'elemento arido". Questa è l'espressione di ciò che ebbe luogo nel periodo terziario, quando i sollevamenti della crosta solida misero allo scoperto i continenti e respinsero le acque che avrebbero formato i mari. È soltanto allora che apparvero gli animali terrestri, secondo la geologia e secondo Mosè.
7. Quando Mosè dice che la
creazione fu fatta in sei giorni, avrà voluto parlare di giorni di
ventiquattr'ore o avrà usato questo termine nel senso di periodo, di
durata? La prima ipotesi è la più probabile, se ci si riferisce al testo
stesso; prima di tutto perché tale è il senso proprio della parola
ebraica k3m, che si traduce con giorno; poi,
il riferimento alla sera e al mattino, come limitazione di ciascuno dei
sei giorni, permette di supporre tranquillamente ch'egli abbia voluto
alludere a giorni ordinari. Né si può nutrire alcun dubbio a questo
proposito, quando, al versetto 5, egli dice: "Alla luce diede il nome di
giorno e alle tenebre il nome di notte; e della sera e del mattino si
fece il primo giorno". Questo concetto non può evidentemente applicarsi
che al giorno di ventiquattr'ore, divise tra la luce e le tenebre. Il
senso è ancora più preciso quando dice, al versetto 17, parlando del
Sole, della Luna e delle stelle: "Egli li collocò nel firmamento del
cielo perché risplendessero sulla Terra, perché presiedessero al giorno e
alla notte e separassero la luce dalle tenebre. E della sera e del
mattino si fece il quarto giorno".
D'altronde tutto, nella creazione, era miracoloso. E dal momento che si entra nella strada dei miracoli, si può perfettamente credere che la Terra sia stata fatta in sei volte ventiquattr'ore, soprattutto quando si ignorano le prime leggi naturali. Questa credenza è stata pienamente condivisa da tutti i popoli civilizzati fino al momento in cui la geologia, documenti alla mano, è venuta a dimostrarne l'impossibilità.
D'altronde tutto, nella creazione, era miracoloso. E dal momento che si entra nella strada dei miracoli, si può perfettamente credere che la Terra sia stata fatta in sei volte ventiquattr'ore, soprattutto quando si ignorano le prime leggi naturali. Questa credenza è stata pienamente condivisa da tutti i popoli civilizzati fino al momento in cui la geologia, documenti alla mano, è venuta a dimostrarne l'impossibilità.
8. Uno dei punti che sono
stati massimamente criticati nella Genesi è la creazione del sole dopo
la luce. Si è cercato di spiegare ciò, secondo i dati stessi forniti
dalla geologia, affermando che nei primi tempi della sua formazione,
l'atmosfera terrestre, essendo carica di vapori densi e opachi, non
permetteva di vedere il sole, che, di conseguenza, per la Terra non
esisteva. Questa ragione sarebbe potuta apparire ammissibile se, a
quell'epoca, ci fossero stati degli abitanti, che avessero potuto così
verificare la presenza o l'assenza del sole. Ora, secondo lo stesso
Mosè, non vi erano che piante, le quali, tuttavia, non sarebbero potute
crescere e moltiplicarsi senza l'azione del calore solare.
C'è dunque evidentemente un anacronismo nell'ordine che Mosè assegna alla creazione del sole. Ma, involontariamente o no, egli non ha commesso errori dicendo che la luce aveva preceduto il sole.
Il sole non è affatto il principio della luce universale, ma una concentrazione dell'elemento luminoso su un punto, altrimenti detto fluido che, in determinate circostanze, acquisisce le proprietà luminose. Questo fluido, che è la causa, doveva necessariamente precedere il sole, che è solo un effetto. Il sole è pertanto causa relativamente alla luce che irradia, ma è effetto in rapporto a quella che ha ricevuto.
In una camera buia, una candela accesa è un piccolo sole. Che cosa si è fatto per accendere la candela? Si è sviluppata la proprietà illuminante del fluido luminoso e si è concentrato questo fluido su un punto; la candela è la causa della luce diffusa nella camera, ma se il principio luminoso non fosse esistito prima della candela, questa non si sarebbe potuta accendere.
Lo stesso avviene con il sole. L'errore proviene dalla falsa idea, che è stata per lungo tempo alimentata, secondo cui tutto l'intero universo sia cominciato con la Terra e non si suppone che il sole possa essere stato creato dopo la luce. Oggi si sa che, prima del nostro Sole e della nostra Terra, sono esistiti milioni di soli e milioni di terre, i quali, di conseguenza, hanno goduto della luce. L'asserzione di Mosè è dunque perfettamente esatta in linea di massima; ma è falsa in quanto egli fa credere che la Terra sia stata creata prima del Sole. Essendo la Terra assoggettata al Sole nel suo movimento di traslazione, necessariamente dovette esser stata formata dopo quest'ultimo. È questo che Mosè non poteva sapere, dal momento che ignorava la legge di gravitazione.
Il medesimo pensiero si trova nella Genesi degli antichi Persiani. Nel primo capitolo del Vendedad, Ormuzd, raccontando l'origine del mondo, dice: "Io ho creato la luce che avrebbe illuminato il Sole, la Luna e le stelle" (Dizionario universale di mitologia). Qui la forma è certamente più chiara e più scientifica che in Mosè e non ha bisogno di commento.
C'è dunque evidentemente un anacronismo nell'ordine che Mosè assegna alla creazione del sole. Ma, involontariamente o no, egli non ha commesso errori dicendo che la luce aveva preceduto il sole.
Il sole non è affatto il principio della luce universale, ma una concentrazione dell'elemento luminoso su un punto, altrimenti detto fluido che, in determinate circostanze, acquisisce le proprietà luminose. Questo fluido, che è la causa, doveva necessariamente precedere il sole, che è solo un effetto. Il sole è pertanto causa relativamente alla luce che irradia, ma è effetto in rapporto a quella che ha ricevuto.
In una camera buia, una candela accesa è un piccolo sole. Che cosa si è fatto per accendere la candela? Si è sviluppata la proprietà illuminante del fluido luminoso e si è concentrato questo fluido su un punto; la candela è la causa della luce diffusa nella camera, ma se il principio luminoso non fosse esistito prima della candela, questa non si sarebbe potuta accendere.
Lo stesso avviene con il sole. L'errore proviene dalla falsa idea, che è stata per lungo tempo alimentata, secondo cui tutto l'intero universo sia cominciato con la Terra e non si suppone che il sole possa essere stato creato dopo la luce. Oggi si sa che, prima del nostro Sole e della nostra Terra, sono esistiti milioni di soli e milioni di terre, i quali, di conseguenza, hanno goduto della luce. L'asserzione di Mosè è dunque perfettamente esatta in linea di massima; ma è falsa in quanto egli fa credere che la Terra sia stata creata prima del Sole. Essendo la Terra assoggettata al Sole nel suo movimento di traslazione, necessariamente dovette esser stata formata dopo quest'ultimo. È questo che Mosè non poteva sapere, dal momento che ignorava la legge di gravitazione.
Il medesimo pensiero si trova nella Genesi degli antichi Persiani. Nel primo capitolo del Vendedad, Ormuzd, raccontando l'origine del mondo, dice: "Io ho creato la luce che avrebbe illuminato il Sole, la Luna e le stelle" (Dizionario universale di mitologia). Qui la forma è certamente più chiara e più scientifica che in Mosè e non ha bisogno di commento.
9. Mosè condivideva
evidentemente le credenze più primitive sulla cosmogonia. Come gli
uomini del suo tempo, egli credeva alla solidità della volta celeste e a
serbatoi per le acque, situati nella parte al di sopra della volta.
Questo pensiero è espresso senza allegorie né ambiguità in questo passo
(versetto 6 e seguenti): "Dio disse: Che il firmamento sia fatto in
mezzo alle acque, e che separi le acque dalle acque. Dio fece il
firmamento e separò le acque che erano al di sotto del firmamento da
quelle che erano al di sopra del firmamento" (vedere cap. V, "Antichi e
moderni sistemi del mondo", nn. 3-5).
Un'antica credenza faceva considerare l'acqua come il principio, come l'elemento generatore primitivo; per questo Mosè non parla della creazione delle acque, che sembra fossero già esistite. "Le tenebre coprivano l'abisso", cioè le profondità dello spazio, che la mente immaginava vagamente occupato dalle acque e immerso nelle tenebre, prima della creazione della luce. Ecco perché Mosè disse: "Lo Spirito di Dio era portato (o planava) sulle acque". Poiché si riteneva che la Terra si fosse formata in mezzo alle acque, occorreva isolarla. Si suppose, dunque, che Dio avesse fatto il firmamento, costituito da una volta solida, per separare le acque che stavano in alto da quelle che erano sulla Terra.
Per comprendere certe parti della Genesi, bisogna necessariamente porsi dal punto di vista delle idee cosmogoniche del tempo, di cui essa è il riflesso.
Un'antica credenza faceva considerare l'acqua come il principio, come l'elemento generatore primitivo; per questo Mosè non parla della creazione delle acque, che sembra fossero già esistite. "Le tenebre coprivano l'abisso", cioè le profondità dello spazio, che la mente immaginava vagamente occupato dalle acque e immerso nelle tenebre, prima della creazione della luce. Ecco perché Mosè disse: "Lo Spirito di Dio era portato (o planava) sulle acque". Poiché si riteneva che la Terra si fosse formata in mezzo alle acque, occorreva isolarla. Si suppose, dunque, che Dio avesse fatto il firmamento, costituito da una volta solida, per separare le acque che stavano in alto da quelle che erano sulla Terra.
Per comprendere certe parti della Genesi, bisogna necessariamente porsi dal punto di vista delle idee cosmogoniche del tempo, di cui essa è il riflesso.
10.
Dopo i progressi della fisica e dell'astronomia, una simile dottrina è
insostenibile. [50] Tuttavia Mosè attribuisce queste parole a Dio
stesso. Ora, poiché esse esprimono un fatto notoriamente falso, delle
due cose l'una: o Dio si è ingannato nel racconto ch'Egli fa della Sua
opera, o questo racconto non è affatto una rivelazione divina. Non
essendo la prima supposizione ammissibile, bisogna concludere che Mosè
ha espresso semplicemente le sue proprie idee (cap. I, n. 3).
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[50] Per quanto grossolano sia l'errore di una tale credenza, con essa ancora ai nostri giorni si cullano i fanciulli, come se si trattasse di una sacra verità. È soltanto tremando che gli educatori osano azzardare una timida interpretazione. Come pretendere che ciò non ne faccia più tardi degli increduli?
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11.
Mosè è più nel vero, quando dice che Dio ha formato l'uomo con il fango
della terra. [51] La scienza ci dimostra infatti (cap. X) che il corpo dell'uomo è composto di elementi tratti dalla materia inorganica, vale a dire dal limo della terra.
La donna formata con una costola di Adamo è un'allegoria, apparentemente puerile se presa alla lettera, ma profonda quanto al senso. Tale allegoria ha lo scopo di dimostrare che la donna è della medesima natura dell'uomo, di conseguenza sua eguale davanti a Dio e non una creatura a parte, fatta per essere asservita e trattata come una schiava. Essendo ella uscita dalla carne stessa dell'uomo, l'immagine dell'uguaglianza è molto più pregnante di quanto potrebbe essere se la donna fosse stata formata separatamente sia pure col medesimo limo. Ciò equivale a dire all'uomo che ella è sua eguale e non la sua schiava, e che deve amarla come una parte di sé stesso.
La donna formata con una costola di Adamo è un'allegoria, apparentemente puerile se presa alla lettera, ma profonda quanto al senso. Tale allegoria ha lo scopo di dimostrare che la donna è della medesima natura dell'uomo, di conseguenza sua eguale davanti a Dio e non una creatura a parte, fatta per essere asservita e trattata come una schiava. Essendo ella uscita dalla carne stessa dell'uomo, l'immagine dell'uguaglianza è molto più pregnante di quanto potrebbe essere se la donna fosse stata formata separatamente sia pure col medesimo limo. Ciò equivale a dire all'uomo che ella è sua eguale e non la sua schiava, e che deve amarla come una parte di sé stesso.
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[51] Il termine ebraico haadam, uomo, da cui si è fatto derivare Adamo, e il termine haadama, terra, hanno la stessa radice.
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12. Per degli Spiriti
incolti, senza alcuna idea delle leggi generali, incapaci di abbracciare
l'insieme e di concepire l'infinito, questa creazione miracolosa e
istantanea aveva qualcosa di fantastico che colpiva l'immaginazione. Il
quadro dell'universo tratto dal nulla in pochi giorni, attraverso un
solo atto della volontà creatrice, era per loro il segno più evidente
della potenza di Dio. Quale raffigurazione di tale potenza, infatti,
avrebbe potuto essere più sublime e più poetica di queste parole: "Dio
disse: Che la luce sia, e la luce fu!"? Dio che crea l'universo secondo
l'attuazione lenta e graduale delle leggi della natura, sarebbe sembrato
loro meno grande e meno potente. C'era bisogno per quegli Spiriti di
qualcosa di meraviglioso, che si allontanasse dalle vie ordinarie,
altrimenti essi avrebbero potuto dire che Dio non era affatto più abile
degli uomini. Una teoria scientifica e ragionata della creazione li
avrebbe lasciati freddi e indifferenti.
Non rigettiamo, dunque, le Genesi biblica. Al contrario, studiamola, così come si studia la storia dell'infanzia dei popoli. È un'epoca ricca di allegorie di cui bisogna ricercare il significato nascosto; che bisogna commentare e spiegare con l'aiuto dei lumi della ragione e della scienza. Facendone risaltare la bellezza poetica e gli insegnamenti celati sotto la forma fantasiosa, bisogna nel contempo dimostrarne fermamente gli errori, nell'interesse stesso della religione. Sarà questa maggiormente rispettata quando tali errori cesseranno di essere imposti alla fede come delle verità; e Dio non potrà che apparirne più grande e più postente allorché il suo nome non sarà più mescolato a fatti controversi.
Non rigettiamo, dunque, le Genesi biblica. Al contrario, studiamola, così come si studia la storia dell'infanzia dei popoli. È un'epoca ricca di allegorie di cui bisogna ricercare il significato nascosto; che bisogna commentare e spiegare con l'aiuto dei lumi della ragione e della scienza. Facendone risaltare la bellezza poetica e gli insegnamenti celati sotto la forma fantasiosa, bisogna nel contempo dimostrarne fermamente gli errori, nell'interesse stesso della religione. Sarà questa maggiormente rispettata quando tali errori cesseranno di essere imposti alla fede come delle verità; e Dio non potrà che apparirne più grande e più postente allorché il suo nome non sarà più mescolato a fatti controversi.