65. Il soggiorno di Gesù
sulla Terra presenta due periodi: quello che ha preceduto e quello che è
seguito alla sua morte. Nel primo, dal momento del concepimento fino
alla nascita, tutto si svolge, per quanto si riferisce alla madre,
secondo le normali condizioni della vita. [91]
Dalla nascita
alla morte, tutto, nei suoi atti, nel suo linguaggio e nelle diverse
circostanze della sua vita, presenta i caratteri inequivocabili della
corporeità. I fenomeni di ordine psichico, che si producono in lui, sono
accidentali e non hanno niente di anomalo, poiché si spiegano
attraverso le proprietà del perispirito, e si riscontrano, in vari
gradi, presso altri individui. Dopo la sua morte, al contrario, tutto in
lui rivela l'essere fluidico. La differenza tra i due stati è talmente
netta che non è possibile equipararli.
Il corpo carnale ha le
proprietà inerenti alla materia propriamente detta, e che differiscono
essenzialmente da quelle dei fluidi eterei; la disorganizzazione vi si
opera attraverso la rottura della coesione molecolare. Uno strumento
tagliente, penetrando nel corpo materiale, ne divide i tessuti; se
vengono attaccati organi essenziali alla vita, il funzionamento si
arresta, e sopraggiunge la morte, cioè, la morte del corpo. Non
esistendo questa coesione nei corpi fluidici, la vita non dipende dal
molo di organi speciali, e non possono pertanto produrvisi disordini
analoghi. Uno strumento tagliente, o qualsiasi altro, penetra in un
corpo fluidico come se penetrasse in una massa di vapore, senza perciò
causarvi alcuna lesione. Ecco perché questo genere di corpi non può morire, e perché gli esseri designati con il nome di ageneri non possono essere uccisi.
Dopo il supplizio, il corpo di Gesù rimase là, inerte e senza vita;
fu sepolto come i corpi normali, e chiunque poté vederlo e toccarlo.
Dopo la resurrezione, allorché vuole lasciare la Terra, egli non muore.
Il suo corpo s'innalza, svanisce e scompare, senza lasciare nessuna
traccia, prova evidente che questo corpo era di una natura diversa da
quella del corpo che perì sulla croce. Da ciò si deve concludere che se a
Gesù fu possibile morire è perché aveva un corpo carnale.
In
virtù delle sue proprietà materiali, il corpo carnale è la sede delle
sensazioni e dei dolori fisici che si ripercuotono nel centro sensitivo o
Spirito. Pertanto non è il corpo che soffre, ma è lo Spirito che riceve
il contraccolpo delle lesioni o alterazioni dei tessuti organici. In un
corpo, privato dello Spirito, la sensazione è assolutamente nulla; per
la medesima ragione, lo Spirito, che non ha un corpo materiale, non può
provare le sofferenze, le quali sono il risultato dell'alterazione della
materia. Da ciò si deve egualmente concludere che se Gesù ha sofferto
materialmente — siccome non se ne può dubitare — è per il fatto che
aveva un corpo materiale di una natura simile a quella di tutti gli
uomini.
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[91] Noi non parliamo qui del mistero dell'incarnazione, di cui ora non
dobbiamo occuparci, e che sarà esaminato successivamente.
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