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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > I Miracoli > Capitolo XIII - CARATTERI DEI MIRACOLI > Dio fa miracoli?
Dio fa miracoli?
15. Quanto ai miracoli
propriamente detti, Dio può senza dubbio farne, nulla essendo a Lui
impossibile. Ne ha fatti? In altri termini: deroga Egli alle leggi che
ha stabilito? Non sta all'uomo giudicare gli atti della Divinità e
subordinarli alla fragilità della sua intelligenza. Tuttavia noi
abbiamo, come criterio di giudizio riguardo alle cose divine, i medesimi
giudizi di Dio. Al sovrano potere Egli aggiunge la sovrana saggezza,
per cui bisogna concludere che nulla fa Dio d'inutile.
Perché mai, dunque, farebbe Egli dei miracoli? Per attestare il Suo potere, si dice. Ma il potere di Dio non si manifesta forse in maniera ben altrimenti sorprendente attraverso l'insieme grandioso delle opere della creazione, attraverso la previdente saggezza che presiede alle sue più infime parti come a quelle più alte, e attraverso l'armonia delle leggi che reggono l'universo, piuttosto che attraverso alcune piccole e infantili deroghe che ogni saltimbanco sa imitare? Che cosa si direbbe di uno scienziato della meccanica, il quale, per provare la sua abilità, distruggesse l'orologio ch'egli ha costruito e che è un capolavoro della scienza, al fine di dimostrare ch'egli può disfare ciò che ha fatto? Il suo sapere non risulta forse, al contrario, dalla regolarità e dalla precisione del movimento?
La questione dei miracoli propriamente detti non è quindi di competenza dello Spiritismo. Ma basandosi esso sul ragionamento secondo cui Dio non fa niente d'inutile, esprime questa opinione: Non essendo i miracoli necessari alla glorificazione di Dio, niente nell'universo si allontana dalle leggi generali. Dio non fa miracoli perché, essendo le Sue leggi perfette, Egli non ha bisogno di derogarvi. Se ci sono dei fatti che noi non comprendiamo, è perché ci mancano ancora le conoscenze necessarie.
Perché mai, dunque, farebbe Egli dei miracoli? Per attestare il Suo potere, si dice. Ma il potere di Dio non si manifesta forse in maniera ben altrimenti sorprendente attraverso l'insieme grandioso delle opere della creazione, attraverso la previdente saggezza che presiede alle sue più infime parti come a quelle più alte, e attraverso l'armonia delle leggi che reggono l'universo, piuttosto che attraverso alcune piccole e infantili deroghe che ogni saltimbanco sa imitare? Che cosa si direbbe di uno scienziato della meccanica, il quale, per provare la sua abilità, distruggesse l'orologio ch'egli ha costruito e che è un capolavoro della scienza, al fine di dimostrare ch'egli può disfare ciò che ha fatto? Il suo sapere non risulta forse, al contrario, dalla regolarità e dalla precisione del movimento?
La questione dei miracoli propriamente detti non è quindi di competenza dello Spiritismo. Ma basandosi esso sul ragionamento secondo cui Dio non fa niente d'inutile, esprime questa opinione: Non essendo i miracoli necessari alla glorificazione di Dio, niente nell'universo si allontana dalle leggi generali. Dio non fa miracoli perché, essendo le Sue leggi perfette, Egli non ha bisogno di derogarvi. Se ci sono dei fatti che noi non comprendiamo, è perché ci mancano ancora le conoscenze necessarie.
16. Ammettendo che Dio abbia
potuto accidentalmente derogare, per ragioni che noi non possiamo
valutare, alle leggi ch'Egli ha stabilito, tali leggi non potrebbero più
essere immutabili. Nondimeno è razionale pensare che Dio solo ha questo
potere. Senza negarGli l'onnipotenza, non si potrebbe ammettere che sia
concesso allo Spirito del male di distruggere l'opera di Dio, operando,
dal canto suo, dei prodigi capaci di sedurre perfino gli eletti, poiché
questo implicherebbe l'idea di un potere uguale a quello di Dio. Questo
è, tuttavia, ciò che si insegna. Se Satana ha il potere di
interrompere, senza il permesso di Dio, il corso delle leggi naturali,
che sono l'opera divina, egli allora è più potente di Dio: dunque Dio
non possiede l'onnipotenza. Se poi Dio ha delegato a Satana, come si
pretende, questo potere per indurre più facilmente gli uomini al male,
Dio non possiede allora la sovrana bontà. Nell'uno e nell'altro caso c'è
la negazione di uno degli attributi senza i quali Dio non sarebbe Dio.
Così la Chiesa distingue tra miracoli buoni, quelli che vengono da Dio, e miracoli cattivi, quelli che vengono da Satana. Ma come stabilire una simile differenza? Che un miracolo sia satanico o divino, non per questo è una minore deroga alle leggi emanate solo da Dio. Se un individuo è guarito in modo cosiddetto miracoloso, sia per opera di Dio, sia per opera di Satana, non cesserà per questo di essere guarito. Bisogna avere una ben gretta idea dell'intelligenza umana per sperare che simili dottrine possano venire accettate ai nostri giorni.
Essendo riconosciuta la possibilità di alcuni fatti reputati miracolosi, bisogna concluderne che, qualunque sia la fonte che viene a essi attribuita, sono effetti naturali di cui Spiriti o incarnati possono servirsi — come d'altronde di tutto, come della propria intelligenza o delle conoscenze scientifiche di cui dispongono — per il bene o per il male, secondo la loro bontà o la loro perversità. Un essere perverso, mettendo a profitto il suo sapere, può dunque fare delle cose che passano per prodigi agli occhi degli ignoranti. Ma quando questi effetti hanno per risultato un qualsiasi bene, sarebbe illogico attribuire loro un'origine diabolica.
Così la Chiesa distingue tra miracoli buoni, quelli che vengono da Dio, e miracoli cattivi, quelli che vengono da Satana. Ma come stabilire una simile differenza? Che un miracolo sia satanico o divino, non per questo è una minore deroga alle leggi emanate solo da Dio. Se un individuo è guarito in modo cosiddetto miracoloso, sia per opera di Dio, sia per opera di Satana, non cesserà per questo di essere guarito. Bisogna avere una ben gretta idea dell'intelligenza umana per sperare che simili dottrine possano venire accettate ai nostri giorni.
Essendo riconosciuta la possibilità di alcuni fatti reputati miracolosi, bisogna concluderne che, qualunque sia la fonte che viene a essi attribuita, sono effetti naturali di cui Spiriti o incarnati possono servirsi — come d'altronde di tutto, come della propria intelligenza o delle conoscenze scientifiche di cui dispongono — per il bene o per il male, secondo la loro bontà o la loro perversità. Un essere perverso, mettendo a profitto il suo sapere, può dunque fare delle cose che passano per prodigi agli occhi degli ignoranti. Ma quando questi effetti hanno per risultato un qualsiasi bene, sarebbe illogico attribuire loro un'origine diabolica.
17. Ma — si dice — la
religione si basa su fatti che non sono né spiegati né spiegabili.
Inspiegati, può essere; ma inspiegabili è tutta un'altra questione. Si
conoscono forse le scoperte e le conoscenze che ci riserva l'avvenire?
Senza parlare del miracolo della Creazione, il più grande di tutti senza
possibile contestazione e che oggi è rientrato nel campo della legge
universale, non si vedono forse già, sotto il dominio del magnetismo,
del sonnambulismo, dello Spiritismo, riprodursi le estasi, le visioni,
le apparizioni, le percezioni a distanza, le guarigioni improvvise, le
sospensioni, le comunicazioni orali e altre ancora con gli esseri del
mondo invisibile? E questi fenomeni, conosciuti da tempo immemorabile,
non erano forse una volta considerati come meravigliosi, mentre oggi si è
dimostrato ch'essi appartengono all'ordine delle cose naturali, secondo
la legge costitutiva degli esseri? I libri sacri sono pieni di fatti di
questo genere, qualificati come soprannaturali; ma, siccome se ne
trovano di analoghi e di ancora più meravigliosi in tutte le religioni
pagane dell'antichità, se la verità di una religione dipendesse dal
numero e dalla natura di questi fatti, non si potrebbe dire quale
prevarrebbe.