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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > La Genesi > Capitolo II - DIO > La Provvidenza
La Provvidenza
20. La Provvidenza è la
sollecitudine di Dio per, le Sue creature. Dio è dappertutto, Egli vede
tutto, Egli presiede a tutto, anche alle più piccole cose: in questo
consiste l'azione provvidenziale.
“Come può Dio, così grande, così potente, così superiore a tutto coinvolgersi in infimi particolari, preoccuparsi delle più piccole azioni e dei minimi pensieri di ciascun individuo? Questa è la domanda che si pone l'incredulo, per cui conclude che, pur ammettendo l'esistenza di Dio, la Sua azione non deve estendersi che sulle leggi generali dell'universo; che l'universo funziona da tutta l'eternità in virtù di queste leggi alle quali ogni creatura è sottoposta nella sua sfera d'azione, senza che sia necessario l'intervento incessante della Provvidenza.”
“Come può Dio, così grande, così potente, così superiore a tutto coinvolgersi in infimi particolari, preoccuparsi delle più piccole azioni e dei minimi pensieri di ciascun individuo? Questa è la domanda che si pone l'incredulo, per cui conclude che, pur ammettendo l'esistenza di Dio, la Sua azione non deve estendersi che sulle leggi generali dell'universo; che l'universo funziona da tutta l'eternità in virtù di queste leggi alle quali ogni creatura è sottoposta nella sua sfera d'azione, senza che sia necessario l'intervento incessante della Provvidenza.”
21. Nel loro attuale stato
d'inferiorità, solo molto difficilmente gli uomini possono comprendere
come Dio possa essere infinito. Poiché essi sono limitati, è per questo
che se Lo figurano limitato, proprio come sé stessi. Non solo se lo
rappresentano come un essere limitato, ma ne danno anche una immagine a
loro immagine. I nostri dipinti, che Lo ritraggono sotto sembianze
umane, contribuiscono non poco a trattenere questo errore nella mente
delle masse, che adorano in lui più la forma che il pensiero. Per la
maggior parte degli uomini, Egli è un potente sovrano, su un trono inaccessibile,
perduto nell'immensità dei Cieli. Poiché le loro facoltà e le loro
percezioni sono limitate, essi non comprendono come Dio possa o come si
degni d'intervenire direttamente nelle piccole cose.
22. Nell'impossibilità, in
cui l'uomo si trova, di comprendere l'essenza stessa della Divinità,
egli non può farsene che un'idea approssimativa con l'aiuto di paragoni
necessariamente molto imperfetti, ma che possono almeno mostrargli la
possibilità di ciò che, di primo acchito, gli sembra impossibile.
Supponiamo un fluido abbastanza sottile da penetrare tutti i corpi; questo fluido, essendo inintelligente, agisce meccanicamente attraverso le sole forze materiali. Ma se supponiamo questo fluido dotato d'intelligenza, di facoltà percettive e sensitive, esso agirà non più alla cieca ma con discernimento, con volontà e con libertà; egli vedrà, capirà e sentirà.
Supponiamo un fluido abbastanza sottile da penetrare tutti i corpi; questo fluido, essendo inintelligente, agisce meccanicamente attraverso le sole forze materiali. Ma se supponiamo questo fluido dotato d'intelligenza, di facoltà percettive e sensitive, esso agirà non più alla cieca ma con discernimento, con volontà e con libertà; egli vedrà, capirà e sentirà.
23. Le proprietà del fluido
perispiritistico possono darcene un'idea. Esso non è affatto
intelligente di per sé stesso, poiché è materia, ma è il veicolo del
pensiero, delle sensazioni e delle percezioni dello Spirito.
Il fluido perispiritistico non è il pensiero dello Spirito, ma l'agente e l'intermediario di questo pensiero. Siccome è lui a trasmettere il pensiero, ne è in qualche modo impregnato. Nell'impossibilità, in cui noi ci troviamo, di isolarlo, il pensiero sembra non fare che un tutt'uno con il fluido. Allo stesso modo, il suono sembra non fare che un tutt'uno con l'aria, dimodoché noi possiamo, per così dire, materializzarla. Così, come noi diciamo che l'aria diventa sonora, potremmo egualmente dire, prendendo l'effetto per la causa, che il fluido diventa intelligente.
Il fluido perispiritistico non è il pensiero dello Spirito, ma l'agente e l'intermediario di questo pensiero. Siccome è lui a trasmettere il pensiero, ne è in qualche modo impregnato. Nell'impossibilità, in cui noi ci troviamo, di isolarlo, il pensiero sembra non fare che un tutt'uno con il fluido. Allo stesso modo, il suono sembra non fare che un tutt'uno con l'aria, dimodoché noi possiamo, per così dire, materializzarla. Così, come noi diciamo che l'aria diventa sonora, potremmo egualmente dire, prendendo l'effetto per la causa, che il fluido diventa intelligente.
24. Che sia o non sia così,
per quanto concerne il pensiero di Dio — vale a dire, che esso agisca
direttamente o attraverso la mediazione di un fluido — per facilitarne
la comprensione alla nostra intelligenza, lo rappresenteremo sotto la
forma concreta d'un fluido intelligente, che riempie l'universo infinito
e che penetra tutte le parti della creazione: l'intera natura è immersa nel fluido divino. Ora,
— in virtù del principio per cui le parti di un tutto sono della
medesima natura e hanno le medesime proprietà del tutto — possedendo
ogni atomo di questo fluido, se ci è concesso di esprimerci così, il
pensiero, vale a dire gli attributi essenziali della Divinità, e
trovandosi questo fluido ovunque, tutto è sottoposto alla Sua azione
intelligente, alla Sua previdenza e alla Sua sollecitudine. Non c'è un
essere, per quanto infimo lo si possa immaginare, che non ne sia
saturato. Pertanto noi siamo costantemente in presenza della Divinità.
Non c'è una sola delle nostre azioni che potremmo mai sottrarre al Suo
sguardo. Il nostro pensiero è in costante contatto con il Suo pensiero,
ed è con ragione che si dice che Dio legge nelle pieghe più profonde del
nostro cuore. Noi siamo in Lui, come Egli è in noi, secondo la parola del Cristo.
Per estendere la Sua sollecitudine su tutte le Sue creature, Dio non ha bisogno di lanciare il Suo sguardo dall'alto dell'immensità. Le nostre preghiere, per essere intese da Lui, non hanno bisogno di varcare lo spazio né di essere dette con voce squillante, poiché, stando Egli di continuo al nostro fianco, i nostri pensieri si ripercuotono in Lui. I nostri pensieri sono come i rintocchi di una campana, che fanno vibrare tutte le molecole dell'aria circostante.
Per estendere la Sua sollecitudine su tutte le Sue creature, Dio non ha bisogno di lanciare il Suo sguardo dall'alto dell'immensità. Le nostre preghiere, per essere intese da Lui, non hanno bisogno di varcare lo spazio né di essere dette con voce squillante, poiché, stando Egli di continuo al nostro fianco, i nostri pensieri si ripercuotono in Lui. I nostri pensieri sono come i rintocchi di una campana, che fanno vibrare tutte le molecole dell'aria circostante.
25. Lungi da noi il pensiero
di voler materializzare la Divinità. L'immagine d'un fluido
intelligente universale non è, evidentemente, che un paragone, ma adatto
a dare un'idea di Dio più giusta di quella dei quadri, che lo
rappresentano sotto un aspetto umano. Essa ha lo scopo di far
comprendere come Dio possa essere dappertutto e occuparsi di tutto.
26. Noi abbiamo di continuo
sotto gli occhi un esempio che può darci un'idea del modo in cui
l'azione di Dio può esercitarsi sulle parti più profonde di tutti gli
esseri, e come, di conseguenza, le impressioni, anche le più sottili,
della nostra anima arrivino a Lui. Questo esempio è tratto da un
insegnamento dato da uno Spirito a questo riguardo.
27. “L'uomo è un piccolo
mondo il cui direttore è lo Spirito, mentre il principio che viene
diretto è il corpo. In questo universo, il corpo rappresenterà una
creazione il cui Spirito sarà Dio. Voi ben comprenderete che non può
esserci qui che una questione d'analogia e non d'identità. Le membra di
questo corpo, i diversi organi che lo compongono, i suoi muscoli, i suoi
nervi, le sue articolazioni sono altrettante individualità materiali,
se così si può dire, localizzate in punti speciali del corpo. Benché il
numero delle sue parti costitutive, così varie e differenti per natura,
sia considerevole, a nessuno tuttavia è lecito supporre che si possano
produrre dei movimenti, che una qualunque impressione possa aver luogo
in un punto particolare, senza che lo Spirito ne abbia coscienza.
Avvengono simultaneamente sensazioni diverse in più punti? Lo Spirito le
sente tutte, le discerne, le analizza, assegna a ciascuna la sua causa e
il suo luogo d'azione, per mezzo del fluido perispiritistico.
Un fenomeno analogo ha luogo tra la creazione e Dio. Dio è dappertutto nella natura, come lo Spirito è dappertutto nel corpo. Tutti gli elementi della creazione sono in costante rapporto con Lui, come tutte le cellule del corpo umano sono in costante rapporto con l'essere spirituale. Non c'è dunque ragione perché dei fenomeni del medesimo ordine, non si producano nello stesso modo, nell'uno e nell'altro caso.
Un arto si agita: lo Spirito lo sente; una creatura pensa: Dio lo sa. Tutte le membra sono in movimento, i diversi organi sono in vibrazione: lo Spirito avverte tutte queste manifestazioni, le distingue e le localizza. Le diverse creazioni, le diverse creature si agitano, pensano, agiscono diversamente, e Dio, che sa tutto ciò che avviene, assegna a ciascuna ciò che le è proprio.
Da ciò, si può egualmente dedurre la solidarietà della materia e dell'intelligenza, la solidarietà di tutti gli esseri di un mondo tra di loro, la solidarietà di tutti i mondi e, infine, quella della creazione e del Creatore" (Quinemant, Società di Parigi, 1867).
Un fenomeno analogo ha luogo tra la creazione e Dio. Dio è dappertutto nella natura, come lo Spirito è dappertutto nel corpo. Tutti gli elementi della creazione sono in costante rapporto con Lui, come tutte le cellule del corpo umano sono in costante rapporto con l'essere spirituale. Non c'è dunque ragione perché dei fenomeni del medesimo ordine, non si producano nello stesso modo, nell'uno e nell'altro caso.
Un arto si agita: lo Spirito lo sente; una creatura pensa: Dio lo sa. Tutte le membra sono in movimento, i diversi organi sono in vibrazione: lo Spirito avverte tutte queste manifestazioni, le distingue e le localizza. Le diverse creazioni, le diverse creature si agitano, pensano, agiscono diversamente, e Dio, che sa tutto ciò che avviene, assegna a ciascuna ciò che le è proprio.
Da ciò, si può egualmente dedurre la solidarietà della materia e dell'intelligenza, la solidarietà di tutti gli esseri di un mondo tra di loro, la solidarietà di tutti i mondi e, infine, quella della creazione e del Creatore" (Quinemant, Società di Parigi, 1867).
28. Noi comprendiamo
l'effetto, ed è già molto; dall'effetto risaliamo alla causa e
giudichiamo la Sua grandezza dalla grandezza dell'effetto. Ma la Sua
essenza intima ci sfugge, così come ci sfugge quella della causa d'una
quantità di fenomeni. Noi conosciamo gli effetti dell'elettricità, del
calore, della luce, della gravitazione; li calcoliamo e tuttavia
ignoriamo la natura intima del principio che li produce. È dunque più
razionale negare il principio divino, perché non lo comprendiamo?
29. Niente ci impedisce di
ammettere, per il principio di intelligenza sovrana, un centro d'azione,
un focolaio principale che s'irradia senza tregua, inondando l'universo
dei suoi effluvi, come il sole della sua luce. Ma dov'è questo
focolaio? Questo, nessuno può dirlo. È probabile che non sia fisso in un
punto determinato più di quanto non lo sia la sua azione, ed è anche
probabile ch'esso percorra incessantemente le regioni dello spazio senza
confini. Riempiendo Dio l’universo, si potrebbe ancora ammettere, a
titolo d'ipotesi, che questo focolaio non abbia bisogno di spostarsi, e
che si formi su tutti i punti ove la sovrana volontà giudichi opportuno
ch'esso si produca. Da tutto ciò si potrebbe dire che è ovunque e in
nessuna parte.
30. Davanti a questi
insondabili problemi, la nostra ragione deve umiliarsi. Dio esiste: noi
non dobbiamo dubitarne. Egli è infinitamente giusto e buono: questa è la
sua essenza. La Sua sollecitudine si estende su tutto: noi lo
comprendiamo. Egli, dunque, non può volere che il nostro bene: è per
questo che dobbiamo avere fiducia in Lui: ecco l'essenziale. Per il
resto, attendiamo di essere degni di comprendere.