LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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Annuncio del Consolatore

35. "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre lo Spirito di Verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi.

Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto." (Giovanni 14:15–17,26; Il Vangelo secondo lo Spiritismo, cap. VI)

36. "Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito di Verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. (Giovanni 16:7-14)

37. Questa predizione è incontestabilmente una delle più importanti dal punto di vista religioso, perché constata, senza la possibilità del minimo equivoco, che Gesù non ha detto tutto quello che aveva da dire, poiché non sarebbe stato compreso, neppure dai suoi apostoli, dato che a loro il Maestro si rivolgeva. Se egli avesse dato loro delle istruzioni segrete, essi ne avrebbero fatta menzione nel Vangelo. Dal momento che non ha detto tutto ai suoi apostoli, i successori di questi non hanno potuto saperne più di loro. Essi, dunque, hanno potuto ingannarsi sul senso delle parole del Signore e dare una falsa interpretazione ai suoi pensieri, nascosti spesso sotto forma di parabola. Le religioni basate sul Vangelo non possono dunque dirsi in possesso di tutta la verità, poiché Gesù si è riservato di completare in seguito le sue istruzioni. Il loro principio di immutabilità costituisce così una smentita inflitta alle parole stesse di Gesù.

Egli annuncia sotto il nome di Consolatore e di Spirito di Verità la venuta di colui che deve insegnare tutte le cose e far ricordare ciò che egli ha detto: dunque il suo insegnamento non era completo. Anzi, egli prevede che ci si dimenticherà di ciò ch'egli ha detto e che lo si snaturerà, dal momento che lo Spirito di Verità dovrà farlo ricordare e, in accordo con Elia, dovrà ristabilire tutte le cose, cioè secondo il vero pensiero di Gesù.

38. Quando dovrà venire questo nuovo rivelatore? È più che evidente che se, all'epoca in cui parlava Gesù, gli uomini non erano in grado di comprendere le cose che gli restavano da dire, non è che in pochi anni avrebbero potuto acquisire i lumi necessari. Per la comprensione di determinate parti del Vangelo, fatta eccezione dei precetti morali, v'era bisogno di conoscenze che soltanto il progresso delle scienze poteva dare e che dovevano essere opera del tempo e di parecchie generazioni. Se dunque il nuovo Messia fosse venuto poco tempo dopo il Cristo, avrebbe trovato egualmente un terreno poco propizio e non avrebbe ottenuto nulla più di lui. Ora, dai tempi del Cristo fino ai nostri giorni, non si è verificata nessuna grande rivelazione che abbia completato il Vangelo e che ne abbia delucidato le parti oscure, evidente indizio che l'Inviato non è ancora apparso.

39. Chi dovrà essere questo Inviato? Dicendo Gesù: "Pregherò il Padre mio, ed Egli vi invierà un altro Consolatore", egli indica chiaramente che questo Consolatore non sarà lui stesso, altrimenti avrebbe detto: "Ritornerò a completare ciò che vi ho insegnato". Poi aggiunge: Perché egli rimanga eternamente con voi. E sarà in voi. Questa espressione non potrebbe accordarsi con una individualità incarnata, la quale non può restare eternamente con noi, né, ancor meno, essere in noi. Tale espressione, invece, può molto bene intendersi con riferimento a una dottrina, la quale, in effetti, allorché l'abbiamo assimilata, può essere eternamente in noi. Il Consolatore è dunque, nel pensiero di Gesù, la personificazione di una dottrina, consolante in modo supremo, il cui ispiratore dovrà essere lo Spirito di Verità.

40. Lo Spiritismo realizza, come è stato dimostrato (cap. I, n. 30), tutte le condizioni del Consolatore promesso da Gesù. Lo Spiritismo non è affatto una dottrina individuale, né di concezione umana: nessuno può dirsene il creatore. Esso è il frutto dell'insegnamento collettivo degli Spiriti, presieduto dallo Spirito di Verità. Nulla esso sopprime del Vangelo: anzi lo completa e lo spiega. Con l'aiuto delle nuove leggi, ch'esso rivela, unite a quelle della scienza, fa sì che si comprenda ciò che era inintellegibile e che si ammetta la possibilità di quanto l'incredulità riteneva inammissibile. Esso ha avuto i suoi precursori e i suoi profeti, i quali hanno preannunciato la sua venuta. Attraverso la sua potenza moralizzatrice, prepara il regno del bene sulla Terra.

La dottrina di Mosè, incompleta, è rimasta circoscritta al popolo ebraico; quella di Gesù, più completa, si è diffusa su tutta la Terra attraverso il Cristianesimo, ma non ha convertito tutti; lo Spiritismo, ancora più completo, avendo radici in tutte le credenze, convertirà l'umanità. [92]

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[92] Tutte le dottrine filosofiche e religiose portano il nome del suo fondatore. Si dice, infatti: il Mosaismo, il Cristianesimo, il Maomettismo, il Buddismo, il Cartesianismo, il Fourierismo, il Sansimonismo ecc. Il termine Spiritismo, al contrario, non fa riferimento a nessuna personalità; racchiude un'idea generale, che indica contemporaneamente il carattere e le fonti molteplici della dottrina.

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41. Dicendo ai suoi apostoli: "Un altro verrà più tardi e vi insegnerà ciò che io ora non posso insegnarvi", Gesù proclamava la necessità della reincarnazione. Come avrebbero potuto quegli uomini approfittare di un insegnamento più completo, che avrebbe dovuto essere loro impartito soltanto in seguito? Come, dunque, sarebbero stati più idonei a comprenderlo, se non avessero dovuto rivivere? Gesù avrebbe allora detto una incongruenza, dal momento che gli uomini futuri avrebbero dovuto essere, secondo la dottrina comune degli uomini nuovi, delle anime uscite dal nulla in occasione della loro nascita. Si ammetta, al contrario, che gli apostoli e gli uomini del loro tempo hanno vissuto ancora dopo, ch 'essi rivivono ancora oggi, e allora la promessa di Gesù sarà pienamente giustificata. La loro intelligenza, che si è dovuta necessariamente sviluppare a contatto del progresso sociale, può raggiungere ora ciò che non poteva raggiungere prima. Senza la reincarnazione, la promessa di Gesù sarebbe stata illusoria.

42. Se si dicesse che questa promessa si realizzò nel giorno di Pentecoste per mezzo della discesa dello Spirito Santo, si potrebbe rispondere che lo Spirito Santo li ha ispirati, che ha potuto dischiudere la loro intelligenza, sviluppare in loro le attitudini medianiche, le quali avrebbero dovuto facilitare la loro missione, ma che nulla ha insegnato loro più di quanto non avesse già insegnato Gesù, poiché non si rinviene traccia alcuna di un insegnamento particolare. Lo Spirito Santo non ha dunque affatto realizzato ciò che Gesù aveva annunciato relativamente al Consolatore, altrimenti gli apostoli avrebbero chiarito, quando erano ancora in vita, tutto ciò che nel Vangelo è rimasto oscuro fino al giorno d'oggi, e la cui interpretazione contraddittoria ha dato luogo alle innumerevoli sette che hanno diviso il Cristianesimo fin dai primi secoli.