63.
Il più grande dei miracoli che Gesù ha compiuto, quello che attesta
veramente la sua superiorità, è la rivoluzione che i suoi insegnamenti
hanno operato nel mondo, nonostante l'esiguità dei suoi mezzi d'azione.
In effetti Gesù, oscuro, povero, nato nella più umile delle
condizioni, presso un piccolo popolo quasi ignorato e senza alcuna
preponderanza né politica né artistica né letteraria, non predica che
per soli tre anni. Durante questo breve spazio di tempo è rinnegato e
perseguitato dai suoi concittadini, calunniato, trattato da impostore. È
obbligato a fuggire per sottrarsi alla lapidazione. È tradito da uno
dei suoi apostoli, rinnegato da un altro, abbandonato da tutti nel
momento in cui cade nelle mani dei suoi nemici. Faceva soltanto del
bene, e ciò non lo poneva al riparo dalla malevolenza che, dagli stessi
servigi ch'egli prestava, traeva i motivi per accusarlo. Condannato al
supplizio riservato ai criminali, egli muore ignorato dal mondo, perché
la storia di quell'epoca, nulla dice al riguardo. [90] Non ha scritto
nulla; tuttavia, grazie a pochi e oscuri uomini come lui, è bastata la
sua parola per rigenerare il mondo. La sua dottrina ha ucciso
l'onnipotente paganesimo ed è diventata la fiaccola della
civilizzazione. Egli aveva contro di sé tutto ciò che può far arrestare
il progresso degli uomini. È per questo che noi diciamo che il trionfo
della sua dottrina è il più grande dei suoi miracoli, nel tempo stesso
che essa dimostra la sua missione divina. Se, al posto di principi
sociali e rigeneratori, fondati sull'avvenire spirituale dell'uomo, egli
non avesse avuto altro da offrire alla posterità che qualche fatto
prodigioso, a stento forse oggi lo si conoscerebbe di nome.
-------------------------
[90] Lo storico ebreo Josèphe è l'unico che ne parli, ma non dice che pochissime cose.
-------------------------