20. La distruzione reciproca
degli esseri viventi è una delle leggi della natura che, di primo
acchito, sembrano meno conciliarsi con la bontà di Dio. Ci si chiede
perché Egli abbia creato in loro la necessità di distruggersi
vicendevolmente, per nutrirsi gli uni a spese degli altri.
A
colui che non vede che la materia, che limita la sua visione della vita a
quella presente, questa sembrerebbe in effetti un'imperfezione
nell'opera divina. Il fatto è che, in generale, gli uomini giudicano la
perfezione di Dio dal loro punto di vista. E, misurandone la saggezza
con il giudizio che di essa hanno, pensano che Dio non potrebbe fare
meglio di quanto essi stessi farebbero. Non permettendo la loro corta
vista di giudicare l'insieme, essi non comprendono che un bene reale può
derivare da un male apparente. La conoscenza del principio spirituale,
considerato nella sua vera essenza, e della grande legge di unità, che
costituisce l'armonia della creazione, è la sola che possa dare all'uomo
la chiave di questo mistero e mostrargli la saggezza provvidenziale e
l'armonia, esattamente là dove egli non vedeva che un'anomalia e una
contraddizione.