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Capitolo VI — Vita Spiritista
Spiriti erranti
223. L’anima si reincarna immediatamente dopo la separazione dal corpo?
«A volte immediatamente, ma più di frequente dopo intervalli più o meno lunghi. Nei mondi superiori la reincarnazione e quasi sempre immediata. Poiché la materia fisica lì e meno rozza, lo Spirito incarnato vi fruisce di quasi tutte le sue facoltà di Spirito; il suo stato normale e simile a quello dei vostri sonnambuli lucidi.»
«A volte immediatamente, ma più di frequente dopo intervalli più o meno lunghi. Nei mondi superiori la reincarnazione e quasi sempre immediata. Poiché la materia fisica lì e meno rozza, lo Spirito incarnato vi fruisce di quasi tutte le sue facoltà di Spirito; il suo stato normale e simile a quello dei vostri sonnambuli lucidi.»
224. Che cosa diventa l’anima nell'intervallo fra un'incarnazione e l’altra?
«Uno Spirito errante, che aspira alla sua nuova destinazione e attende.»
224a. Quale può essere la durata di questi intervalli?
«Da qualche ora a qualche migliaio di secoli. Del resto, per essere esatti, allo stato errante non è stato affatto fissato un limite estremo, che può protrarsi a lungo, ma che in ogni caso non sarà mai perpetuo. Lo Spirito ha sempre, prima o poi, l'opportunità di ricominciare un'esistenza, che serve alla purificazione delle sue esistenze precedenti.»
224b. Questa durata è subordinata alla volontà dello Spirito o può essere imposta come espiazione?
«È una conseguenza del libero arbitrio, poiché gli Spiriti sanno perfettamente quel che fanno. Ma ci sono casi in cui è una punizione inflitta da Dio. Altri ancora domandano di prolungare la durata per compiervi degli studi che non possono essere fatti con profitto se non nello stato di Spirito.»
«Uno Spirito errante, che aspira alla sua nuova destinazione e attende.»
224a. Quale può essere la durata di questi intervalli?
«Da qualche ora a qualche migliaio di secoli. Del resto, per essere esatti, allo stato errante non è stato affatto fissato un limite estremo, che può protrarsi a lungo, ma che in ogni caso non sarà mai perpetuo. Lo Spirito ha sempre, prima o poi, l'opportunità di ricominciare un'esistenza, che serve alla purificazione delle sue esistenze precedenti.»
224b. Questa durata è subordinata alla volontà dello Spirito o può essere imposta come espiazione?
«È una conseguenza del libero arbitrio, poiché gli Spiriti sanno perfettamente quel che fanno. Ma ci sono casi in cui è una punizione inflitta da Dio. Altri ancora domandano di prolungare la durata per compiervi degli studi che non possono essere fatti con profitto se non nello stato di Spirito.»
225. Lo stato erratico è, di per sé, indice di inferiorità presso gli Spiriti?
«No, perché ci sono Spiriti erranti di tutti i livelli. L'incarnazione e uno stato transitorio, l'abbiamo già detto: nel suo stato normale, lo Spirito e libero dalla materia.»
«No, perché ci sono Spiriti erranti di tutti i livelli. L'incarnazione e uno stato transitorio, l'abbiamo già detto: nel suo stato normale, lo Spirito e libero dalla materia.»
226. Si pub dire che tutti gli Spiriti non incarnati siano erranti?
«Quelli che si devono reincarnare, sì. Ma i puri Spiriti, che sono giunti alla perfezione, non sono erranti: il loro stato e definitivo.»
Sotto l'aspetto delle qualità intime, gli Spiriti sono di differenti ordini o livelli, che essi percorrono in successione nella misura in cui si purificano. Come stato, essi possono essere: incarnati, ossia uniti a un corpo; erranti, ossia liberi dal corpo materiale e in attesa di una nuova incarnazione per migliorarsi; puri Spiriti, ossia quelli perfetti e che non hanno più necessita di reincarnarsi.
Fra gli Spiriti non incarnati ve ne sono di quelli che hanno delle missioni da compiere, delle occupazioni attive e che godono di una relativa felicita, altri invece fluttuano nel vuoto e nell'incertezza. Questi ultimi sono Spiriti erranti nel vero senso della parola, e sono in realtà quelli che vengono designati col nome di anime in pene. I primi non sempre si considerano erranti, perché essi fanno una distinzione tra la loro situazione e quella degli altri (1015). (Quest'ultimo paragrafo fa parte degli Errata della 5a edizione, 1865.)
«Quelli che si devono reincarnare, sì. Ma i puri Spiriti, che sono giunti alla perfezione, non sono erranti: il loro stato e definitivo.»
Sotto l'aspetto delle qualità intime, gli Spiriti sono di differenti ordini o livelli, che essi percorrono in successione nella misura in cui si purificano. Come stato, essi possono essere: incarnati, ossia uniti a un corpo; erranti, ossia liberi dal corpo materiale e in attesa di una nuova incarnazione per migliorarsi; puri Spiriti, ossia quelli perfetti e che non hanno più necessita di reincarnarsi.
Fra gli Spiriti non incarnati ve ne sono di quelli che hanno delle missioni da compiere, delle occupazioni attive e che godono di una relativa felicita, altri invece fluttuano nel vuoto e nell'incertezza. Questi ultimi sono Spiriti erranti nel vero senso della parola, e sono in realtà quelli che vengono designati col nome di anime in pene. I primi non sempre si considerano erranti, perché essi fanno una distinzione tra la loro situazione e quella degli altri (1015). (Quest'ultimo paragrafo fa parte degli Errata della 5a edizione, 1865.)
227. In che modo gli Spiriti erranti si istruiscono? Sicuramente non lo fanno come noi.
«Essi studiano il loro passato e cercano i mezzi per elevarsi. Guardano e osservano ciò che succede nei luoghi che percorrono. Ascoltano i discorsi degli uomini illuminati e i consigli degli Spiriti di più alto livello, e ciò fornisce loro delle idee che prima non avevano.»
«Essi studiano il loro passato e cercano i mezzi per elevarsi. Guardano e osservano ciò che succede nei luoghi che percorrono. Ascoltano i discorsi degli uomini illuminati e i consigli degli Spiriti di più alto livello, e ciò fornisce loro delle idee che prima non avevano.»
228. Gli Spiriti conservano qualcuna delle passioni umane?
«Gli Spiriti elevati, perdendo il loro involucro, abbandonano le cattive passioni e conservano soltanto quelle volte al bene. Ma gli Spiriti inferiori le conservano, altrimenti farebbero parte del primo ordine.»
«Gli Spiriti elevati, perdendo il loro involucro, abbandonano le cattive passioni e conservano soltanto quelle volte al bene. Ma gli Spiriti inferiori le conservano, altrimenti farebbero parte del primo ordine.»
229. Perché gli Spiriti, lasciando la Terra, non vi lasciano tutte le
loro cattive passioni dal momento che ne riconoscono gli inconvenienti?
«Ci sono delle persone eccessivamente gelose in questo mondo. Credete forse che dopo che l'hanno lasciato perdano questo difetto? Esso rimane, dopo la partenza dalla Terra, — soprattutto in quelli che hanno avuto delle spiccate passioni —, come una sorta di atmosfera che li avvolge lasciando loro tutte quelle cose cattive, proprio perché lo Spirito non è completamente libero. Solo per alcuni momenti esso intravede la verità, quasi a mostrargli la retta via.»
«Ci sono delle persone eccessivamente gelose in questo mondo. Credete forse che dopo che l'hanno lasciato perdano questo difetto? Esso rimane, dopo la partenza dalla Terra, — soprattutto in quelli che hanno avuto delle spiccate passioni —, come una sorta di atmosfera che li avvolge lasciando loro tutte quelle cose cattive, proprio perché lo Spirito non è completamente libero. Solo per alcuni momenti esso intravede la verità, quasi a mostrargli la retta via.»
230. Lo Spirito progredisce nello stato errante?
«Può migliorare molto, sempre secondo la sua volontà e il suo desiderio. Ma è nell'esistenza fisica ch'egli mette in pratica le nuove idee che ha acquisito.»
«Può migliorare molto, sempre secondo la sua volontà e il suo desiderio. Ma è nell'esistenza fisica ch'egli mette in pratica le nuove idee che ha acquisito.»
231. Gli Spiriti erranti sono felici o infelici?
«Più o meno secondo i loro meriti. Soffrono per passioni di cui hanno conservato le tracce, oppure essi sono felici a seconda che si siano più o meno smaterializzati. Nello stato errante, lo Spirito intravede ciò che gli manca per essere più felice. È allora che cerca i mezzi per giungervi, ma non sempre gli è permesso di reincarnarsi a suo piacimento, e questa è allora una punizione.»
«Più o meno secondo i loro meriti. Soffrono per passioni di cui hanno conservato le tracce, oppure essi sono felici a seconda che si siano più o meno smaterializzati. Nello stato errante, lo Spirito intravede ciò che gli manca per essere più felice. È allora che cerca i mezzi per giungervi, ma non sempre gli è permesso di reincarnarsi a suo piacimento, e questa è allora una punizione.»
232. Allo stato errante, gli Spiriti possono andare in tutti i mondi?
«Secondo i casi. Quando lo Spirito ha lasciato il corpo, non per questo si è completamente liberato della materia e appartiene ancora al mondo in cui è vissuto, o a un mondo dello stesso livello, a meno che, durante la sua vita, non si sia elevato, ed e questo il fine cui deve tendere. Senza di ciò non si perfezionerebbe mai. Egli può tuttavia andare in certi mondi superiori, ma allora vi si trova da straniero. È, per così dire, come se li intravedesse, ed è ciò che gli accende il desiderio di migliorarsi, per essere degno della felicita di cui lì si gode e potervi più tardi abitare.»
«Secondo i casi. Quando lo Spirito ha lasciato il corpo, non per questo si è completamente liberato della materia e appartiene ancora al mondo in cui è vissuto, o a un mondo dello stesso livello, a meno che, durante la sua vita, non si sia elevato, ed e questo il fine cui deve tendere. Senza di ciò non si perfezionerebbe mai. Egli può tuttavia andare in certi mondi superiori, ma allora vi si trova da straniero. È, per così dire, come se li intravedesse, ed è ciò che gli accende il desiderio di migliorarsi, per essere degno della felicita di cui lì si gode e potervi più tardi abitare.»
233. Gli Spiriti, già purificati, vanno nei mondi inferiori?
«Ci vanno sovente per aiutarli a progredire. Senza di ciò questi mondi sarebbero abbandonati a sé stessi senza alcuna guida che li orienti.»
«Ci vanno sovente per aiutarli a progredire. Senza di ciò questi mondi sarebbero abbandonati a sé stessi senza alcuna guida che li orienti.»
Mondi transitori
234. Esistono, come già e stato detto, dei mondi che servano agli Spiriti erranti come stazioni transitorie o luoghi di sosta?
«Sì. Ci sono dei mondi destinati in particolare agli esseri erranti, mondi nei quali essi possono abitare per qualche tempo. Sono specie di bivacchi, di campi per riposarsi da un troppo lungo errare, stato questo sempre piuttosto penoso. Sono delle posizioni intermedie fra gli altri mondi, graduate secondo la natura degli Spiriti, i quali possono soggiornarvi e godere di un benessere più o meno grande.»
234a. Gli Spiriti che abitano questi mondi possono lasciarli quando vogliono?
«Sì. Gli Spiriti che si trovano in questi mondi possono staccarsene per andare dove devono recarsi. Immaginatevi degli uccelli migratori che atterrino su un'isola, in attesa di riprendere le forze per recarsi al luogo di destinazione.»
«Sì. Ci sono dei mondi destinati in particolare agli esseri erranti, mondi nei quali essi possono abitare per qualche tempo. Sono specie di bivacchi, di campi per riposarsi da un troppo lungo errare, stato questo sempre piuttosto penoso. Sono delle posizioni intermedie fra gli altri mondi, graduate secondo la natura degli Spiriti, i quali possono soggiornarvi e godere di un benessere più o meno grande.»
234a. Gli Spiriti che abitano questi mondi possono lasciarli quando vogliono?
«Sì. Gli Spiriti che si trovano in questi mondi possono staccarsene per andare dove devono recarsi. Immaginatevi degli uccelli migratori che atterrino su un'isola, in attesa di riprendere le forze per recarsi al luogo di destinazione.»
235. Gli Spiriti progrediscono durante le loro soste nei mondi transitori?
«Certamente. Quelli che si riuniscono così lo fanno con lo scopo di istruirsi e di poter più facilmente ottenere il permesso di recarsi in luoghi migliori e raggiungere la posizione che ottengono gli eletti.»
«Certamente. Quelli che si riuniscono così lo fanno con lo scopo di istruirsi e di poter più facilmente ottenere il permesso di recarsi in luoghi migliori e raggiungere la posizione che ottengono gli eletti.»
236. I mondi transitori, per la loro particolare natura, sono destinati perpetuamente agli Spiriti erranti?
«No. La loro situazione è solo temporanea.»
236a. Questi mondi sono abitati contemporaneamente da esseri fisici?
«No. La loro superficie e sterile. Coloro che li abitano non hanno bisogno di niente.»
236b. Questa sterilità è permanente e concerne la loro particolare natura?
«No. Essi sono sterili transitoriamente.»
236c. Questi mondi allora sono privi di bellezze naturali?
«La natura si manifesta attraverso le bellezze dell'immensità, che non sono meno ammirevoli di quelle che voi chiamate le bellezze della natura.»
236d. Poiché lo stato di questi mondi e transitorio, la nostra Terra sarà parte un giorno di quel numero?
«Lo è stata.»
236e. In quale epoca?
«Durante la sua formazione.»
Niente e inutile in natura: ogni cosa ha il suo scopo, la sua finalità. Niente è vuoto, tutto è abitato, la vita è dappertutto. Così nel lungo corso dei secoli che si sono succeduti prima dell'apparizione dell'uomo sulla Terra, durante questi lenti periodi di transizione, attestati dagli strati geologici, prima ancora della formazione dei primi esseri organici, su questa massa informe, in questo arido caos dove gli elementi erano confusi, non c'era assenza di vita. Vi trovavano rifugio esseri che non avevano né i nostri bisogni né le nostre sensazioni fisiche. Dio ha voluto che, anche in questa condizione imperfetta, questo nostro mondo servisse a qualcosa. Pertanto chi oserebbe dire, che fra i miliardi di mondi che ruotano nell'immensità, uno solo, uno dei più piccoli, perso nella moltitudine, ebbe il privilegio esclusivo di essere popolato? Quale sarebbe dunque l'utilità degli altri? Dio li avrebbe fatti al solo scopo di ricreare i nostri occhi? Supposizione assurda, incompatibile con la saggezza che scaturisce da tutte le Sue opere, e inammissibile se si pensa a tutte quelle cose che non possiamo percepire. Nessuno contesterà che, in questa idea di mondi non ancora adatti alla vita materiale, e tuttavia popolati da esseri viventi idonei a questo ambiente, c’è qualcosa di grande e di sublime, dove forse si trova la soluzione a più di un problema.
«No. La loro situazione è solo temporanea.»
236a. Questi mondi sono abitati contemporaneamente da esseri fisici?
«No. La loro superficie e sterile. Coloro che li abitano non hanno bisogno di niente.»
236b. Questa sterilità è permanente e concerne la loro particolare natura?
«No. Essi sono sterili transitoriamente.»
236c. Questi mondi allora sono privi di bellezze naturali?
«La natura si manifesta attraverso le bellezze dell'immensità, che non sono meno ammirevoli di quelle che voi chiamate le bellezze della natura.»
236d. Poiché lo stato di questi mondi e transitorio, la nostra Terra sarà parte un giorno di quel numero?
«Lo è stata.»
236e. In quale epoca?
«Durante la sua formazione.»
Niente e inutile in natura: ogni cosa ha il suo scopo, la sua finalità. Niente è vuoto, tutto è abitato, la vita è dappertutto. Così nel lungo corso dei secoli che si sono succeduti prima dell'apparizione dell'uomo sulla Terra, durante questi lenti periodi di transizione, attestati dagli strati geologici, prima ancora della formazione dei primi esseri organici, su questa massa informe, in questo arido caos dove gli elementi erano confusi, non c'era assenza di vita. Vi trovavano rifugio esseri che non avevano né i nostri bisogni né le nostre sensazioni fisiche. Dio ha voluto che, anche in questa condizione imperfetta, questo nostro mondo servisse a qualcosa. Pertanto chi oserebbe dire, che fra i miliardi di mondi che ruotano nell'immensità, uno solo, uno dei più piccoli, perso nella moltitudine, ebbe il privilegio esclusivo di essere popolato? Quale sarebbe dunque l'utilità degli altri? Dio li avrebbe fatti al solo scopo di ricreare i nostri occhi? Supposizione assurda, incompatibile con la saggezza che scaturisce da tutte le Sue opere, e inammissibile se si pensa a tutte quelle cose che non possiamo percepire. Nessuno contesterà che, in questa idea di mondi non ancora adatti alla vita materiale, e tuttavia popolati da esseri viventi idonei a questo ambiente, c’è qualcosa di grande e di sublime, dove forse si trova la soluzione a più di un problema.
Percezioni, sensazioni e sofferenze degli Spiriti
237. L'anima, una volta nel mondo degli Spiriti, ha ancora le percezioni che aveva quando era incarnata?
«Sì. E altre che prima non possedeva, perché il suo corpo era come un velo che le ottenebrava. L'intelligenza e un attributo dello Spirito, ma essa si manifesta più liberamente quando non ci sono ostacoli.»
«Sì. E altre che prima non possedeva, perché il suo corpo era come un velo che le ottenebrava. L'intelligenza e un attributo dello Spirito, ma essa si manifesta più liberamente quando non ci sono ostacoli.»
238. Le percezioni e le conoscenze degli Spiriti sono infinite? In una parola gli Spiriti sanno tutto?
«Più essi si avvicinano alla perfezione, più sanno. Se sono Spiriti superiori, sanno di più, mentre gli Spiriti inferiori sono più o meno ignoranti su tutte le cose.»
«Più essi si avvicinano alla perfezione, più sanno. Se sono Spiriti superiori, sanno di più, mentre gli Spiriti inferiori sono più o meno ignoranti su tutte le cose.»
239. Gli Spiriti conoscono il principio delle cose?
«Dipende dal loro grado di elevatezza e purezza. Gli Spiriti inferiori non sanno più degli uomini.»
«Dipende dal loro grado di elevatezza e purezza. Gli Spiriti inferiori non sanno più degli uomini.»
240. Gli Spiriti hanno la nostra stessa nozione del tempo?
«No. Ed è per questo che accade che non sempre ci comprendete quando si tratta di fissare date oppure epoche.»
Gli Spiriti vivono al di fuori del tempo, come lo intendiamo noi. La durata del tempo per loro è, per così dire, nulla. I secoli, interminabili per noi, sono per loro degli istanti che svaniscono nell'eternità, come le asperità del suolo si annullano e spariscono per chi si alza nello spazio.
«No. Ed è per questo che accade che non sempre ci comprendete quando si tratta di fissare date oppure epoche.»
Gli Spiriti vivono al di fuori del tempo, come lo intendiamo noi. La durata del tempo per loro è, per così dire, nulla. I secoli, interminabili per noi, sono per loro degli istanti che svaniscono nell'eternità, come le asperità del suolo si annullano e spariscono per chi si alza nello spazio.
241. Gli Spiriti hanno un'idea più precisa e più esatta del presente di quanto l'abbiamo noi?
«Succede più o meno come a chi abbia una buona vista e si fa più di un cieco un'idea precisa delle cose. Gli Spiriti vedono ciò che voi non vedete, perciò giudicano in modo diverso da voi. Ma, ancora una volta, ciò dipende dal loro grado di elevatezza.»
«Succede più o meno come a chi abbia una buona vista e si fa più di un cieco un'idea precisa delle cose. Gli Spiriti vedono ciò che voi non vedete, perciò giudicano in modo diverso da voi. Ma, ancora una volta, ciò dipende dal loro grado di elevatezza.»
242. Come hanno gli Spiriti conoscenza del passato? Questa conoscenza è per loro senza limiti?
«Il passato, quando noi ce ne occupiamo, è un presente, esattamente come quando voi ricordate una cosa che vi ha colpito nel corso del vostro esilio terreno. Solo che noi, non avendo più il velo materiale che ottenebra invece la vostra intelligenza, ricordiamo cose che per voi sono state cancellate. Però gli Spiriti non conoscono tutto, a cominciare dalla loro creazione.»
«Il passato, quando noi ce ne occupiamo, è un presente, esattamente come quando voi ricordate una cosa che vi ha colpito nel corso del vostro esilio terreno. Solo che noi, non avendo più il velo materiale che ottenebra invece la vostra intelligenza, ricordiamo cose che per voi sono state cancellate. Però gli Spiriti non conoscono tutto, a cominciare dalla loro creazione.»
243. Gli Spiriti conoscono il futuro?
«Anche questo dipende dal loro livello di perfezione. Sovente lo intravedono soltanto, ma non sempre è loro permesso di rivelarlo. Quando lo vedono a loro sembra un presente. Lo Spirito vede il futuro più chiaramente nella misura in cui si avvicina a Dio. Dopo la morte, l'anima vede e abbraccia in un sol colpo d'occhio le sue emigrazioni passate, ma non può vedere ciò che Dio le riserva. Perché questo accada, è necessario che l'anima sia completamente in Lui dopo moltissime esistenze.»
243a. Gli Spiriti giunti alla perfezione assoluta hanno una conoscenza completa del futuro?
«Completa non è la parola giusta, perché Dio solo è il maestro sovrano, e nessuno può uguagliarlo.»
«Anche questo dipende dal loro livello di perfezione. Sovente lo intravedono soltanto, ma non sempre è loro permesso di rivelarlo. Quando lo vedono a loro sembra un presente. Lo Spirito vede il futuro più chiaramente nella misura in cui si avvicina a Dio. Dopo la morte, l'anima vede e abbraccia in un sol colpo d'occhio le sue emigrazioni passate, ma non può vedere ciò che Dio le riserva. Perché questo accada, è necessario che l'anima sia completamente in Lui dopo moltissime esistenze.»
243a. Gli Spiriti giunti alla perfezione assoluta hanno una conoscenza completa del futuro?
«Completa non è la parola giusta, perché Dio solo è il maestro sovrano, e nessuno può uguagliarlo.»
244. Gli Spiriti vedono Dio?
«Solo gli Spiriti superiori Lo vedono e Lo comprendono. Gli Spiriti inferiori Lo sentono e Lo intuiscono.»
244a. Quando uno Spirito inferiore dice che Dio gli vieta o gli permette una cosa, come sa che viene da Dio?
«Lo Spirito inferiore non vede Dio, ma sente la Sua sovranità, e quando una cosa non deve essere fatta o una parola non deve essere detta, egli sente come un'intuizione, come un avvertimento invisibile che gli impedisce di farla. Voi stessi non avete forse dei presentimenti che sono per voi come degli avvertimenti segreti per fare o non fare la tale o la talaltra cosa? Lo stesso è per noi, solamente a un livello superiore, perché comprenderete bene che l'essenza degli Spiriti, essendo più affinata della vostra, può ricevere meglio gli avvertimenti divini.»
244b. L'ordine viene trasmesso allo Spirito direttamente da Dio o per mezzo di altri Spiriti?
«Non gli viene direttamente da Dio. Per comunicare con Dio bisogna esserne degni. Dio gli trasmette i Suoi ordini per mezzo di Spiriti che si trovano a un alto grado di perfezione e istruzione.»
«Solo gli Spiriti superiori Lo vedono e Lo comprendono. Gli Spiriti inferiori Lo sentono e Lo intuiscono.»
244a. Quando uno Spirito inferiore dice che Dio gli vieta o gli permette una cosa, come sa che viene da Dio?
«Lo Spirito inferiore non vede Dio, ma sente la Sua sovranità, e quando una cosa non deve essere fatta o una parola non deve essere detta, egli sente come un'intuizione, come un avvertimento invisibile che gli impedisce di farla. Voi stessi non avete forse dei presentimenti che sono per voi come degli avvertimenti segreti per fare o non fare la tale o la talaltra cosa? Lo stesso è per noi, solamente a un livello superiore, perché comprenderete bene che l'essenza degli Spiriti, essendo più affinata della vostra, può ricevere meglio gli avvertimenti divini.»
244b. L'ordine viene trasmesso allo Spirito direttamente da Dio o per mezzo di altri Spiriti?
«Non gli viene direttamente da Dio. Per comunicare con Dio bisogna esserne degni. Dio gli trasmette i Suoi ordini per mezzo di Spiriti che si trovano a un alto grado di perfezione e istruzione.»
245. La vista, negli Spiriti, è circoscritta come negli esseri fisici?
«No. Essa risiede in loro stessi.»
«No. Essa risiede in loro stessi.»
246. Gli Spiriti hanno bisogno della luce per vedere?
«Essi vedono da sé stessi e non hanno bisogno della luce. Per loro niente tenebre, eccetto quelle nelle quali possono trovarsi per espiazione.»
«Essi vedono da sé stessi e non hanno bisogno della luce. Per loro niente tenebre, eccetto quelle nelle quali possono trovarsi per espiazione.»
247. Gli Spiriti sono obbligati a spostarsi per vedere due punti
differenti? Per esempio, possono vedere simultaneamente i due emisferi
del nostro globo?
«Poiché lo Spirito si sposta con la rapidità del pensiero, si può dire ch'egli vede tutto contemporaneamente. Il suo pensiero può irradiarsi e spostarsi allo stesso tempo su più differenti punti, ma questa facoltà dipende dal suo grado di purezza: meno e puro, più la sua vista è limitata. Solo gli Spiriti superiori possono abbracciare la totalità.»
Negli Spiriti, la facoltà di vedere è una proprietà inerente alla loro natura, e che perciò risiede in tutto il loro essere, come la luce risiede in tutte le parti di un corpo luminoso. È una specie di lucidità universaleche si estende a tutto, abbraccia allo stesso tempo lo spazio, i tempi e le cose, e per la quale non ci sono né tenebre né ostacoli materiali. E si comprende perché deve essere così. Nell'uomo, agendo la vista per mezzo del meccanismo di un organo sensibilizzato dalla luce, senza di essa egli si trova nell'oscurità. Nello Spirito, invece, la facoltà di vedere, essendo un attributo proprio, che esclude qualsiasi agente esterno, e indipendente dalla luce. (Vedere Ubiquità, n. 92)
«Poiché lo Spirito si sposta con la rapidità del pensiero, si può dire ch'egli vede tutto contemporaneamente. Il suo pensiero può irradiarsi e spostarsi allo stesso tempo su più differenti punti, ma questa facoltà dipende dal suo grado di purezza: meno e puro, più la sua vista è limitata. Solo gli Spiriti superiori possono abbracciare la totalità.»
Negli Spiriti, la facoltà di vedere è una proprietà inerente alla loro natura, e che perciò risiede in tutto il loro essere, come la luce risiede in tutte le parti di un corpo luminoso. È una specie di lucidità universaleche si estende a tutto, abbraccia allo stesso tempo lo spazio, i tempi e le cose, e per la quale non ci sono né tenebre né ostacoli materiali. E si comprende perché deve essere così. Nell'uomo, agendo la vista per mezzo del meccanismo di un organo sensibilizzato dalla luce, senza di essa egli si trova nell'oscurità. Nello Spirito, invece, la facoltà di vedere, essendo un attributo proprio, che esclude qualsiasi agente esterno, e indipendente dalla luce. (Vedere Ubiquità, n. 92)
248. Lo Spirito vede le cose distintamente come noi?
«Più distintamente, perché la sua vista penetra ciò che voi non potete penetrare. Niente glielo offusca.»
«Più distintamente, perché la sua vista penetra ciò che voi non potete penetrare. Niente glielo offusca.»
249. Lo Spirito percepisce i suoni?
«Sì. E percepisce anche quelli che i vostri sensi ottusi non possono percepire.»
249a. La facoltà di udire è in tutto il suo essere come quella di vedere?
«Tutte le percezioni sono attributi dello Spirito e fanno parte del suo essere. Quando e rivestito da un corpo materiale, queste facoltà gli pervengono solo attraverso gli organi, ma in stato di libertà esse non sono più localizzate.»
«Sì. E percepisce anche quelli che i vostri sensi ottusi non possono percepire.»
249a. La facoltà di udire è in tutto il suo essere come quella di vedere?
«Tutte le percezioni sono attributi dello Spirito e fanno parte del suo essere. Quando e rivestito da un corpo materiale, queste facoltà gli pervengono solo attraverso gli organi, ma in stato di libertà esse non sono più localizzate.»
250. È possibile allo Spirito sottrarsi alle percezioni, dal momento che esse sono attributi di lui stesso?
«Lo Spirito vede e sente soltanto ciò che vuole. Questo vale in generale e soprattutto per gli Spiriti elevati, perché quelli che sono imperfetti frequentemente vedono e sentono, loro malgrado, ciò che può essere utile per il loro miglioramento.»
«Lo Spirito vede e sente soltanto ciò che vuole. Questo vale in generale e soprattutto per gli Spiriti elevati, perché quelli che sono imperfetti frequentemente vedono e sentono, loro malgrado, ciò che può essere utile per il loro miglioramento.»
251. Gli Spiriti sono sensibili alla musica?
«Intendi parlare della vostra musica? Che cos'e essa a confronto della musica celeste? Di quell'armonia di cui niente sulla Terra può darvi un'idea? L'una sta all'altra come il canto del selvaggio sta a una soave melodia. Comunque degli Spiriti volgari possono provare un certo piacere nell'udire la vostra musica, perché non è ancora dato loro comprenderne una più sublime. La musica ha per gli Spiriti attrattive infinite date le loro sviluppatissime qualità sensitive. Mi riferisco alla musica celeste, che è tutto quanto l'immaginazione spirituale può concepire di più bello e di più soave.»
«Intendi parlare della vostra musica? Che cos'e essa a confronto della musica celeste? Di quell'armonia di cui niente sulla Terra può darvi un'idea? L'una sta all'altra come il canto del selvaggio sta a una soave melodia. Comunque degli Spiriti volgari possono provare un certo piacere nell'udire la vostra musica, perché non è ancora dato loro comprenderne una più sublime. La musica ha per gli Spiriti attrattive infinite date le loro sviluppatissime qualità sensitive. Mi riferisco alla musica celeste, che è tutto quanto l'immaginazione spirituale può concepire di più bello e di più soave.»
252. Gli Spiriti sono sensibili alle bellezze della natura?
«Le bellezze della natura degli altri mondi sono così varie, che si e ben lontani dal conoscerle tutte. Sì. Gli Spiriti sono portati, secondo la loro attitudine, ad apprezzarle e comprenderle. Per gli Spiriti elevati ci sono delle bellezze d'insieme davanti alle quali spariscono, per così dire, le bellezze dei particolari.»
«Le bellezze della natura degli altri mondi sono così varie, che si e ben lontani dal conoscerle tutte. Sì. Gli Spiriti sono portati, secondo la loro attitudine, ad apprezzarle e comprenderle. Per gli Spiriti elevati ci sono delle bellezze d'insieme davanti alle quali spariscono, per così dire, le bellezze dei particolari.»
253. Gli Spiriti provano le nostre necessita e le nostre sofferenze fisiche?
«Essi le conoscono, perché le hanno subite, ma non le provano materialmente come voi. Sono Spiriti.»
«Essi le conoscono, perché le hanno subite, ma non le provano materialmente come voi. Sono Spiriti.»
254. Gli Spiriti sentono la fatica e ii bisogno di riposo?
«Essi non possono avvertire la fatica come l'intendete voi, e di conseguenza non hanno bisogno del vostro tipo di riposo fisico, in quanto non hanno organi le cui forze debbano essere ritemprate. Ma lo Spirito si riposa in questo senso: egli non è in costante attività. Egli non agisce in senso materiale e la sua azione è tutta intellettuale. Il suo riposo e completamente morale, vale a dire che ci sono dei momenti in cui il suo pensiero cessa di essere così attivo e non si concentra più su un determinato oggetto. Si tratta di un vero riposo, che pero non è paragonabile a quello del corpo. Il tipo di fatica che gli Spiriti possono provare è commisurato al loro livello di inferiorità, perché più sono elevati e meno hanno necessita di riposarsi.»
«Essi non possono avvertire la fatica come l'intendete voi, e di conseguenza non hanno bisogno del vostro tipo di riposo fisico, in quanto non hanno organi le cui forze debbano essere ritemprate. Ma lo Spirito si riposa in questo senso: egli non è in costante attività. Egli non agisce in senso materiale e la sua azione è tutta intellettuale. Il suo riposo e completamente morale, vale a dire che ci sono dei momenti in cui il suo pensiero cessa di essere così attivo e non si concentra più su un determinato oggetto. Si tratta di un vero riposo, che pero non è paragonabile a quello del corpo. Il tipo di fatica che gli Spiriti possono provare è commisurato al loro livello di inferiorità, perché più sono elevati e meno hanno necessita di riposarsi.»
255. Quando uno Spirito dice che soffre, di quale natura è la sofferenza che prova?
«Angosce morali che lo torturano più dolorosamente delle sofferenze fisiche.»
«Angosce morali che lo torturano più dolorosamente delle sofferenze fisiche.»
256. A che cosa è dovuto allora il fatto che alcuni Spiriti si sono lamentati di soffrite ii freddo e il caldo?
«È un ricordo di quello che avevano sofferto durante la vita, ricordo a volte tanto penoso quanto la realtà. Sovente è un paragone attraverso cui, in mancanza di meglio, essi esprimono la loro situazione. Quando si ricordano del loro corpo, provano una specie di sensazione, simile a quella che si prova quando ci si toglie un mantello e si crede, per qualche tempo ancora, di continuare a portarlo.»
«È un ricordo di quello che avevano sofferto durante la vita, ricordo a volte tanto penoso quanto la realtà. Sovente è un paragone attraverso cui, in mancanza di meglio, essi esprimono la loro situazione. Quando si ricordano del loro corpo, provano una specie di sensazione, simile a quella che si prova quando ci si toglie un mantello e si crede, per qualche tempo ancora, di continuare a portarlo.»
Saggio teorico sulle sensazioni negli Spiriti
257. Il corpo e lo strumento del
dolore. Se non ne e la causa prima, ne è per lo meno la causa immediata.
L'anima ha la percezione di questo dolore, e questa percezione è
l'effetto. Il ricordo che l'anima ne conserva può essere molto penoso,
ma non può avere alcuna azione fisica. In effetti né il freddo né il
caldo possono sconvolgere il tessuto dell'anima: essa non può subire né
congelamenti né bruciature. Non constatiamo forse tutti i giorni come il
ricordo o i l timore di un male fisico possa produrre l'effetto della
realtà? Causarne addirittura la morte? Tutti sanno che le persone che
hanno subito un'amputazione provano dolore nell'arto che non esiste più.
Sicuramente questo arto non può essere affatto la sede e neppure il
punto di origine del dolore, ma è il cervello che ne ha conservata la
sensazione, ecco tutto. Si può dunque credere che d sia qualcosa di
analogo nelle sofferenze dello Spirito dopo la morte. Uno studio più
approfondito del perispirito, che svolge un ruolo così importante in
tutti i fenomeni spiritisti — nelle apparizioni impalpabili o tangibili,
nello stato dello Spirito al momento della morte, nell'idea così
frequente in lui di essere ancora vivo, nel quadro così toccante dei
suicidi, dei suppliziati, di coloro che si sono lasciati assorbire dai
piaceri materiali — e tanti altri fatti hanno gettato la luce su questa
questione e hanno dato luogo a delle spiegazioni di cui facciamo qui il
riassunto.
Il perispirito e il legame che unisce lo Spirito alla materia del corpo e viene attinto dall'ambiente e dal fluido universale. Possiede allo stesso tempo elettricità, fluido magnetico e, fino a un certo punto, materia inerte. Si potrebbe dire che è la quintessenza della materia, il principio della vita organica, ma non quello della vita intellettuale: la vita intellettuale risiede nello Spirito. È inoltre l'agente delle sensazioni esterne. Nel corpo, queste sensazioni sono determinate dagli organi specifici, che servono loro da canali. Distrutto il corpo, le sensazioni diventano generali. Ecco perché lo Spirito non dice di soffrire di mal di testa piuttosto che di dolore ai piedi. Bisogna d'altra parte guardarsi dal confondere le sensazioni del perispirito, reso indipendente, con quelle del corpo: possiamo prendere queste ultime solo come termine di paragone ma non come analogia. Liberato del corpo, lo Spirito può soffrire, ma questa sofferenza non è quella del corpo e tuttavia non è neanche una sofferenza esclusivamente morale, come il rimorso, poiché si lamenta del freddo e del caldo. Lo Spirito non soffre maggiormente in inverno che in estate: abbiamo visto Spiriti passare attraverso le fiamme senza provare alcun dolore. La temperatura non provoca dunque su di loro nessuna impressione. Il dolore che avvertono non è pertanto un dolore propriamente fisico: e una vaga sensazione intima di cui lo Spirito stesso non sempre si rende perfettamente conto, proprio perché il dolore non è localizzato e perché non è provocato da agenti esterni; e un ricordo piuttosto che una realtà, ma comunque un ricordo penoso. Qualche volta pero c’è qualcosa di più di un ricordo, come vedremo.
L'esperienza ci insegna che al momento della morte il perispirito si libera più o meno lentamente del corpo. Nei primi istanti, lo Spirito non sa spiegarsi la situazione; non crede di essere morto, si sente vivo, vede il suo corpo lì accanto, sa che è il suo e non capisce che ne è separato. Questo stato persiste finché c’è un legame fra corpo e perispirito. Un suicida ci ha detto: "No, non sono morto". E ha aggiunto: "E ciononostante sento i vermi che mi rodono". Ebbene, sicuramente i vermi non rodevano il suo perispirito e ancor meno lo Spirito, essi non rodevano che il suo corpo. Ma poiché la separazione del corpo e del perispirito non era ancora completa, ne risultava una sorta di ripercussione morale che gli trasmetteva la sensazione di ciò che stava succedendo nel corpo. Ripercussione forse non è la parola giusta, poiché potrebbe far credere a un effetto troppo materiale. È piuttosto la vista di quello che succedeva nel suo corpo, al quale il suo perispirito ancora lo teneva legato, a produrre in lui un'illusione, che egli prendeva per realtà. Perciò non era un ricordo, poiché durante la vita mai era stato roso dai vermi: era una sensazione di quel momento. Vediamo pertanto le deduzioni che si possono trarre dai fatti, quando sono osservati attentamente. Durante la vita, il corpo riceve le sensazioni esterne e le trasmette allo Spirito tramite il perispirito che costituisce, probabilmente, il cosiddetto fluido nervoso. Il corpo, essendo morto, non avverte più niente, perché non c’è più in lui né Spirito né perispirito. Il perispirito, liberato del corpo, prova la sensazione, ma poiché non gli giunge più da un determinato canale, la sensazione diventa generale. Ora, essendo esso nella realtà solo un agente di trasmissione fra corpo e Spirito — poiché è lo Spirito ad avere coscienza — si deduce che, se potesse esistere un perispirito senza Spirito, esso non avvertirebbe più niente, esattamente come un corpo quando è morto. Egualmente, se lo Spirito non avesse affatto il perispirito, sarebbe inaccessibile a qualsiasi sensazione dolorosa, cosa che succede agli Spiriti completamente purificati. Noi sappiamo che quanto più gli Spiriti diventano puri, tanto più l'essenza del perispirito diventa eterea, da cui consegue che l'influenza materiale diminuisce man mano che lo Spirito progredisce, ossia man mano che lo stesso perispirito diventa meno grossolano.
Ma, si dira, le sensazioni gradevoli, come quelle sgradevoli, vengono trasmesse allo Spirito dal perispirito. Pertanto se lo Spirito puro è inaccessibile alle une, deve esserlo egualmente alle altre. Sì, senza dubbio, per quelle che provengono unicamente dall'influenza della materia che conosciamo. Per esempio, il suono dei nostri strumenti e il profumo dei nostri fiori non gli fanno nessuna impressione. Tuttavia egli ha in sé delle sensazioni intime di un'attrattiva indefinibile, di cui noi non riusciamo a farci nessuna idea, perché siamo a questo riguardo come dei ciechi dalla nascita di fronte alla luce: sappiamo che essa esiste, ma come? Qui e dove si ferma la nostra scienza. Sappiamo che esistono nello Spirito delle percezioni, delle sensazioni, l'udito, la vista, e che questi requisiti sono di tutto l'essere e non, come negli uomini, di una parte dell'essere. Ma, di nuovo, attraverso quale intermediario? È questo che non sappiamo. Gli Spiriti stessi non possono darcene conto perché la nostra lingua non possiede i termini per esprimere idee che non abbiamo, così come la lingua del selvaggio non ha i termini per esprimere le nostre arti, le nostre scienze e le nostre dottrine filosofiche.
Dicendo che gli Spiriti sono inaccessibili alle impressioni della nostra materia, ci riferiamo agli Spiriti molto elevati, il cui involucro etereo non ha niente di analogo su questa Terra. Non è lo stesso per quegli Spiriti il cui perispirito e più denso. Essi percepiscono i nostri suoni e i nostri odori, non pero attraverso una parte limitata della loro individualità, come quando erano vivi. Si potrebbe dire che le sensazioni molecolari si fanno sentire in tutto il loro essere e arrivano così al loro sensorium commune, che è lo Spirito stesso, sia pure in modo differente, e fors'anche con un'impressione diversa. È questo che produce una modificazione nella percezione. Essi intendono il suono della nostra voce e pertanto ci comprendono senza l'ausilio della parola, con la sola trasmissione del pensiero. Ciò che viene a sostegno di quanto stiamo dicendo, è che questa penetrazione del pensiero è tanto più facile quanto più lo Spirito e smaterializzato. Riguardo alla vista, essa è indipendente dalla nostra luce. La facoltà della vista e un attributo essenziale dell'anima, per la quale non c’è oscurità. Ma essa è più ampia, più penetrante in quelli che sono più purificati. L'anima, o Spirito, ha dunque in sé la facoltà di tutte le percezioni. Nella vita fisica, queste facoltà sono attenuate dalla rozzezza dei nostri organi, in quella extracorporea le percezioni si affinano nella misura in cui l'involucro semi materiale diventa più etereo.
Questo involucro, attinto dall'ambiente naturale, varia secondo la natura dei mondi. Passando da un mondo all'altro, gli Spiriti cambiano involucro come noi cambiamo d'abito passando dall'estate all'inverno, dall'equatore al polo. Gli Spiriti più elevati, quando vengono a visitarci, si rivestono dunque del perispirito terreno, e da quel momento le loro percezioni si attuano come presso i nostri Spiriti inferiori. Ma tutti gli Spiriti, sia inferiori che superiori, odono e ascoltano solo quello che vogliono udire e ascoltare. Senza avere degli organi sensitivi, possono rendere le loro percezioni attive o nulle, secondo il loro volere. C’è solo una cosa che sono obbligati a udire: i consigli degli Spiriti buoni. La vista e sempre attiva, ma essi possono rendersi reciprocamente invisibili. Secondo il rango che occupano, possono celarsi agli Spiriti che sono a loro inferiori, ma non a quelli a loro superiori. Nei primi momenti che seguono alla morte, la vista dello Spirito e sempre offuscata e confusa. Essa si schiarisce man mano che si libera della materia, e può acquistare la stessa limpidezza di quando egli era in vita, indipendentemente dalla possibilità di penetrare attraverso i corpi che per noi sono opachi. Quanto alla sua estensione attraverso lo spazio infinito, nel futuro e nel passato, essa dipende dal grado di purificazione e di elevatezza dello Spirito.
Tutte queste teorie, si dira, non sono per niente rassicuranti. Noi pensavamo che, una volta sbarazzatici del nostro grossolano involucro, strumento dei nostri dolori, non avremmo sofferto più, ed ecco che voi venite a insegnarci che soffriremo ancora, la qual cosa, sia in un modo sia in un altro, non è soffrire meno. Ebbene sì! Possiamo soffrire ancora, e molto, e a lungo, ma possiamo anche non soffrire più, fin dall'istante in cui lasciamo questa vita fisica.
Le sofferenze di questa Terra a volte non dipendono da noi, ma molte di esse sono la conseguenza della nostra volontà. Si risalga all'origine, e si vedrà che la maggior parte delle sofferenze e da attribuire a cause che avremmo potuto evitare. Quanti mali, quante infermità l'uomo non deve se non ai suoi eccessi, alla sua ambizione, in una parola alle sue passioni? L'uomo che avrà vissuto sempre sobriamente, che non avrà abusato di niente, che sarà sempre stato semplice nei suoi gusti, moderato nei suoi desideri, si risparmierà molte tribolazioni. Lo stesso è per gli Spiriti: le sofferenze che patiscono sono sempre la conseguenza del modo in cui vissero sulla Terra. Senza dubbio non avranno più ne gotta né reumatismi, ma subiranno altre sofferenze che non sono da meno. Abbiamo visto che queste sofferenze sono il risultato dei legami che ancora esistono fra lo Spirito e la materia, che più lo Spirito si libererà dell'influenza della materia, in altre parole, più sarà smaterializzato e meno avrà sensazioni dolorose. Pertanto dipende dall'uomo affrancarsi dalle influenze di questa vita: ha il suo libero arbitrio e di conseguenza la facoltà di scelta di fare o non fare. Domini le sue basse passioni, non provi né odio né invidia né gelosia né orgoglio, non sia preda dell'egoismo, purifichi la sua anima con i buoni sentimenti, faccia del bene, attribuisca alle cose di questo mondo solo l'importanza che meritano. Allora, benché ancora nell'involucro materiale, già si sta purificando e liberando della materia e, quando abbandonerà questo involucro, non ne subirà più l'influenza. Le sofferenze fisiche provate non lasceranno in lui nessun ricordo doloroso, nessuna impressione sgradevole rimarrà in lui, perché esse riguardano solo il corpo e non lo Spirito. Sarà felice di essersene liberato, e la tranquillità della sua coscienza lo affrancherà da qualsiasi sofferenza morale. Abbiamo interrogato migliaia di Spiriti, appartenenti a tutti i ranghi e ceti sociali quando erano su questa Terra, li abbiamo studiati in tutti i periodi della loro vita spiritista, fin dall'istante in cui hanno lasciato il corpo. Li abbiamo seguiti passo dopo passo nella vita d'oltretomba per osservare i cambiamenti che si operavano in loro, nelle loro idee, nelle loro sensazioni. E sotto questo aspetto non sono gli uomini più comuni quelli che ci hanno fornito i soggetti di studio meno preziosi. Pertanto abbiamo visto che le sofferenze sono sempre in rapporto alla condotta terrena, di cui essi subiscono le conseguenze, e che questa nuova esistenza e fonte di una beatitudine ineffabile per quelli che hanno seguito la retta via. Da questo consegue che quelli che soffrono è perché l'hanno voluto e devono prendersela solo con sé stessi, tanto nell'altro mondo come in questo.
Il perispirito e il legame che unisce lo Spirito alla materia del corpo e viene attinto dall'ambiente e dal fluido universale. Possiede allo stesso tempo elettricità, fluido magnetico e, fino a un certo punto, materia inerte. Si potrebbe dire che è la quintessenza della materia, il principio della vita organica, ma non quello della vita intellettuale: la vita intellettuale risiede nello Spirito. È inoltre l'agente delle sensazioni esterne. Nel corpo, queste sensazioni sono determinate dagli organi specifici, che servono loro da canali. Distrutto il corpo, le sensazioni diventano generali. Ecco perché lo Spirito non dice di soffrire di mal di testa piuttosto che di dolore ai piedi. Bisogna d'altra parte guardarsi dal confondere le sensazioni del perispirito, reso indipendente, con quelle del corpo: possiamo prendere queste ultime solo come termine di paragone ma non come analogia. Liberato del corpo, lo Spirito può soffrire, ma questa sofferenza non è quella del corpo e tuttavia non è neanche una sofferenza esclusivamente morale, come il rimorso, poiché si lamenta del freddo e del caldo. Lo Spirito non soffre maggiormente in inverno che in estate: abbiamo visto Spiriti passare attraverso le fiamme senza provare alcun dolore. La temperatura non provoca dunque su di loro nessuna impressione. Il dolore che avvertono non è pertanto un dolore propriamente fisico: e una vaga sensazione intima di cui lo Spirito stesso non sempre si rende perfettamente conto, proprio perché il dolore non è localizzato e perché non è provocato da agenti esterni; e un ricordo piuttosto che una realtà, ma comunque un ricordo penoso. Qualche volta pero c’è qualcosa di più di un ricordo, come vedremo.
L'esperienza ci insegna che al momento della morte il perispirito si libera più o meno lentamente del corpo. Nei primi istanti, lo Spirito non sa spiegarsi la situazione; non crede di essere morto, si sente vivo, vede il suo corpo lì accanto, sa che è il suo e non capisce che ne è separato. Questo stato persiste finché c’è un legame fra corpo e perispirito. Un suicida ci ha detto: "No, non sono morto". E ha aggiunto: "E ciononostante sento i vermi che mi rodono". Ebbene, sicuramente i vermi non rodevano il suo perispirito e ancor meno lo Spirito, essi non rodevano che il suo corpo. Ma poiché la separazione del corpo e del perispirito non era ancora completa, ne risultava una sorta di ripercussione morale che gli trasmetteva la sensazione di ciò che stava succedendo nel corpo. Ripercussione forse non è la parola giusta, poiché potrebbe far credere a un effetto troppo materiale. È piuttosto la vista di quello che succedeva nel suo corpo, al quale il suo perispirito ancora lo teneva legato, a produrre in lui un'illusione, che egli prendeva per realtà. Perciò non era un ricordo, poiché durante la vita mai era stato roso dai vermi: era una sensazione di quel momento. Vediamo pertanto le deduzioni che si possono trarre dai fatti, quando sono osservati attentamente. Durante la vita, il corpo riceve le sensazioni esterne e le trasmette allo Spirito tramite il perispirito che costituisce, probabilmente, il cosiddetto fluido nervoso. Il corpo, essendo morto, non avverte più niente, perché non c’è più in lui né Spirito né perispirito. Il perispirito, liberato del corpo, prova la sensazione, ma poiché non gli giunge più da un determinato canale, la sensazione diventa generale. Ora, essendo esso nella realtà solo un agente di trasmissione fra corpo e Spirito — poiché è lo Spirito ad avere coscienza — si deduce che, se potesse esistere un perispirito senza Spirito, esso non avvertirebbe più niente, esattamente come un corpo quando è morto. Egualmente, se lo Spirito non avesse affatto il perispirito, sarebbe inaccessibile a qualsiasi sensazione dolorosa, cosa che succede agli Spiriti completamente purificati. Noi sappiamo che quanto più gli Spiriti diventano puri, tanto più l'essenza del perispirito diventa eterea, da cui consegue che l'influenza materiale diminuisce man mano che lo Spirito progredisce, ossia man mano che lo stesso perispirito diventa meno grossolano.
Ma, si dira, le sensazioni gradevoli, come quelle sgradevoli, vengono trasmesse allo Spirito dal perispirito. Pertanto se lo Spirito puro è inaccessibile alle une, deve esserlo egualmente alle altre. Sì, senza dubbio, per quelle che provengono unicamente dall'influenza della materia che conosciamo. Per esempio, il suono dei nostri strumenti e il profumo dei nostri fiori non gli fanno nessuna impressione. Tuttavia egli ha in sé delle sensazioni intime di un'attrattiva indefinibile, di cui noi non riusciamo a farci nessuna idea, perché siamo a questo riguardo come dei ciechi dalla nascita di fronte alla luce: sappiamo che essa esiste, ma come? Qui e dove si ferma la nostra scienza. Sappiamo che esistono nello Spirito delle percezioni, delle sensazioni, l'udito, la vista, e che questi requisiti sono di tutto l'essere e non, come negli uomini, di una parte dell'essere. Ma, di nuovo, attraverso quale intermediario? È questo che non sappiamo. Gli Spiriti stessi non possono darcene conto perché la nostra lingua non possiede i termini per esprimere idee che non abbiamo, così come la lingua del selvaggio non ha i termini per esprimere le nostre arti, le nostre scienze e le nostre dottrine filosofiche.
Dicendo che gli Spiriti sono inaccessibili alle impressioni della nostra materia, ci riferiamo agli Spiriti molto elevati, il cui involucro etereo non ha niente di analogo su questa Terra. Non è lo stesso per quegli Spiriti il cui perispirito e più denso. Essi percepiscono i nostri suoni e i nostri odori, non pero attraverso una parte limitata della loro individualità, come quando erano vivi. Si potrebbe dire che le sensazioni molecolari si fanno sentire in tutto il loro essere e arrivano così al loro sensorium commune, che è lo Spirito stesso, sia pure in modo differente, e fors'anche con un'impressione diversa. È questo che produce una modificazione nella percezione. Essi intendono il suono della nostra voce e pertanto ci comprendono senza l'ausilio della parola, con la sola trasmissione del pensiero. Ciò che viene a sostegno di quanto stiamo dicendo, è che questa penetrazione del pensiero è tanto più facile quanto più lo Spirito e smaterializzato. Riguardo alla vista, essa è indipendente dalla nostra luce. La facoltà della vista e un attributo essenziale dell'anima, per la quale non c’è oscurità. Ma essa è più ampia, più penetrante in quelli che sono più purificati. L'anima, o Spirito, ha dunque in sé la facoltà di tutte le percezioni. Nella vita fisica, queste facoltà sono attenuate dalla rozzezza dei nostri organi, in quella extracorporea le percezioni si affinano nella misura in cui l'involucro semi materiale diventa più etereo.
Questo involucro, attinto dall'ambiente naturale, varia secondo la natura dei mondi. Passando da un mondo all'altro, gli Spiriti cambiano involucro come noi cambiamo d'abito passando dall'estate all'inverno, dall'equatore al polo. Gli Spiriti più elevati, quando vengono a visitarci, si rivestono dunque del perispirito terreno, e da quel momento le loro percezioni si attuano come presso i nostri Spiriti inferiori. Ma tutti gli Spiriti, sia inferiori che superiori, odono e ascoltano solo quello che vogliono udire e ascoltare. Senza avere degli organi sensitivi, possono rendere le loro percezioni attive o nulle, secondo il loro volere. C’è solo una cosa che sono obbligati a udire: i consigli degli Spiriti buoni. La vista e sempre attiva, ma essi possono rendersi reciprocamente invisibili. Secondo il rango che occupano, possono celarsi agli Spiriti che sono a loro inferiori, ma non a quelli a loro superiori. Nei primi momenti che seguono alla morte, la vista dello Spirito e sempre offuscata e confusa. Essa si schiarisce man mano che si libera della materia, e può acquistare la stessa limpidezza di quando egli era in vita, indipendentemente dalla possibilità di penetrare attraverso i corpi che per noi sono opachi. Quanto alla sua estensione attraverso lo spazio infinito, nel futuro e nel passato, essa dipende dal grado di purificazione e di elevatezza dello Spirito.
Tutte queste teorie, si dira, non sono per niente rassicuranti. Noi pensavamo che, una volta sbarazzatici del nostro grossolano involucro, strumento dei nostri dolori, non avremmo sofferto più, ed ecco che voi venite a insegnarci che soffriremo ancora, la qual cosa, sia in un modo sia in un altro, non è soffrire meno. Ebbene sì! Possiamo soffrire ancora, e molto, e a lungo, ma possiamo anche non soffrire più, fin dall'istante in cui lasciamo questa vita fisica.
Le sofferenze di questa Terra a volte non dipendono da noi, ma molte di esse sono la conseguenza della nostra volontà. Si risalga all'origine, e si vedrà che la maggior parte delle sofferenze e da attribuire a cause che avremmo potuto evitare. Quanti mali, quante infermità l'uomo non deve se non ai suoi eccessi, alla sua ambizione, in una parola alle sue passioni? L'uomo che avrà vissuto sempre sobriamente, che non avrà abusato di niente, che sarà sempre stato semplice nei suoi gusti, moderato nei suoi desideri, si risparmierà molte tribolazioni. Lo stesso è per gli Spiriti: le sofferenze che patiscono sono sempre la conseguenza del modo in cui vissero sulla Terra. Senza dubbio non avranno più ne gotta né reumatismi, ma subiranno altre sofferenze che non sono da meno. Abbiamo visto che queste sofferenze sono il risultato dei legami che ancora esistono fra lo Spirito e la materia, che più lo Spirito si libererà dell'influenza della materia, in altre parole, più sarà smaterializzato e meno avrà sensazioni dolorose. Pertanto dipende dall'uomo affrancarsi dalle influenze di questa vita: ha il suo libero arbitrio e di conseguenza la facoltà di scelta di fare o non fare. Domini le sue basse passioni, non provi né odio né invidia né gelosia né orgoglio, non sia preda dell'egoismo, purifichi la sua anima con i buoni sentimenti, faccia del bene, attribuisca alle cose di questo mondo solo l'importanza che meritano. Allora, benché ancora nell'involucro materiale, già si sta purificando e liberando della materia e, quando abbandonerà questo involucro, non ne subirà più l'influenza. Le sofferenze fisiche provate non lasceranno in lui nessun ricordo doloroso, nessuna impressione sgradevole rimarrà in lui, perché esse riguardano solo il corpo e non lo Spirito. Sarà felice di essersene liberato, e la tranquillità della sua coscienza lo affrancherà da qualsiasi sofferenza morale. Abbiamo interrogato migliaia di Spiriti, appartenenti a tutti i ranghi e ceti sociali quando erano su questa Terra, li abbiamo studiati in tutti i periodi della loro vita spiritista, fin dall'istante in cui hanno lasciato il corpo. Li abbiamo seguiti passo dopo passo nella vita d'oltretomba per osservare i cambiamenti che si operavano in loro, nelle loro idee, nelle loro sensazioni. E sotto questo aspetto non sono gli uomini più comuni quelli che ci hanno fornito i soggetti di studio meno preziosi. Pertanto abbiamo visto che le sofferenze sono sempre in rapporto alla condotta terrena, di cui essi subiscono le conseguenze, e che questa nuova esistenza e fonte di una beatitudine ineffabile per quelli che hanno seguito la retta via. Da questo consegue che quelli che soffrono è perché l'hanno voluto e devono prendersela solo con sé stessi, tanto nell'altro mondo come in questo.
Scelta delle prove
258. Nello stato errante, e prima di intraprendere una nuova esistenza
fisica, lo Spirito ha coscienza e presentimento delle cose che gli
succederanno durante la vita?
«Lo Spirito sceglie lui stesso il genere di prove che vuole subire ed e in ciò che consiste il suo libero arbitrio.»
258a. Non è Dio dunque che gli impone le sofferenze della vita come castigo?
«Niente succede senza il permesso di Dio, perché e Lui che ha stabilito tutte le leggi che reggono l'universo. Domandatevi pertanto perché ha fatto la tale legge piuttosto che la talaltra! Dando allo Spirito la libertà di scelta, gli lascia tutta la responsabilità dei suoi atti e delle relative conseguenze. Niente intralcia il suo futuro. La via del bene gli sta di fronte come quella del male. Mas e soccombe, gli rimane una consolazione, quella, cioè, che non tutto e finito per lui e che Dio, nella Sua bontà, lo lascia libero di rifare ciò che ha eseguito male. Si deve, d'altronde, distinguere ciò che è opera della volontà di Dio da ciò che è opera della volontà dell'uomo. Se un pericolo vi minaccia, non siete voi che avete creato questo pericolo, e Dio. Voi avete pero la volontà di esporvi, perché in ciò avete visto un mezzo di avanzamento, ed e Dio che lo ha permesso.»
«Lo Spirito sceglie lui stesso il genere di prove che vuole subire ed e in ciò che consiste il suo libero arbitrio.»
258a. Non è Dio dunque che gli impone le sofferenze della vita come castigo?
«Niente succede senza il permesso di Dio, perché e Lui che ha stabilito tutte le leggi che reggono l'universo. Domandatevi pertanto perché ha fatto la tale legge piuttosto che la talaltra! Dando allo Spirito la libertà di scelta, gli lascia tutta la responsabilità dei suoi atti e delle relative conseguenze. Niente intralcia il suo futuro. La via del bene gli sta di fronte come quella del male. Mas e soccombe, gli rimane una consolazione, quella, cioè, che non tutto e finito per lui e che Dio, nella Sua bontà, lo lascia libero di rifare ciò che ha eseguito male. Si deve, d'altronde, distinguere ciò che è opera della volontà di Dio da ciò che è opera della volontà dell'uomo. Se un pericolo vi minaccia, non siete voi che avete creato questo pericolo, e Dio. Voi avete pero la volontà di esporvi, perché in ciò avete visto un mezzo di avanzamento, ed e Dio che lo ha permesso.»
259. Se lo Spirito ha facoltà di scelta nel genere di prova che deve
subire, ne consegue che tutte le sofferenze che proviamo nella vita sono
state previste e scelte da noi?
«Tutte non è il termine corretto, perché non si può dire che voi abbiate scelto e previsto tutto ciò che vi capita nella vita, fin nei minimi particolari. Voi avete scelto il genere di prova, ma i fatti in dettaglio sono la conseguenza della situazione e sovente delle vostre stesse azioni. Se, per esempio, lo Spirito ha voluto nascere in mezzo a gente di malaffare, sapeva a quali tentazioni egli si sarebbe esposto, ma non conosceva una per una le azioni che avrebbe commesso. Queste azioni sono l'effetto della sua volontà o del suo libero arbitrio. Lo Spirito sa che scegliendo una tale strada avrà un certo tipo di lotta da affrontare. Egli conosce pertanto la natura delle vicissitudini che incontrerà, ma non sa se sarà il tale avvenimento piuttosto che il talaltro. Gli eventi secondari nascono dalle circostanze e dalla forza delle cose. Sono solo i grandi eventi — quelli che influiscono sul destino — che sono prevedibili. Se si prende un cammino pieno di ostacoli, si sa che si devono prendere molte precauzioni perché si corre il pericolo di cadere, ma non si sa dove si andrà a cadere, E può anche darsi che non si cada, se si e molto prudenti. Se, camminando per strada, vi cade una tegola in testa, non crediate che, come comunemente si dice, stava scritto.»
«Tutte non è il termine corretto, perché non si può dire che voi abbiate scelto e previsto tutto ciò che vi capita nella vita, fin nei minimi particolari. Voi avete scelto il genere di prova, ma i fatti in dettaglio sono la conseguenza della situazione e sovente delle vostre stesse azioni. Se, per esempio, lo Spirito ha voluto nascere in mezzo a gente di malaffare, sapeva a quali tentazioni egli si sarebbe esposto, ma non conosceva una per una le azioni che avrebbe commesso. Queste azioni sono l'effetto della sua volontà o del suo libero arbitrio. Lo Spirito sa che scegliendo una tale strada avrà un certo tipo di lotta da affrontare. Egli conosce pertanto la natura delle vicissitudini che incontrerà, ma non sa se sarà il tale avvenimento piuttosto che il talaltro. Gli eventi secondari nascono dalle circostanze e dalla forza delle cose. Sono solo i grandi eventi — quelli che influiscono sul destino — che sono prevedibili. Se si prende un cammino pieno di ostacoli, si sa che si devono prendere molte precauzioni perché si corre il pericolo di cadere, ma non si sa dove si andrà a cadere, E può anche darsi che non si cada, se si e molto prudenti. Se, camminando per strada, vi cade una tegola in testa, non crediate che, come comunemente si dice, stava scritto.»
260. Come può lo Spirito voler nascere fra gente di malaffare?
«Si deve pur mandarlo in un ambiente dove possa subire la prova che ha domandato. Ebbene! È necessario che ci sia analogia: per lottare contro l'istinto del brigantaggio, bisogna ch'egli si trovi fra gente di questo tipo.»
260a. Se non ci fossero individui della malavita sulla Terra, lo Spirito non potrebbe allora trovarvi l'ambiente adeguato a determinate prove?
«Ci si dovrebbe allora lamentare per questo? È ciò che succede nei mondi superiori dove il male non ha accesso. È per questo che lì ci sono solo i buoni Spiriti. Fate in modo che sia al più presto così anche sulla vostra Terra.»
«Si deve pur mandarlo in un ambiente dove possa subire la prova che ha domandato. Ebbene! È necessario che ci sia analogia: per lottare contro l'istinto del brigantaggio, bisogna ch'egli si trovi fra gente di questo tipo.»
260a. Se non ci fossero individui della malavita sulla Terra, lo Spirito non potrebbe allora trovarvi l'ambiente adeguato a determinate prove?
«Ci si dovrebbe allora lamentare per questo? È ciò che succede nei mondi superiori dove il male non ha accesso. È per questo che lì ci sono solo i buoni Spiriti. Fate in modo che sia al più presto così anche sulla vostra Terra.»
261. Lo Spirito, nelle prove che deve subire per arrivare alla
perfezione, deve provare ogni genere di tentazioni? Deve passare
attraverso tutte le situazioni che possano provocare in lui orgoglio,
gelosia, avarizia, sensualità ecc.?
«Certamente no, poiché si sa che ci sono Spiriti che prendono, sin dall'inizio, un cammino che li affranca da molte prove. Ma chi sì lascia trascinare sulla cattiva strada, corre tutti i pericoli di questa strada. Per esempio, uno Spirito può chiedere la ricchezza e gli può anche essere accordata. Allora, secondo il suo carattere, potrà diventare avaro o prodigo, egoista o generoso, oppure si abbandonerà a tutti i piaceri dei sensi. Ma non è detto che dovrà passare per forza attraverso la trafila di tutte queste inclinazioni.»
«Certamente no, poiché si sa che ci sono Spiriti che prendono, sin dall'inizio, un cammino che li affranca da molte prove. Ma chi sì lascia trascinare sulla cattiva strada, corre tutti i pericoli di questa strada. Per esempio, uno Spirito può chiedere la ricchezza e gli può anche essere accordata. Allora, secondo il suo carattere, potrà diventare avaro o prodigo, egoista o generoso, oppure si abbandonerà a tutti i piaceri dei sensi. Ma non è detto che dovrà passare per forza attraverso la trafila di tutte queste inclinazioni.»
262. Come può lo Spirito, che in origine è semplice, ignorante e senza
esperienza, scegliere un'esistenza con cognizione di causa ed essere
responsabile della sua scelta?
«Dio supplisce alla sua inesperienza tracciandogli il cammino che deve seguire, come si fa con un bambino sin dalla culla. Poi a poco a poco lo lascia padrone di scegliere nella misura in cui il suo libero arbitrio si sviluppa, ed è allora che sovente traligna, prendendo la cattiva strada se non ascolta i consigli dei buoni Spiriti. È questa che può chiamarsi la caduta dell'uomo.»
262a. Quando lo Spirito fruisce del libero arbitrio, la scelta dell'esistenza fisica dipende sempre esclusivamente dalla sua volontà, oppure questa esistenza gli può essere imposta dalla volontà di Dio come espiazione?
«Dio sa attendere: non affretta l'espiazione. Ciononostante Dio può imporre un'esistenza a uno Spirito, quando questo, a causa del suo basso livello o per la sua cattiva volontà, non è adatto a comprendere ciò che per lui potrebbe essere più salutare, o quando vede che questa esistenza può servire alla sua purificazione e al suo avanzamento, trovandovi nello stesso tempo un'espiazione.»
«Dio supplisce alla sua inesperienza tracciandogli il cammino che deve seguire, come si fa con un bambino sin dalla culla. Poi a poco a poco lo lascia padrone di scegliere nella misura in cui il suo libero arbitrio si sviluppa, ed è allora che sovente traligna, prendendo la cattiva strada se non ascolta i consigli dei buoni Spiriti. È questa che può chiamarsi la caduta dell'uomo.»
262a. Quando lo Spirito fruisce del libero arbitrio, la scelta dell'esistenza fisica dipende sempre esclusivamente dalla sua volontà, oppure questa esistenza gli può essere imposta dalla volontà di Dio come espiazione?
«Dio sa attendere: non affretta l'espiazione. Ciononostante Dio può imporre un'esistenza a uno Spirito, quando questo, a causa del suo basso livello o per la sua cattiva volontà, non è adatto a comprendere ciò che per lui potrebbe essere più salutare, o quando vede che questa esistenza può servire alla sua purificazione e al suo avanzamento, trovandovi nello stesso tempo un'espiazione.»
263. Lo Spirito fa la sua scelta immediatamente dopo la morte?
«No. Molti credono all'eternità delle pene. V i è stato già detto: questo è un castigo.»
«No. Molti credono all'eternità delle pene. V i è stato già detto: questo è un castigo.»
264. Che cose che orienta lo Spirito nella scelta delle prove che vuole subire?
«Sceglie quelle che, secondo la natura delle sue colpe, possono essere per lui un'espiazione e possono farlo avanzare più rapidamente. Alcuni possono dunque imporsi una vita di miseria e di privazioni per tentare di sopportarla con coraggio, altri possono voler mettersi alla prova attraverso le tentazioni delle ricchezze e del potere, ben più pericolose per l'abuso o i l cattivo uso che se ne può fare, e per le basse passioni che suscitano. Altri infine vogliono mettersi alla prova attraverso le lotte che devono sostenere a contatto con il vizio.»
«Sceglie quelle che, secondo la natura delle sue colpe, possono essere per lui un'espiazione e possono farlo avanzare più rapidamente. Alcuni possono dunque imporsi una vita di miseria e di privazioni per tentare di sopportarla con coraggio, altri possono voler mettersi alla prova attraverso le tentazioni delle ricchezze e del potere, ben più pericolose per l'abuso o i l cattivo uso che se ne può fare, e per le basse passioni che suscitano. Altri infine vogliono mettersi alla prova attraverso le lotte che devono sostenere a contatto con il vizio.»
265. Se certi Spiriti scelgono il contatto con il vizio come prova, ve
ne sono di quelli che lo scelgono per simpatia e per il desiderio di
vivere in un ambiente conforme alle loro tendenze, o per potersi
abbandonare liberamente alle soddisfazioni materiali?
«Ce ne sono, e certo, ma solo tra quelli il cui senso morale è ancora poco sviluppato. La prova viene da sé ed essi la subiscono più a lungo. Prima o poi comprendono che la soddisfazione delle basse passioni ha per loro delle conseguenze deplorevoli che essi subiranno per un tempo che sembrerà loro eterno. Dio potrà lasciarli in questa condizione fin quando non abbiano compreso la loro colpa e non chiedano essi stessi di espiarla con delle prove proficue.»
«Ce ne sono, e certo, ma solo tra quelli il cui senso morale è ancora poco sviluppato. La prova viene da sé ed essi la subiscono più a lungo. Prima o poi comprendono che la soddisfazione delle basse passioni ha per loro delle conseguenze deplorevoli che essi subiranno per un tempo che sembrerà loro eterno. Dio potrà lasciarli in questa condizione fin quando non abbiano compreso la loro colpa e non chiedano essi stessi di espiarla con delle prove proficue.»
266. Non appare naturale che scelgano le prove meno penose?
«Per voi, sì. Ma per lo Spirito, no. Quando si libera della materia, l'illusione cessa ed egli pensa in modo diverso.»
L'uomo, sulla Terra, posto sotto l'influenza delle idee materiali, vede in queste prove solo il lato penoso ed è per questo che gli sembra naturale scegliere quelle che, dal suo punto di vista, coincidono con i piaceri materiali. Ma nella vita spirituale confronta queste soddisfazioni fuggitive e grossolane con la felicita inalterabile che intravede. Pertanto che cosa può importargli qualche sofferenza passeggera? Lo Spirito può dunque scegliere la prova più dura e, di conseguenza, l'esistenza più penosa, nella speranza di raggiungere più in fretta una condizione migliore, così come molte volte il malato sceglie la medicina più sgradevole per guarire prima. Chi vuole legare il proprio nome alla scoperta di un paese sconosciuto non sceglie una strada tra i fiori. Conosce i pericoli che corre, ma sa anche della gloria che lo attende se riesce nell'impresa.
La dottrina della libertà, nella scelta delle nostre esistenze e delle prove cui saremo sottoposti, cessa di sembrare straordinaria se si considera che gli Spiriti, liberatisi della materia, valutano le cose in modo diverso da quello con cui le valutiamo noi. Essi percepiscono l'obiettivo, obiettivo per loro ben più serio di quanto non lo siano le gioie passeggere del mondo. Dopo ogni esistenza essi vedono il passo avanti compiuto e quanto ancora manchi loro in purezza, per raggiungere questo obiettivo. Ecco perché si sottomettono volontariamente a tutte le vicissitudini della vita fisica, domandando essi stessi quelle prove che possano farglielo raggiungere il più presto possibile. È dunque a torto che ci si meraviglia nel vedere lo Spirito non dare la preferenza all'esistenza più dolce. Di questa vita esente da amarezze egli non può godere finché si trova nel suo stato d'imperfezione. La intravede ed è per arrivarci che cerca di migliorarsi.
D'altra parte non abbiamo forse sotto gli occhi tutti i giorni l'esempio di scelte simili? L'uomo che lavora per buona parte della sua vita senza tregua né riposo, per accumulare quanto gli serve per procurarsi il benessere, cos'e che fa se non svolgere un compito che si impone, in vista di un avvenire migliore? Il soldato che si offre per una missione pericolosa, il viaggiatore che affronta pericoli non meno gravi nell'interesse della scienza o della propria fortuna, cos'e che fanno se non compiere delle prove volontarie, che possono procurar loro felicita e profitto se riusciranno nell'impresa? A che cosa l'uomo non si sottomette e non si espone per il suo interesse o per la sua gloria? Tutti i concorsi non sono anch'essi prove volontarie alle quali ci si sottomette in vista di un avanzamento nella carriera che si e scelta? Si arriva a una posizione sociale di alto livello nelle scienze, nelle arti, nell'industria, solo passando per la trafila dei gradi inferiori che sono anch'essi altrettante prove. La vita umana e così il calco della vita spirituale: vi ritroviamo in piccolo tutte le stesse peripezie. Se dunque, nella vita terrena, scegliamo sovente le prove più dure in vista di una posizione più elevata, perché lo Spirito — che vede più lontano di noi uomini di questa Terra, e per il quale la vita fisica non è che un incidente passeggero — non dovrebbe fare la scelta di un'esistenza penosa e laboriosa, se essa può condurlo alla felicità eterna? Coloro che dicono che, se l'uomo avesse la scelta della propria esistenza, essi chiederebbero di essere principi o milionari, sono come i miopi che vedono solo quello che toccano, o come quei bambini golosi ai quali si domandi quale lavoro preferiscono e rispondono: pasticciere o cioccolataio.
Così è il viaggiatore che, in fondo a una valle immersa nella nebbia, non vede né la lunghezza né i due punti estremi della sua strada. Ma, arrivato in vetta alla montagna, abbraccia con lo sguardo il cammino che ha percorso e quel che gli resta da percorrere. Vede la sua meta, gli ostacoli che deve ancora superare, e può organizzare con maggiore sicurezza i mezzi per arrivarci. Lo Spirito incarnato e come il viaggiatore ai piedi della montagna. Sbarazzatosi dei legami terreni, domina la situazione come chi sta sulla vetta della montagna. Per il viaggiatore la meta e il riposo dopo la fatica, per lo Spirito il fine è la beatitudine suprema dopo le tribolazioni e le prove.
Tutti gli Spiriti dicono che nello stato errante indagano, studiano, osservano per fare la loro scelta. Non ne abbiamo un esempio nella vita su questa Terra? Non cerchiamo sovente per anni la carriera sulla quale fissiamo liberamente la nostra scelta, perché la crediamo la più idonea per farci realizzare il nostro cammino? Se falliamo in una, ne cerchiamo un'altra. Ogni carriera che abbracciamo e una fase, un periodo della vita. Ogni giorno non è forse impiegato nel cercare ciò che faremo il giorno seguente? Ora, che cosa sono le varie esistenze fisiche, per lo Spirito, se non delle fasi, dei periodi, dei giorni per la sua vita spiritista, che è, come si sa, la sua vita normale, essendo la vita fisica solo transitoria e passeggera?
«Per voi, sì. Ma per lo Spirito, no. Quando si libera della materia, l'illusione cessa ed egli pensa in modo diverso.»
L'uomo, sulla Terra, posto sotto l'influenza delle idee materiali, vede in queste prove solo il lato penoso ed è per questo che gli sembra naturale scegliere quelle che, dal suo punto di vista, coincidono con i piaceri materiali. Ma nella vita spirituale confronta queste soddisfazioni fuggitive e grossolane con la felicita inalterabile che intravede. Pertanto che cosa può importargli qualche sofferenza passeggera? Lo Spirito può dunque scegliere la prova più dura e, di conseguenza, l'esistenza più penosa, nella speranza di raggiungere più in fretta una condizione migliore, così come molte volte il malato sceglie la medicina più sgradevole per guarire prima. Chi vuole legare il proprio nome alla scoperta di un paese sconosciuto non sceglie una strada tra i fiori. Conosce i pericoli che corre, ma sa anche della gloria che lo attende se riesce nell'impresa.
La dottrina della libertà, nella scelta delle nostre esistenze e delle prove cui saremo sottoposti, cessa di sembrare straordinaria se si considera che gli Spiriti, liberatisi della materia, valutano le cose in modo diverso da quello con cui le valutiamo noi. Essi percepiscono l'obiettivo, obiettivo per loro ben più serio di quanto non lo siano le gioie passeggere del mondo. Dopo ogni esistenza essi vedono il passo avanti compiuto e quanto ancora manchi loro in purezza, per raggiungere questo obiettivo. Ecco perché si sottomettono volontariamente a tutte le vicissitudini della vita fisica, domandando essi stessi quelle prove che possano farglielo raggiungere il più presto possibile. È dunque a torto che ci si meraviglia nel vedere lo Spirito non dare la preferenza all'esistenza più dolce. Di questa vita esente da amarezze egli non può godere finché si trova nel suo stato d'imperfezione. La intravede ed è per arrivarci che cerca di migliorarsi.
D'altra parte non abbiamo forse sotto gli occhi tutti i giorni l'esempio di scelte simili? L'uomo che lavora per buona parte della sua vita senza tregua né riposo, per accumulare quanto gli serve per procurarsi il benessere, cos'e che fa se non svolgere un compito che si impone, in vista di un avvenire migliore? Il soldato che si offre per una missione pericolosa, il viaggiatore che affronta pericoli non meno gravi nell'interesse della scienza o della propria fortuna, cos'e che fanno se non compiere delle prove volontarie, che possono procurar loro felicita e profitto se riusciranno nell'impresa? A che cosa l'uomo non si sottomette e non si espone per il suo interesse o per la sua gloria? Tutti i concorsi non sono anch'essi prove volontarie alle quali ci si sottomette in vista di un avanzamento nella carriera che si e scelta? Si arriva a una posizione sociale di alto livello nelle scienze, nelle arti, nell'industria, solo passando per la trafila dei gradi inferiori che sono anch'essi altrettante prove. La vita umana e così il calco della vita spirituale: vi ritroviamo in piccolo tutte le stesse peripezie. Se dunque, nella vita terrena, scegliamo sovente le prove più dure in vista di una posizione più elevata, perché lo Spirito — che vede più lontano di noi uomini di questa Terra, e per il quale la vita fisica non è che un incidente passeggero — non dovrebbe fare la scelta di un'esistenza penosa e laboriosa, se essa può condurlo alla felicità eterna? Coloro che dicono che, se l'uomo avesse la scelta della propria esistenza, essi chiederebbero di essere principi o milionari, sono come i miopi che vedono solo quello che toccano, o come quei bambini golosi ai quali si domandi quale lavoro preferiscono e rispondono: pasticciere o cioccolataio.
Così è il viaggiatore che, in fondo a una valle immersa nella nebbia, non vede né la lunghezza né i due punti estremi della sua strada. Ma, arrivato in vetta alla montagna, abbraccia con lo sguardo il cammino che ha percorso e quel che gli resta da percorrere. Vede la sua meta, gli ostacoli che deve ancora superare, e può organizzare con maggiore sicurezza i mezzi per arrivarci. Lo Spirito incarnato e come il viaggiatore ai piedi della montagna. Sbarazzatosi dei legami terreni, domina la situazione come chi sta sulla vetta della montagna. Per il viaggiatore la meta e il riposo dopo la fatica, per lo Spirito il fine è la beatitudine suprema dopo le tribolazioni e le prove.
Tutti gli Spiriti dicono che nello stato errante indagano, studiano, osservano per fare la loro scelta. Non ne abbiamo un esempio nella vita su questa Terra? Non cerchiamo sovente per anni la carriera sulla quale fissiamo liberamente la nostra scelta, perché la crediamo la più idonea per farci realizzare il nostro cammino? Se falliamo in una, ne cerchiamo un'altra. Ogni carriera che abbracciamo e una fase, un periodo della vita. Ogni giorno non è forse impiegato nel cercare ciò che faremo il giorno seguente? Ora, che cosa sono le varie esistenze fisiche, per lo Spirito, se non delle fasi, dei periodi, dei giorni per la sua vita spiritista, che è, come si sa, la sua vita normale, essendo la vita fisica solo transitoria e passeggera?
267. Lo Spirito ha la possibilità di fare la sua scelta durante il suo stato corporeo?
«Il suo desiderio può avere una certa influenza; ciò dipende dall'intenzione. Quando ritorna Spirito, vede le cose in modo ben diverso. È solo lo Spirito che fa la scelta. Ma, lo ripeto, può farla anche nella vita materiale, perché lo Spirito ha sempre dei momenti in cui è indipendente dalla materia in cui abita.»
267a. Molti desiderano il potere e le ricchezze e di certo né come espiazione né come prova.
«Senza dubbio è la materia che tende a questi poteri per goderne, ed e lo Spirito che li desidera per conoscerne le vicissitudini.»
«Il suo desiderio può avere una certa influenza; ciò dipende dall'intenzione. Quando ritorna Spirito, vede le cose in modo ben diverso. È solo lo Spirito che fa la scelta. Ma, lo ripeto, può farla anche nella vita materiale, perché lo Spirito ha sempre dei momenti in cui è indipendente dalla materia in cui abita.»
267a. Molti desiderano il potere e le ricchezze e di certo né come espiazione né come prova.
«Senza dubbio è la materia che tende a questi poteri per goderne, ed e lo Spirito che li desidera per conoscerne le vicissitudini.»
268. Finché lo Spirito non arriva allo stato di purezza perfetta, deve continuamente subire delle prove?
«Sì, ma esse non sono come le Intendete voi, che chiamate prove le tribolazioni materiali. Ora, lo Spirito, pervenuto a un certo grado, pur senza essere perfetto, non ha più prove da subire, ma ha sempre dei doveri che l'aiutano a perfezionarsi. Questi doveri non hanno niente di penoso per lui, non fosse altro che quello di aiutare gli altri a perfezionarsi.»
«Sì, ma esse non sono come le Intendete voi, che chiamate prove le tribolazioni materiali. Ora, lo Spirito, pervenuto a un certo grado, pur senza essere perfetto, non ha più prove da subire, ma ha sempre dei doveri che l'aiutano a perfezionarsi. Questi doveri non hanno niente di penoso per lui, non fosse altro che quello di aiutare gli altri a perfezionarsi.»
269. Lo Spirito può ingannarsi sull'efficacia della prova che sceglie?
«Potrebbe sceglierne una che è al di sopra delle sue forze, e allora egli soccombe. Ma potrebbe anche sceglierne una che non gli giova affatto, come nel caso in cui cercasse un genere di vita oziosa e inutile. Ma allora, una volta rientrato nel mondo degli Spiriti, si accorge di non aver guadagnato niente e domanda di recuperare il tempo perduto.»
«Potrebbe sceglierne una che è al di sopra delle sue forze, e allora egli soccombe. Ma potrebbe anche sceglierne una che non gli giova affatto, come nel caso in cui cercasse un genere di vita oziosa e inutile. Ma allora, una volta rientrato nel mondo degli Spiriti, si accorge di non aver guadagnato niente e domanda di recuperare il tempo perduto.»
270. A che cosa sono dovute le vocazioni di alcuni e il loro desiderio di seguire una carriera piuttosto che un'altra?
«Mi sembra che possiate rispondere voi stessi a questa domanda. Non è forse la conseguenza di tutto ciò che abbiamo detto sulla scelta delle prove e sul progresso compiuto in un'esistenza precedente?»
«Mi sembra che possiate rispondere voi stessi a questa domanda. Non è forse la conseguenza di tutto ciò che abbiamo detto sulla scelta delle prove e sul progresso compiuto in un'esistenza precedente?»
271. Nello stato erratico lo Spirito, studiando le diverse condizioni
nelle quali potrà progredire, come pensa di poter realizzare ciò? Per
esempio, nascendo fra i popoli cannibali?
«Non sono gli Spiriti già avanzati quelli che nascono fra i cannibali, ma Spiriti della natura dei cannibali o che sono a loro inferiori.»
Sappiamo che i nostri antropofagi non si trovano all'ultimo gradino della scala evolutiva e che ci sono dei mondi in cui l'abbrutimento e la ferocia non hanno uguali sulla Terra. Questi Spiriti sono dunque inferiori ai più inferiori del nostro mondo, e venire fra i nostri selvaggi e per loro un progresso, come sarebbe un progresso per i nostri antropofagi esercitare fra di noi una professione che li obbligasse a versare il sangue. Se non mirano più in alto, e perché l'inferiorità morale non permette loro di comprendere un progresso più completo. Lo Spirito non può avanzare che gradualmente. Non può superare d'un balzo la distanza che separa la barbarie dalla civilizzazione, ed e in ciò che troviamo una delle necessita della reincarnazione, che corrisponde veramente alla giustizia di Dio. Altrimenti che cosa diventerebbero questi milioni di esseri che muoiono ogni giorno all'ultimo stadio del degrado, se non avessero i mezzi per raggiungere il grado superiore? Perché Dio avrebbe dovuto privarli dei favori concessi agli altri uomini?
«Non sono gli Spiriti già avanzati quelli che nascono fra i cannibali, ma Spiriti della natura dei cannibali o che sono a loro inferiori.»
Sappiamo che i nostri antropofagi non si trovano all'ultimo gradino della scala evolutiva e che ci sono dei mondi in cui l'abbrutimento e la ferocia non hanno uguali sulla Terra. Questi Spiriti sono dunque inferiori ai più inferiori del nostro mondo, e venire fra i nostri selvaggi e per loro un progresso, come sarebbe un progresso per i nostri antropofagi esercitare fra di noi una professione che li obbligasse a versare il sangue. Se non mirano più in alto, e perché l'inferiorità morale non permette loro di comprendere un progresso più completo. Lo Spirito non può avanzare che gradualmente. Non può superare d'un balzo la distanza che separa la barbarie dalla civilizzazione, ed e in ciò che troviamo una delle necessita della reincarnazione, che corrisponde veramente alla giustizia di Dio. Altrimenti che cosa diventerebbero questi milioni di esseri che muoiono ogni giorno all'ultimo stadio del degrado, se non avessero i mezzi per raggiungere il grado superiore? Perché Dio avrebbe dovuto privarli dei favori concessi agli altri uomini?
272. Gli Spiriti che vengono sulla Terra da un mondo inferiore, o da un
popolo molto arretrato, come i cannibali, per esempio, potrebbero
nascere fra i popoli civilizzati?
«Sì, ce ne sono che fuorviano volendo salire troppo in alto. Ma allora si trovano fuori posto fra voi perché hanno dei costumi e degli istinti che cozzano con i vostri.»
Questi esseri ci offrono il triste spettacolo della ferocia in mezzo alla civilizzazione. Rinascendo essi fra i cannibali, non sarebbe una retrocessione, poiché non farebbero altro che riprendere il loro posto e forse ci guadagnerebbero ancora.
«Sì, ce ne sono che fuorviano volendo salire troppo in alto. Ma allora si trovano fuori posto fra voi perché hanno dei costumi e degli istinti che cozzano con i vostri.»
Questi esseri ci offrono il triste spettacolo della ferocia in mezzo alla civilizzazione. Rinascendo essi fra i cannibali, non sarebbe una retrocessione, poiché non farebbero altro che riprendere il loro posto e forse ci guadagnerebbero ancora.
273. Un uomo che è appartenuto a una società civilizzata potrebbe, per espiazione, essere reincarnato in un selvaggio?
«Si.Ma ciò dipende dal genere di espiazione. Un padrone che sia stato duro con i suoi schiavi potrà diventare schiavo a sua volta e subire i maltrattamenti che ha fatto subire. Chi un giorno ha comandato può, in una nuova esistenza, obbedire proprio a coloro che si erano piegati alla sua volontà. Si tratta di un'espiazione, nel caso avesse abusato del suo potere, e Dio può imporgliela. Uno Spirito buono può anche scegliere un'esistenza autorevole fra questi popoli per farli avanzare, e allora si tratta di una missione.»
«Si.Ma ciò dipende dal genere di espiazione. Un padrone che sia stato duro con i suoi schiavi potrà diventare schiavo a sua volta e subire i maltrattamenti che ha fatto subire. Chi un giorno ha comandato può, in una nuova esistenza, obbedire proprio a coloro che si erano piegati alla sua volontà. Si tratta di un'espiazione, nel caso avesse abusato del suo potere, e Dio può imporgliela. Uno Spirito buono può anche scegliere un'esistenza autorevole fra questi popoli per farli avanzare, e allora si tratta di una missione.»
Relazioni d'Oltretomba
274. I differenti ordini di Spiriti stabiliscono fra loro una gerarchia
di potere? Ci sono fra gli Spiriti dei subordinati e dei superiori?
«Sì. C’è una gerarchia molto significativa. Gli Spiriti esercitano gli uni sugli altri un'autorità in relazione alla loro superiorità, che essi esercitano attraverso un'influenza morale irresistibile.»
274a. Gli Spiriti inferiori possono sottrarsi all’autorità degli Spiriti che sono a loro superiori?
«Ho detto: irresistibile.»
«Sì. C’è una gerarchia molto significativa. Gli Spiriti esercitano gli uni sugli altri un'autorità in relazione alla loro superiorità, che essi esercitano attraverso un'influenza morale irresistibile.»
274a. Gli Spiriti inferiori possono sottrarsi all’autorità degli Spiriti che sono a loro superiori?
«Ho detto: irresistibile.»
275. Il potere e la stima di cui un individuo ha goduto sulla Terra gli conferiscono una supremazia nel mondo degli Spiriti?
«No. Perché i piccoli saranno innalzati e i grandi saranno abbassati. Leggi i Salmi.»
275a. Come dobbiamo intendere questo innalzarsi e questo abbassarsi?
«Non sapete che gli Spiriti sono di ordini diversi secondo il merito? Ebbene! Il più grande della Terra può trovarsi all'ultimo rango fra gli Spiriti, mentre il suo servo potrebbe essere al primo. È chiaro? Gesù non ha forse detto: Chiunque si umilia sarà elevato, e chiunque si eleva sarà umiliato?»
«No. Perché i piccoli saranno innalzati e i grandi saranno abbassati. Leggi i Salmi.»
275a. Come dobbiamo intendere questo innalzarsi e questo abbassarsi?
«Non sapete che gli Spiriti sono di ordini diversi secondo il merito? Ebbene! Il più grande della Terra può trovarsi all'ultimo rango fra gli Spiriti, mentre il suo servo potrebbe essere al primo. È chiaro? Gesù non ha forse detto: Chiunque si umilia sarà elevato, e chiunque si eleva sarà umiliato?»
276. Chi è stato grande sulla Terra e si trova inferiore fra gli Spiriti prova dell'umiliazione?
«Sovente una umiliazione molto grande, soprattutto se era orgoglioso e invidioso.»
«Sovente una umiliazione molto grande, soprattutto se era orgoglioso e invidioso.»
277. Il soldato, che dopo la battaglia ritrova il suo generale nel mondo degli Spiriti, lo riconosce ancora come suo superiore?
«Il titolo non conta niente, la superiorità reale conta su tutto.»
«Il titolo non conta niente, la superiorità reale conta su tutto.»
278. Gli Spiriti di ordini diversi sono mescolati fra di loro?
«Sì e no. Ovvero essi si vedono, ma rimangono distinti gli uni dagli altri. Si respingono o si attraggono secondo le affinità o l'antipatia dei loro sentimenti, come succede fra di voi. È tutto un mondo di cui il vostro è il riflesso offuscata. Quelli dello stesso livello si radunano per una sorta di affinità e formano dei gruppi o famiglie di Spiriti, uniti dalla simpatia e dall'obiettivo che si propongono: i buoni perii desiderio di fare del bene, i cattivi per il desiderio di fare del male, per la vergogna delle loro colpe e per la necessita di trovarsi fra esseri simili a loro.»
Come in una grande città dove gli uomini di tutti i livelli e di tutte le condizioni sociali si vedono e si incontrano senza confondersi, dove le società si formano per affinità di gusti, dove vizio e virtù stanno gomito a gomito, senza interloquire.
«Sì e no. Ovvero essi si vedono, ma rimangono distinti gli uni dagli altri. Si respingono o si attraggono secondo le affinità o l'antipatia dei loro sentimenti, come succede fra di voi. È tutto un mondo di cui il vostro è il riflesso offuscata. Quelli dello stesso livello si radunano per una sorta di affinità e formano dei gruppi o famiglie di Spiriti, uniti dalla simpatia e dall'obiettivo che si propongono: i buoni perii desiderio di fare del bene, i cattivi per il desiderio di fare del male, per la vergogna delle loro colpe e per la necessita di trovarsi fra esseri simili a loro.»
Come in una grande città dove gli uomini di tutti i livelli e di tutte le condizioni sociali si vedono e si incontrano senza confondersi, dove le società si formano per affinità di gusti, dove vizio e virtù stanno gomito a gomito, senza interloquire.
279. Tutti gli Spiriti possono reciprocamente avvicinarsi gli uni agli altri?
«I buoni vanno dappertutto, e bisogna che sia così affinché possano esercitare la loro influenza sui malvagi. Ma le regioni abitate dai buoni sono interdette agli Spiriti imperfetti, in modo che non possano apportarvi i turbamenti delle cattive passioni.»
«I buoni vanno dappertutto, e bisogna che sia così affinché possano esercitare la loro influenza sui malvagi. Ma le regioni abitate dai buoni sono interdette agli Spiriti imperfetti, in modo che non possano apportarvi i turbamenti delle cattive passioni.»
280. Qual è la natura delle relazioni fra i buoni e i cattivi Spiriti?
«I buoni cercano di combattere le cattive tendenze degli altri al fine di aiutarli a elevarsi. È una missione.»
«I buoni cercano di combattere le cattive tendenze degli altri al fine di aiutarli a elevarsi. È una missione.»
281. Perché gli Spiriti inferiori si compiacciono di indurci al male?
«Per l'invidia di non aver meritato di trovarsi fra i buoni. Il loro desiderio e di impedire, per quanto è nelle loro possibilità, agli Spiriti ancora inesperti di arrivare al bene supremo; vogliono fare provare agli altri quello che essi stessi provano. Non notate questo anche fra di voi?»
«Per l'invidia di non aver meritato di trovarsi fra i buoni. Il loro desiderio e di impedire, per quanto è nelle loro possibilità, agli Spiriti ancora inesperti di arrivare al bene supremo; vogliono fare provare agli altri quello che essi stessi provano. Non notate questo anche fra di voi?»
282. Come gli Spiriti comunicano fra di loro?
«Essi si guardano e si comprendono. La parola appartiene alla materia: è il riflesso dello Spirito. Il fluido universale stabilisce fra di loro una comunicazione costante. È il veicolo della trasmissione del pensiero, come per voi l'aria è il veicolo della trasmissione del suono. È una specie di telegrafo universale che unisce tutti i mondi e permette agli Spiriti di corrispondere da un mondo all'altro.»
«Essi si guardano e si comprendono. La parola appartiene alla materia: è il riflesso dello Spirito. Il fluido universale stabilisce fra di loro una comunicazione costante. È il veicolo della trasmissione del pensiero, come per voi l'aria è il veicolo della trasmissione del suono. È una specie di telegrafo universale che unisce tutti i mondi e permette agli Spiriti di corrispondere da un mondo all'altro.»
283. Gli Spiriti possono dissimulare reciprocamente i loro pensieri? Possono nascondersi gli uni agli altri?
«No. Per loro tutto e allo scoperto, soprattutto quando sono perfetti. Possono allontanarsi gli uni dagli altri, ma continuano a vedersi. Comunque questa non è affatto una regola assoluta, perché certe categorie di Spiriti possono benissimo rendersi invisibili agli altri Spiriti, se ritengono utile farlo.»
«No. Per loro tutto e allo scoperto, soprattutto quando sono perfetti. Possono allontanarsi gli uni dagli altri, ma continuano a vedersi. Comunque questa non è affatto una regola assoluta, perché certe categorie di Spiriti possono benissimo rendersi invisibili agli altri Spiriti, se ritengono utile farlo.»
284. Come possono gli Spiriti, dal momento che non hanno più corpo,
constatare la loro individualità e distinguersi dagli altri Spiriti che
li circondano?
«Constatano la loro individualità attraverso il perispirito che ne fa degli esseri distinti gli uni dagli altri, così come il corpo per gli uomini.»
«Constatano la loro individualità attraverso il perispirito che ne fa degli esseri distinti gli uni dagli altri, così come il corpo per gli uomini.»
285. Gli Spiriti si riconoscono per aver coabitato sulla Terra? Il figlio riconosce suo padre, l'amico ii suo amico?
«Sì. E così di generazione in generazione.»
Essi possono egualmente riconoscersi, quando ciò sia necessario, attraverso le sembianze che avevano da vivi. Allo Spirito arrivato da poco e che perciò non abbia ancora familiarizzato con il suo nuovo stato, gli Spiriti che vanno ad accoglierlo si presentano sotto un'apparenza che permetta a quello di riconoscerli. (Quest'ultimo paragrafo fa parte degli Errata della 5a edizione, 1865.)
285a. Come gli uomini che si sono conosciuti sulla Terra possono riconoscersi nel mondo degli Spiriti?
«Noi vediamo la nostra vita passata e vi leggiamo come in un libro. Vedendo il passato dei nostri amici e dei nostri nemici, vediamo il loro passaggio dalla vita alla morte.»
«Sì. E così di generazione in generazione.»
Essi possono egualmente riconoscersi, quando ciò sia necessario, attraverso le sembianze che avevano da vivi. Allo Spirito arrivato da poco e che perciò non abbia ancora familiarizzato con il suo nuovo stato, gli Spiriti che vanno ad accoglierlo si presentano sotto un'apparenza che permetta a quello di riconoscerli. (Quest'ultimo paragrafo fa parte degli Errata della 5a edizione, 1865.)
285a. Come gli uomini che si sono conosciuti sulla Terra possono riconoscersi nel mondo degli Spiriti?
«Noi vediamo la nostra vita passata e vi leggiamo come in un libro. Vedendo il passato dei nostri amici e dei nostri nemici, vediamo il loro passaggio dalla vita alla morte.»
286. L'anima, lasciando le sue spoglie mortali, vede immediatamente i
suoi parenti e amici che l'hanno preceduta nel mondo degli Spiriti?
«Immediatamente non sempre e il termine esatto, perché, come abbiamo già detto, ci vuole un po' di tempo per riconoscersi e scuoter via il velo materiale.»
«Immediatamente non sempre e il termine esatto, perché, come abbiamo già detto, ci vuole un po' di tempo per riconoscersi e scuoter via il velo materiale.»
287. Come viene accolta l'anima al suo ritorno nel mondo degli Spiriti?
«Quella del giusto come un fratello benamato e atteso da lungo tempo, quella del malvagio come un essere che si disprezza.»
«Quella del giusto come un fratello benamato e atteso da lungo tempo, quella del malvagio come un essere che si disprezza.»
288. Quale sentimento provano gli Spiriti impuri alla vista di uno Spirito cattivo che arriva fra loro?
«I malvagi sono soddisfatti nel vedere degli esseri a loro immagine e, come loro, privati della beatitudine infinita Esattamente come accade sulla Terra a un perverso fra i suoi simili.»
«I malvagi sono soddisfatti nel vedere degli esseri a loro immagine e, come loro, privati della beatitudine infinita Esattamente come accade sulla Terra a un perverso fra i suoi simili.»
289. I nostri parenti e i nostri amici ci vengono qualche volta incontro quando lasciamo la Terra?
«Sì. Accolgono l'anima che prediligono, si rallegrano come al ritorno da un viaggio — se ha saputo evitare i pericoli del cammino — e l'aiutano a liberarsi dei legami corporei. È un premio per gli Spiriti buoni, quando quelli che li hanno molto amati si fanno loro incontro. Quello, invece, che è ancora macchiato rimane isolato o e circondato solo da Spiriti simili a lui: si tratta di un castigo.»
«Sì. Accolgono l'anima che prediligono, si rallegrano come al ritorno da un viaggio — se ha saputo evitare i pericoli del cammino — e l'aiutano a liberarsi dei legami corporei. È un premio per gli Spiriti buoni, quando quelli che li hanno molto amati si fanno loro incontro. Quello, invece, che è ancora macchiato rimane isolato o e circondato solo da Spiriti simili a lui: si tratta di un castigo.»
290. I parenti egli amici si riuniscono sempre dopo la morte?
«Dipende dalla loro elevatezza e dal cammino che seguono per il loro avanzamento. Se uno e più avanzato e cammina più velocemente di un altro, essi non potranno restare insieme. Potranno vedersi qualche volta, ma saranno riuniti insieme per sempre solo quando potranno camminare fianco a fianco o quando avranno raggiunto Io stesso livello di perfezione. Infine l'impossibilità di vedere parenti e amici è a volte una punizione.»
«Dipende dalla loro elevatezza e dal cammino che seguono per il loro avanzamento. Se uno e più avanzato e cammina più velocemente di un altro, essi non potranno restare insieme. Potranno vedersi qualche volta, ma saranno riuniti insieme per sempre solo quando potranno camminare fianco a fianco o quando avranno raggiunto Io stesso livello di perfezione. Infine l'impossibilità di vedere parenti e amici è a volte una punizione.»
Rapporti di simpatia e di antipatia fra gli Spiriti. Le metà eterne
291. Oltre alla simpatia, che generalmente nasce per affinità, gli Spiriti hanno fra di loro degli affetti particolari?
«Sì. Come fra gli uomini. Ma il legame che unisce gli Spiriti e più forte in assenza del corpo, perché questo non è più esposto alle vicissitudini delle passioni.»
«Sì. Come fra gli uomini. Ma il legame che unisce gli Spiriti e più forte in assenza del corpo, perché questo non è più esposto alle vicissitudini delle passioni.»
292. Gli Spiriti nutrono odi tra di loro?
«Ci sono odi solo fra gli Spiriti impuri, e sono costoro gli stessi che seminano fra voi inimicizia e zizzania.»
«Ci sono odi solo fra gli Spiriti impuri, e sono costoro gli stessi che seminano fra voi inimicizia e zizzania.»
293. Due esseri che sono stati nemici sulla Terra, conserveranno del risentimento reciproco nel mondo degli Spiriti?
«No. Essi comprenderanno che il loro odio era stupido e la causa puerile. Solo gli Spiriti imperfetti conservano una sorta di animosità finché non si siano purificati. Se non è stato che un interesse materiale a dividerli, non ci penseranno più, per quanto poco possano essere smaterializzati. Se non c’è antipatia fra di loro e se non esiste più motivo di discussione, essi possono rivedersi con piacere.»
Come due scolari che, giunti all'età della ragione, riconoscano la puerilità del litigio avuto nella loro infanzia, e cessino di volersene.
«No. Essi comprenderanno che il loro odio era stupido e la causa puerile. Solo gli Spiriti imperfetti conservano una sorta di animosità finché non si siano purificati. Se non è stato che un interesse materiale a dividerli, non ci penseranno più, per quanto poco possano essere smaterializzati. Se non c’è antipatia fra di loro e se non esiste più motivo di discussione, essi possono rivedersi con piacere.»
Come due scolari che, giunti all'età della ragione, riconoscano la puerilità del litigio avuto nella loro infanzia, e cessino di volersene.
294. Il ricordo delle cattive azioni che due persone hanno potuto
commettere l'una nei riguardi dell'altra, può costituire un ostacolo a
una loro simpatia?
«Sì. Questo li porta a tenersi lontani.»
«Sì. Questo li porta a tenersi lontani.»
295. Quale sentimento provano, dopo la morte, quelli ai quali abbiamo fatto del male qui sulla Terra?
«Se sono buoni, perdonano a seconda del vostro pentimento. Se sono malvagi, possono conservare del risentimento e, a volte, perseguitarvi persino in un'altra esistenza. Dio può permetterlo come castigo.»
«Se sono buoni, perdonano a seconda del vostro pentimento. Se sono malvagi, possono conservare del risentimento e, a volte, perseguitarvi persino in un'altra esistenza. Dio può permetterlo come castigo.»
296. Gli affetti individuali degli Spiriti sono suscettibili di alterazione?
«No, perché non possono ingannare: non hanno più la maschera sotto la quale si nascondono gli ipocriti. Ecco perché i loro affetti sono inalterabili quando sono puri. L'amore che li unisce è per loro fonte di una suprema felicita.»
«No, perché non possono ingannare: non hanno più la maschera sotto la quale si nascondono gli ipocriti. Ecco perché i loro affetti sono inalterabili quando sono puri. L'amore che li unisce è per loro fonte di una suprema felicita.»
297. L'affetto che due esseri hanno reciprocamente nutrito sulla Terra continua in tutti i casi nel mondo degli Spiriti?
«Sì. Senza dubbio, s e è fondato su una simpatia reale. Ma s e la componente fisica ha avuto più peso della simpatia, l'affetto cessa con la causa. Gli affetti fra gli Spiriti sono più solidi e più duraturi di quelli sulla Terra, perché non sono minimamente soggetti al capriccio degli interessi materiali e dell'amor proprio.»
«Sì. Senza dubbio, s e è fondato su una simpatia reale. Ma s e la componente fisica ha avuto più peso della simpatia, l'affetto cessa con la causa. Gli affetti fra gli Spiriti sono più solidi e più duraturi di quelli sulla Terra, perché non sono minimamente soggetti al capriccio degli interessi materiali e dell'amor proprio.»
298. Le anime che devono unirsi sono predestinate a questa unione fin
dalla loro origine? E ognuno di noi ha, in qualche parte dell'universo,
la sua metà alla quale un giorno sarà fatalmente unito?
«No. Non esiste un'unione particolare e fatale fra due anime. L'unione esiste fra tutti gli Spiriti, ma a livelli differenti secondo il posto che occupano, ossia secondo il grado di perfezione acquisito: più sono perfetti, più sono uniti. Dalla discordia nascono tutti i mali dell'umanità, dalla concordia discende la felicita completa.»
«No. Non esiste un'unione particolare e fatale fra due anime. L'unione esiste fra tutti gli Spiriti, ma a livelli differenti secondo il posto che occupano, ossia secondo il grado di perfezione acquisito: più sono perfetti, più sono uniti. Dalla discordia nascono tutti i mali dell'umanità, dalla concordia discende la felicita completa.»
299. In quale senso deve intendersi la parola metà, di cui sovente certi Spiriti si servono per designare gli Spiriti simpatici?
«L'espressione non è esatta. Se uno Spirito era la metà di un altro, separato da questo sarebbe incompleto.»
«L'espressione non è esatta. Se uno Spirito era la metà di un altro, separato da questo sarebbe incompleto.»
300. Due Spiriti perfettamente simpatici, una volta riuniti, lo sono per
l'eternità, oppure possono separarsi e unirsi ad altri Spiriti?
«Tutti gli Spiriti sono uniti fra di loro. Io parlo di quelli giunti alla perfezione. Nelle sfere inferiori, allorché uno Spirito si eleva, non ha più la medesima simpatia per quelli che ha lasciato indietro.»
«Tutti gli Spiriti sono uniti fra di loro. Io parlo di quelli giunti alla perfezione. Nelle sfere inferiori, allorché uno Spirito si eleva, non ha più la medesima simpatia per quelli che ha lasciato indietro.»
301. Due Spiriti simpatici sono il completamento l'uno dell'altro?
Oppure questa simpatia è il risultato di una identità perfetta?
«La simpatia che attira uno Spirito verso un altro e il risultato della perfetta concordanza delle loro inclinazioni e dei loro istinti. Se uno dovesse completare l'altro, perderebbe la propria individualità.»
«La simpatia che attira uno Spirito verso un altro e il risultato della perfetta concordanza delle loro inclinazioni e dei loro istinti. Se uno dovesse completare l'altro, perderebbe la propria individualità.»
302. L'identità necessaria per una simpatia perfetta consiste solo
nell'affinità di pensieri e sentimenti, o anche nell'uniformità delle
cognizioni acquisite?
«Nell'uguaglianza dei gradi di elevatezza.»
«Nell'uguaglianza dei gradi di elevatezza.»
303. Gli Spiriti che oggi non sono simpatici possono diventarlo in seguito?
«Sì. Tutti lo saranno. Così, lo Spirito che è oggi in una certa sfera inferiore, perfezionandosi perverrà nella sfera dove risiede un talaltro Spirito. Il loro incontro avverrà più prontamente, se lo Spirito più elevato, avendo mal sopportato le prove alle quali si è sottoposto è rimasto allo stesso livello.»
303a. Due Spiriti tra di loro simpatici possono cessare di esserlo?
«Certo. Quando uno dei due non si impegna a sufficienza.»
La teoria delle metà eterne è solo una metafora che rappresenta l'unione di due Spiriti simpatici; e un'espressione usata persino nel linguaggio corrente e che non è da prendere alla lettera. Gli Spiriti che se ne sono serviti di certo non appartengono all'ordine più elevato. La sfera delle loro idee e necessariamente limitata ed essi hanno potuto rendere il loro pensiero attraverso i termini di cui si sarebbero serviti nella loro vita fisica. Si deve dunque rigettare l'idea che due Spiriti creati l'uno per l'altro debbano fatalmente riunirsi un giorno nell'eternità, dopo essere stati separati per un lasso di tempo più o meno lungo.
«Sì. Tutti lo saranno. Così, lo Spirito che è oggi in una certa sfera inferiore, perfezionandosi perverrà nella sfera dove risiede un talaltro Spirito. Il loro incontro avverrà più prontamente, se lo Spirito più elevato, avendo mal sopportato le prove alle quali si è sottoposto è rimasto allo stesso livello.»
303a. Due Spiriti tra di loro simpatici possono cessare di esserlo?
«Certo. Quando uno dei due non si impegna a sufficienza.»
La teoria delle metà eterne è solo una metafora che rappresenta l'unione di due Spiriti simpatici; e un'espressione usata persino nel linguaggio corrente e che non è da prendere alla lettera. Gli Spiriti che se ne sono serviti di certo non appartengono all'ordine più elevato. La sfera delle loro idee e necessariamente limitata ed essi hanno potuto rendere il loro pensiero attraverso i termini di cui si sarebbero serviti nella loro vita fisica. Si deve dunque rigettare l'idea che due Spiriti creati l'uno per l'altro debbano fatalmente riunirsi un giorno nell'eternità, dopo essere stati separati per un lasso di tempo più o meno lungo.
Ricordo dell'esistenza fisica
304. Lo Spirito si ricorda della sua esistenza fisica?
«Sì. Ossia essendo vissuto più volte come uomo, si ricorda di quello che è stato e posso assicurare che, a volte, sorride di compassione per sé stesso.»
Così come l'uomo che ha raggiunto l'età della ragione ride delle follie della sua gioventù o delle ingenuità della sua infanzia.
«Sì. Ossia essendo vissuto più volte come uomo, si ricorda di quello che è stato e posso assicurare che, a volte, sorride di compassione per sé stesso.»
Così come l'uomo che ha raggiunto l'età della ragione ride delle follie della sua gioventù o delle ingenuità della sua infanzia.
305. Il ricordo dell'esistenza fisica si presenta allo Spirito in modo completo e improvviso dopo la morte?
«No, gli ritorna poco per volta, come qualcosa che sbuchi dalla nebbia, e via via ch'egli vi fissa l'attenzione.»
«No, gli ritorna poco per volta, come qualcosa che sbuchi dalla nebbia, e via via ch'egli vi fissa l'attenzione.»
306. Lo Spirito ricorda nei particolari tutti gli avvenimenti della sua
vita e ne abbraccia l'insieme in un colpo d'occhio retrospettiva?
«Si ricorda delle cose in ragione delle conseguenze che esse hanno sulla sua condizione di Spirito. Ma si deve capire che ci sono delle circostanze della sua vita alle quali non da nessuna importanza e di cui non cerca nemmeno di ricordarsi.»
306a. Se lo volesse, potrebbe ricordarsene?
«Può ricordare alcuni particolari e gli episodi più minuziosi, sia degli avvenimenti sia persino dei pensieri. Ma quando ciò e senza alcuna utilità, non lo fa.»
306b. Intravede lo scopo della vita terrena in rapporto alla vita futura?
«Sicuramente lo vede e lo comprende molto meglio di quando era incarnato. Comprende la necessita di purificazione per arrivare all'infinito e sa che a ogni esistenza si libera di qualche impurità.»
«Si ricorda delle cose in ragione delle conseguenze che esse hanno sulla sua condizione di Spirito. Ma si deve capire che ci sono delle circostanze della sua vita alle quali non da nessuna importanza e di cui non cerca nemmeno di ricordarsi.»
306a. Se lo volesse, potrebbe ricordarsene?
«Può ricordare alcuni particolari e gli episodi più minuziosi, sia degli avvenimenti sia persino dei pensieri. Ma quando ciò e senza alcuna utilità, non lo fa.»
306b. Intravede lo scopo della vita terrena in rapporto alla vita futura?
«Sicuramente lo vede e lo comprende molto meglio di quando era incarnato. Comprende la necessita di purificazione per arrivare all'infinito e sa che a ogni esistenza si libera di qualche impurità.»
307. In quale modo la vita passata si affaccia alla memoria dello
Spirito? È per uno sforzo della sua immaginazione, o è come un quadro
ch'egli abbia davanti agli occhi?
«L'uno e l'altro. Tutti gli atti che ha interesse a ricordare sono per lui come se fossero presenti. Gli altri sono più o meno vaghi nel suo pensiero o completamente dimenticati. Più e smaterializzato, e minore importanza dà alle cose materiali. Provate a evocare spesso uno Spirito errante, che abbia appena lasciato la Terra, e noterete che non ricorda i nomi delle persone che ha amato né quei particolari che, a voi, sembrano importanti: a lui poco interessano ed e così che cadono nell'oblio. Ciò di cui si ricorda molto bene sono i fatti principali, che l'aiutano a migliorarsi.»
«L'uno e l'altro. Tutti gli atti che ha interesse a ricordare sono per lui come se fossero presenti. Gli altri sono più o meno vaghi nel suo pensiero o completamente dimenticati. Più e smaterializzato, e minore importanza dà alle cose materiali. Provate a evocare spesso uno Spirito errante, che abbia appena lasciato la Terra, e noterete che non ricorda i nomi delle persone che ha amato né quei particolari che, a voi, sembrano importanti: a lui poco interessano ed e così che cadono nell'oblio. Ciò di cui si ricorda molto bene sono i fatti principali, che l'aiutano a migliorarsi.»
308. Lo Spirito si ricorda di tutte le esistenze che hanno preceduto l'ultima che egli ha appena lasciato?
«Tutto il suo passato scorre davanti a lui, come le tappe che ha percorso un viaggiatore. Ma, l'abbiamo già detto, non ricorda completamente tutti gli atti. Se ne ricorda solo in ragione dell'influenza che hanno sul suo stato presente. Quanto alle prime esistenze, quelle che si possono considerare come l'infanzia dello Spirito, esse si perdono nel vago e spariscono nella notte dell'oblio.»
«Tutto il suo passato scorre davanti a lui, come le tappe che ha percorso un viaggiatore. Ma, l'abbiamo già detto, non ricorda completamente tutti gli atti. Se ne ricorda solo in ragione dell'influenza che hanno sul suo stato presente. Quanto alle prime esistenze, quelle che si possono considerare come l'infanzia dello Spirito, esse si perdono nel vago e spariscono nella notte dell'oblio.»
309. Come lo Spirito considera il corpo che ha appena lasciato?
«Come un brutto abito che lo impacciava e di cui è felice d'essersi sbarazzato.»
309a. Quale sentimento egli prova alla vista del suo corpo in decomposizione?
«Quasi sempre un sentimento di indifferenza, come per una cosa cui non tiene più.»
«Come un brutto abito che lo impacciava e di cui è felice d'essersi sbarazzato.»
309a. Quale sentimento egli prova alla vista del suo corpo in decomposizione?
«Quasi sempre un sentimento di indifferenza, come per una cosa cui non tiene più.»
310. Alla fine di un certo lasso di tempo, lo Spirito riconosce il suo
mucchio di ossa o altri oggetti come cose che erano a lui appartenute?
«A volte sì. Dipende dal punto di vista più o meno elevato dal quale considera le cose terrene.»
«A volte sì. Dipende dal punto di vista più o meno elevato dal quale considera le cose terrene.»
311. Il rispetto che si ha per le cose materiali che restano dello
Spirito attira la sua attenzione su questi stessi oggetti? Ed egli
considera questo rispetto con piacere?
«Lo Spirito è sempre felice del ricordo che si ha di lui. Le cose che di lui si conservano lo rievocano nella memoria. Ma e il pensiero che lo attira verso di voi, non sono gli oggetti.»
«Lo Spirito è sempre felice del ricordo che si ha di lui. Le cose che di lui si conservano lo rievocano nella memoria. Ma e il pensiero che lo attira verso di voi, non sono gli oggetti.»
312. Gli Spiriti conservano il ricordo delle sofferenze che hanno patito durante la loro ultima esistenza corporea?
«Sovente lo conservano, e questo ricordo fa loro meglio sentire il valore della felicita di cui possono godere come Spiriti.»
«Sovente lo conservano, e questo ricordo fa loro meglio sentire il valore della felicita di cui possono godere come Spiriti.»
313. L'uomo che è stato felice sulla Terra rimpiange i piaceri dopo che l'ha lasciata?
«Solo gli Spiriti inferiori possono rimpiangere piaceri che propendono per l'impurità della loro natura e che essi espiano con sofferenza Per gli Spiriti elevati, la felicita eterna è mille volte preferibile agli effimeri piaceri della Terra.»
Così come l'uomo adulto ride di ciò che ha fatto la delizia della sua infanzia.
«Solo gli Spiriti inferiori possono rimpiangere piaceri che propendono per l'impurità della loro natura e che essi espiano con sofferenza Per gli Spiriti elevati, la felicita eterna è mille volte preferibile agli effimeri piaceri della Terra.»
Così come l'uomo adulto ride di ciò che ha fatto la delizia della sua infanzia.
314. Chi ha cominciato dei grandi lavori, con un fine utile, e li vede
interrotti dalla morte rimpiange nell’altro mondo di averli lasciati
incompiuti?
«No, perché vede che altri sono destinati a terminarli. Anzi, cerca di influenzare altri Spiriti incarnati a continuarli. Il suo fine sulla Terra era il bene dell'umanità. Questo fine continua a essere lo stesso nel mondo degli Spiriti.»
«No, perché vede che altri sono destinati a terminarli. Anzi, cerca di influenzare altri Spiriti incarnati a continuarli. Il suo fine sulla Terra era il bene dell'umanità. Questo fine continua a essere lo stesso nel mondo degli Spiriti.»
315. Chi ha lasciato delle opere d'arte o di letteratura conserva per queste opere l'amore che aveva da vivo?
«Le giudica da un altro punto di vista, secondo il suo grado di elevatezza, e sovente disapprova ciò che ammirava di più.»
«Le giudica da un altro punto di vista, secondo il suo grado di elevatezza, e sovente disapprova ciò che ammirava di più.»
316. Lo Spirito si interessa ancora ai lavori che si tengono sulla Terra, al progresso delle arti e delle scienze?
«Dipende dalla sua elevatezza o dalla missione che può dover compiere. Ciò che a voi sembra magnifico è sovente ben poca cosa per certi Spiriti. Essi l'ammirano, come l'erudito ammira l'opera dell'allievo. Lo Spirito prende in esame do che può attestare l'elevatezza degli Spiriti incarnati e il loro progresso.»
«Dipende dalla sua elevatezza o dalla missione che può dover compiere. Ciò che a voi sembra magnifico è sovente ben poca cosa per certi Spiriti. Essi l'ammirano, come l'erudito ammira l'opera dell'allievo. Lo Spirito prende in esame do che può attestare l'elevatezza degli Spiriti incarnati e il loro progresso.»
317. Gli Spiriti, dopo la morte, conservano l’amor patrio?
«Si tratta sempre dello stesso principio: per gli Spiriti elevati la patria è l'universo. Sulla Terra, la patria, per loro, e dove si trova il maggior numero di persone a loro simpatiche.»
La situazione degli Spiriti e il loro modo di vedere le cose variano all'infinito in ragione del loro grado di sviluppo morale e intellettuale. Gli Spiriti di ordine elevato generalmente non fanno sulla Terra che permanenze di breve durata. Tutto ciò che si fa qui è ben meschino a confronto della grandezza dell'infinito! Le cose alle quali gli uomini danno maggiore importanza sono così puerili ai loro occhi da trovarle ben poco seduttive, a meno che non siano chiamati sulla Terra in missione, per concorrere al progresso dell'umanità. Gli Spiriti di ordine medio soggiornano più frequentemente fra noi, pero considerano le cose da un punto di vista più elevato di quando erano incarnati. Gli Spiriti volgari si trovano li stabilmente e costituiscono la massa della popolazione del mondo invisibile: hanno conservato più o meno le stesse idee, gli stessi gusti e le stesse tendenze che avevano sotto il loro involucro corporeo. Si immischiano nelle nostre riunioni, nei nostri affari e nei nostri divertimenti, ai quali prendono parte in modo più o meno attivo, a seconda del loro carattere. Non potendo soddisfare le loro passioni, gioiscono alla vista di quelli che vi si abbandonano e verso di esse li incitano. Nel numero, ce ne sono anche dì più seri, che vedono e osservano per istruirsi e perfezionarsi.
«Si tratta sempre dello stesso principio: per gli Spiriti elevati la patria è l'universo. Sulla Terra, la patria, per loro, e dove si trova il maggior numero di persone a loro simpatiche.»
La situazione degli Spiriti e il loro modo di vedere le cose variano all'infinito in ragione del loro grado di sviluppo morale e intellettuale. Gli Spiriti di ordine elevato generalmente non fanno sulla Terra che permanenze di breve durata. Tutto ciò che si fa qui è ben meschino a confronto della grandezza dell'infinito! Le cose alle quali gli uomini danno maggiore importanza sono così puerili ai loro occhi da trovarle ben poco seduttive, a meno che non siano chiamati sulla Terra in missione, per concorrere al progresso dell'umanità. Gli Spiriti di ordine medio soggiornano più frequentemente fra noi, pero considerano le cose da un punto di vista più elevato di quando erano incarnati. Gli Spiriti volgari si trovano li stabilmente e costituiscono la massa della popolazione del mondo invisibile: hanno conservato più o meno le stesse idee, gli stessi gusti e le stesse tendenze che avevano sotto il loro involucro corporeo. Si immischiano nelle nostre riunioni, nei nostri affari e nei nostri divertimenti, ai quali prendono parte in modo più o meno attivo, a seconda del loro carattere. Non potendo soddisfare le loro passioni, gioiscono alla vista di quelli che vi si abbandonano e verso di esse li incitano. Nel numero, ce ne sono anche dì più seri, che vedono e osservano per istruirsi e perfezionarsi.
318. Le idee degli Spiriti si modificano quando esse sono allo stato di spirito?
«Molto. Le idee subiscono delle grandissime modificazioni via via che lo Spirito si smaterializza. Può restare a volte lungo tempo con le stesse idee, ma l'influenza della materia a poco a poco diminuisce ed egli vede allora le cose più chiaramente. È a questo punto che lo Spirito cerca ì mezzi per migliorarsi.»
«Molto. Le idee subiscono delle grandissime modificazioni via via che lo Spirito si smaterializza. Può restare a volte lungo tempo con le stesse idee, ma l'influenza della materia a poco a poco diminuisce ed egli vede allora le cose più chiaramente. È a questo punto che lo Spirito cerca ì mezzi per migliorarsi.»
319. Poiché lo Spirito ha già vissuto
la vita spiritista prima della sua ultima incarnazione, da dove viene la
sua sorpresa rientrando nel mondo degli Spiriti?
«È solo l'effetto del primo momento e del turbamento che segue il risveglio. Più tardi si riconoscerà perfettamente, nella misura in cui gli ritorna il ricordo del passato, e l'impressione della vita terrena sì cancella.» (Vedere n. 163 e sgg.)
«È solo l'effetto del primo momento e del turbamento che segue il risveglio. Più tardi si riconoscerà perfettamente, nella misura in cui gli ritorna il ricordo del passato, e l'impressione della vita terrena sì cancella.» (Vedere n. 163 e sgg.)
Commemorazione dei morti. Funerali
320. Gli Spiriti sono sensibili al ricordo di quelli che hanno amato sulla Terra?
«Molto più di quanto si possa credere. Questo ricordo, se sono felici, accresce la loro felicita; se sono infelici, è per loro un addolcimento.»
«Molto più di quanto si possa credere. Questo ricordo, se sono felici, accresce la loro felicita; se sono infelici, è per loro un addolcimento.»
321. Il giorno della commemorazione dei defunti è qualcosa di più
solenne per gli Spiriti? Si preparano a venire a visitare quelli che
devono andare a pregare sulle loro spoglie mortali?
«Gli Spiriti si presentano all'appello del pensiero in quel giorno come negli altri giorni.»
321a. Questo giorno è per loro un appuntamento presso le loro sepolture?
«Sono più numerosi in quel giorno perché più numerosi sono quelli che li chiamano, ma ciascuno di loro viene solo per gli amici e non per la folla degli indifferenti.»
321b. Sotto quale forma si presentano e come li si vedrebbe se potessero rendersi visibili?
«Quella sotto la quale li si conobbe da vivi.»
«Gli Spiriti si presentano all'appello del pensiero in quel giorno come negli altri giorni.»
321a. Questo giorno è per loro un appuntamento presso le loro sepolture?
«Sono più numerosi in quel giorno perché più numerosi sono quelli che li chiamano, ma ciascuno di loro viene solo per gli amici e non per la folla degli indifferenti.»
321b. Sotto quale forma si presentano e come li si vedrebbe se potessero rendersi visibili?
«Quella sotto la quale li si conobbe da vivi.»
322. Gli Spiriti dimenticati, le cui tombe nessuno va a visitare,
vengono qui malgrado do? E provano dispiacere nel vedere che nessun
amico si ricorda di loro?
«Che importa loro della Terra? Si tiene a essa solo attraverso il cuore. Se non c’è l'amore, non c’è più niente che li riallacci a essa: lo Spirito ha tutto l'universo per sé.»
«Che importa loro della Terra? Si tiene a essa solo attraverso il cuore. Se non c’è l'amore, non c’è più niente che li riallacci a essa: lo Spirito ha tutto l'universo per sé.»
323. La visita alla tomba da allo Spirito più soddisfazione della preghiera fatta per lui in casa propria?
«La visita alla tomba è un modo di dimostrare che si pensa allo Spirito assente: si tratta di un'immagine. L'ho già detto: e la preghiera che santifica l'atto del ricordo. Poco importa il luogo, se viene detta con il cuore.»
«La visita alla tomba è un modo di dimostrare che si pensa allo Spirito assente: si tratta di un'immagine. L'ho già detto: e la preghiera che santifica l'atto del ricordo. Poco importa il luogo, se viene detta con il cuore.»
324. Gli Spiriti delle persone alle quali sono state erette statue o
tombe assistono a queste specie d'inaugurazioni e le vedono con piacere?
«Molti vi assistono quando possono, ma sono meno sensibili all'onore che viene reso loro, che al ricordo.»
«Molti vi assistono quando possono, ma sono meno sensibili all'onore che viene reso loro, che al ricordo.»
325. Da dove può venire a certe persone il desiderio di essere
sotterrate in un luogo piuttosto che in un altro? Vi ritornano forse più
volentieri dopo la morte? E questa importanza attribuita a una cosa
materiale costituisce un segno di inferiorità presso lo Spirito?
«La predilezione dello Spirito per determinati luoghi è inferiorità morale. Che importa un angolo di terra piuttosto che un altro allo Spirito elevato? Non sa forse che la sua anima sarà ricongiunta a quelli ch'egli ama, anche se in Terra le loro ossa sono separate?»
325a. Il ricongiungimento dei resti mortali di tutti membri di una stessa famiglia deve essere considerato futile?
«No, e una pia usanza e una testimonianza di simpatia per quelli che abbiamo amato. Se questa riunione poco importa agli Spiriti, essa e utile agli uomini: i ricordi, in uno stesso luogo, sono più raccolti.»
«La predilezione dello Spirito per determinati luoghi è inferiorità morale. Che importa un angolo di terra piuttosto che un altro allo Spirito elevato? Non sa forse che la sua anima sarà ricongiunta a quelli ch'egli ama, anche se in Terra le loro ossa sono separate?»
325a. Il ricongiungimento dei resti mortali di tutti membri di una stessa famiglia deve essere considerato futile?
«No, e una pia usanza e una testimonianza di simpatia per quelli che abbiamo amato. Se questa riunione poco importa agli Spiriti, essa e utile agli uomini: i ricordi, in uno stesso luogo, sono più raccolti.»
326. L’anima, rientrando nella vita spirituale, è sensibile agli onori resi alle sue spoglie mortali?
«Quando lo Spirito è arrivato già a un certo livello di perfezione, non ha più quel genere di vanita terrena e comprende la futilità di tutte queste cose. Però sappiate che sovente ci sono degli Spiriti che, nel primo momento della loro morte materiale, provano o un grande piacere per gli onori che vengono loro resi, o un'afflizione per l'abbandono del loro involucro perché conservano ancora alcuni pregiudizi terreni.»
«Quando lo Spirito è arrivato già a un certo livello di perfezione, non ha più quel genere di vanita terrena e comprende la futilità di tutte queste cose. Però sappiate che sovente ci sono degli Spiriti che, nel primo momento della loro morte materiale, provano o un grande piacere per gli onori che vengono loro resi, o un'afflizione per l'abbandono del loro involucro perché conservano ancora alcuni pregiudizi terreni.»
327. Lo Spirito assiste al proprio funerale?
«Molto spesso vi assiste, ma a volte, s e è ancora turbato, non si rende conto di ciò che vi succede.»
327a. È lusingato dal concorso dei partecipanti al suo funerale?
«Più o meno, secondo il sentimento che li anima.»
«Molto spesso vi assiste, ma a volte, s e è ancora turbato, non si rende conto di ciò che vi succede.»
327a. È lusingato dal concorso dei partecipanti al suo funerale?
«Più o meno, secondo il sentimento che li anima.»
328. Lo Spirito di chi è appena morto assiste alla riunione degli eredi?
«Quasi sempre. Dio lo vuole per la sua istruzione e come castigo dei colpevoli. È qui che lo Spirito giudica quanto valevano le loro manifestazioni di affetto: per lui tutti i sentimenti vengono allo scoperto e la delusione che prova, vedendo la rapacità di quelli che si dividono il suo patrimonio, lo illumina sui loro sentimenti. Ma anche per costoro verrà il loro turno.»
«Quasi sempre. Dio lo vuole per la sua istruzione e come castigo dei colpevoli. È qui che lo Spirito giudica quanto valevano le loro manifestazioni di affetto: per lui tutti i sentimenti vengono allo scoperto e la delusione che prova, vedendo la rapacità di quelli che si dividono il suo patrimonio, lo illumina sui loro sentimenti. Ma anche per costoro verrà il loro turno.»
329. Il rispetto istintivo che tuoni°, in tutti i tempi e presso tutti i
popoli, testimonia per i morti è dovuto all'intuizione ch'egli ha di
una vita futura?
«Ne è la conseguenza naturale: senza quella intuizione, quel rispetto sarebbe senza scopo.»
«Ne è la conseguenza naturale: senza quella intuizione, quel rispetto sarebbe senza scopo.»