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Il Libro degli Spiriti > LIBRO SECONDO — MONDO SPIRITISTA O DEGLI SPIRITI > Capitolo VI — Vita Spiritista > Scelta delle prove
Scelta delle prove
258. Nello stato errante, e prima di intraprendere una nuova esistenza
fisica, lo Spirito ha coscienza e presentimento delle cose che gli
succederanno durante la vita?
«Lo Spirito sceglie lui stesso il genere di prove che vuole subire ed e in ciò che consiste il suo libero arbitrio.»
258a. Non è Dio dunque che gli impone le sofferenze della vita come castigo?
«Niente succede senza il permesso di Dio, perché e Lui che ha stabilito tutte le leggi che reggono l'universo. Domandatevi pertanto perché ha fatto la tale legge piuttosto che la talaltra! Dando allo Spirito la libertà di scelta, gli lascia tutta la responsabilità dei suoi atti e delle relative conseguenze. Niente intralcia il suo futuro. La via del bene gli sta di fronte come quella del male. Mas e soccombe, gli rimane una consolazione, quella, cioè, che non tutto e finito per lui e che Dio, nella Sua bontà, lo lascia libero di rifare ciò che ha eseguito male. Si deve, d'altronde, distinguere ciò che è opera della volontà di Dio da ciò che è opera della volontà dell'uomo. Se un pericolo vi minaccia, non siete voi che avete creato questo pericolo, e Dio. Voi avete pero la volontà di esporvi, perché in ciò avete visto un mezzo di avanzamento, ed e Dio che lo ha permesso.»
«Lo Spirito sceglie lui stesso il genere di prove che vuole subire ed e in ciò che consiste il suo libero arbitrio.»
258a. Non è Dio dunque che gli impone le sofferenze della vita come castigo?
«Niente succede senza il permesso di Dio, perché e Lui che ha stabilito tutte le leggi che reggono l'universo. Domandatevi pertanto perché ha fatto la tale legge piuttosto che la talaltra! Dando allo Spirito la libertà di scelta, gli lascia tutta la responsabilità dei suoi atti e delle relative conseguenze. Niente intralcia il suo futuro. La via del bene gli sta di fronte come quella del male. Mas e soccombe, gli rimane una consolazione, quella, cioè, che non tutto e finito per lui e che Dio, nella Sua bontà, lo lascia libero di rifare ciò che ha eseguito male. Si deve, d'altronde, distinguere ciò che è opera della volontà di Dio da ciò che è opera della volontà dell'uomo. Se un pericolo vi minaccia, non siete voi che avete creato questo pericolo, e Dio. Voi avete pero la volontà di esporvi, perché in ciò avete visto un mezzo di avanzamento, ed e Dio che lo ha permesso.»
259. Se lo Spirito ha facoltà di scelta nel genere di prova che deve
subire, ne consegue che tutte le sofferenze che proviamo nella vita sono
state previste e scelte da noi?
«Tutte non è il termine corretto, perché non si può dire che voi abbiate scelto e previsto tutto ciò che vi capita nella vita, fin nei minimi particolari. Voi avete scelto il genere di prova, ma i fatti in dettaglio sono la conseguenza della situazione e sovente delle vostre stesse azioni. Se, per esempio, lo Spirito ha voluto nascere in mezzo a gente di malaffare, sapeva a quali tentazioni egli si sarebbe esposto, ma non conosceva una per una le azioni che avrebbe commesso. Queste azioni sono l'effetto della sua volontà o del suo libero arbitrio. Lo Spirito sa che scegliendo una tale strada avrà un certo tipo di lotta da affrontare. Egli conosce pertanto la natura delle vicissitudini che incontrerà, ma non sa se sarà il tale avvenimento piuttosto che il talaltro. Gli eventi secondari nascono dalle circostanze e dalla forza delle cose. Sono solo i grandi eventi — quelli che influiscono sul destino — che sono prevedibili. Se si prende un cammino pieno di ostacoli, si sa che si devono prendere molte precauzioni perché si corre il pericolo di cadere, ma non si sa dove si andrà a cadere, E può anche darsi che non si cada, se si e molto prudenti. Se, camminando per strada, vi cade una tegola in testa, non crediate che, come comunemente si dice, stava scritto.»
«Tutte non è il termine corretto, perché non si può dire che voi abbiate scelto e previsto tutto ciò che vi capita nella vita, fin nei minimi particolari. Voi avete scelto il genere di prova, ma i fatti in dettaglio sono la conseguenza della situazione e sovente delle vostre stesse azioni. Se, per esempio, lo Spirito ha voluto nascere in mezzo a gente di malaffare, sapeva a quali tentazioni egli si sarebbe esposto, ma non conosceva una per una le azioni che avrebbe commesso. Queste azioni sono l'effetto della sua volontà o del suo libero arbitrio. Lo Spirito sa che scegliendo una tale strada avrà un certo tipo di lotta da affrontare. Egli conosce pertanto la natura delle vicissitudini che incontrerà, ma non sa se sarà il tale avvenimento piuttosto che il talaltro. Gli eventi secondari nascono dalle circostanze e dalla forza delle cose. Sono solo i grandi eventi — quelli che influiscono sul destino — che sono prevedibili. Se si prende un cammino pieno di ostacoli, si sa che si devono prendere molte precauzioni perché si corre il pericolo di cadere, ma non si sa dove si andrà a cadere, E può anche darsi che non si cada, se si e molto prudenti. Se, camminando per strada, vi cade una tegola in testa, non crediate che, come comunemente si dice, stava scritto.»
260. Come può lo Spirito voler nascere fra gente di malaffare?
«Si deve pur mandarlo in un ambiente dove possa subire la prova che ha domandato. Ebbene! È necessario che ci sia analogia: per lottare contro l'istinto del brigantaggio, bisogna ch'egli si trovi fra gente di questo tipo.»
260a. Se non ci fossero individui della malavita sulla Terra, lo Spirito non potrebbe allora trovarvi l'ambiente adeguato a determinate prove?
«Ci si dovrebbe allora lamentare per questo? È ciò che succede nei mondi superiori dove il male non ha accesso. È per questo che lì ci sono solo i buoni Spiriti. Fate in modo che sia al più presto così anche sulla vostra Terra.»
«Si deve pur mandarlo in un ambiente dove possa subire la prova che ha domandato. Ebbene! È necessario che ci sia analogia: per lottare contro l'istinto del brigantaggio, bisogna ch'egli si trovi fra gente di questo tipo.»
260a. Se non ci fossero individui della malavita sulla Terra, lo Spirito non potrebbe allora trovarvi l'ambiente adeguato a determinate prove?
«Ci si dovrebbe allora lamentare per questo? È ciò che succede nei mondi superiori dove il male non ha accesso. È per questo che lì ci sono solo i buoni Spiriti. Fate in modo che sia al più presto così anche sulla vostra Terra.»
261. Lo Spirito, nelle prove che deve subire per arrivare alla
perfezione, deve provare ogni genere di tentazioni? Deve passare
attraverso tutte le situazioni che possano provocare in lui orgoglio,
gelosia, avarizia, sensualità ecc.?
«Certamente no, poiché si sa che ci sono Spiriti che prendono, sin dall'inizio, un cammino che li affranca da molte prove. Ma chi sì lascia trascinare sulla cattiva strada, corre tutti i pericoli di questa strada. Per esempio, uno Spirito può chiedere la ricchezza e gli può anche essere accordata. Allora, secondo il suo carattere, potrà diventare avaro o prodigo, egoista o generoso, oppure si abbandonerà a tutti i piaceri dei sensi. Ma non è detto che dovrà passare per forza attraverso la trafila di tutte queste inclinazioni.»
«Certamente no, poiché si sa che ci sono Spiriti che prendono, sin dall'inizio, un cammino che li affranca da molte prove. Ma chi sì lascia trascinare sulla cattiva strada, corre tutti i pericoli di questa strada. Per esempio, uno Spirito può chiedere la ricchezza e gli può anche essere accordata. Allora, secondo il suo carattere, potrà diventare avaro o prodigo, egoista o generoso, oppure si abbandonerà a tutti i piaceri dei sensi. Ma non è detto che dovrà passare per forza attraverso la trafila di tutte queste inclinazioni.»
262. Come può lo Spirito, che in origine è semplice, ignorante e senza
esperienza, scegliere un'esistenza con cognizione di causa ed essere
responsabile della sua scelta?
«Dio supplisce alla sua inesperienza tracciandogli il cammino che deve seguire, come si fa con un bambino sin dalla culla. Poi a poco a poco lo lascia padrone di scegliere nella misura in cui il suo libero arbitrio si sviluppa, ed è allora che sovente traligna, prendendo la cattiva strada se non ascolta i consigli dei buoni Spiriti. È questa che può chiamarsi la caduta dell'uomo.»
262a. Quando lo Spirito fruisce del libero arbitrio, la scelta dell'esistenza fisica dipende sempre esclusivamente dalla sua volontà, oppure questa esistenza gli può essere imposta dalla volontà di Dio come espiazione?
«Dio sa attendere: non affretta l'espiazione. Ciononostante Dio può imporre un'esistenza a uno Spirito, quando questo, a causa del suo basso livello o per la sua cattiva volontà, non è adatto a comprendere ciò che per lui potrebbe essere più salutare, o quando vede che questa esistenza può servire alla sua purificazione e al suo avanzamento, trovandovi nello stesso tempo un'espiazione.»
«Dio supplisce alla sua inesperienza tracciandogli il cammino che deve seguire, come si fa con un bambino sin dalla culla. Poi a poco a poco lo lascia padrone di scegliere nella misura in cui il suo libero arbitrio si sviluppa, ed è allora che sovente traligna, prendendo la cattiva strada se non ascolta i consigli dei buoni Spiriti. È questa che può chiamarsi la caduta dell'uomo.»
262a. Quando lo Spirito fruisce del libero arbitrio, la scelta dell'esistenza fisica dipende sempre esclusivamente dalla sua volontà, oppure questa esistenza gli può essere imposta dalla volontà di Dio come espiazione?
«Dio sa attendere: non affretta l'espiazione. Ciononostante Dio può imporre un'esistenza a uno Spirito, quando questo, a causa del suo basso livello o per la sua cattiva volontà, non è adatto a comprendere ciò che per lui potrebbe essere più salutare, o quando vede che questa esistenza può servire alla sua purificazione e al suo avanzamento, trovandovi nello stesso tempo un'espiazione.»
263. Lo Spirito fa la sua scelta immediatamente dopo la morte?
«No. Molti credono all'eternità delle pene. V i è stato già detto: questo è un castigo.»
«No. Molti credono all'eternità delle pene. V i è stato già detto: questo è un castigo.»
264. Che cose che orienta lo Spirito nella scelta delle prove che vuole subire?
«Sceglie quelle che, secondo la natura delle sue colpe, possono essere per lui un'espiazione e possono farlo avanzare più rapidamente. Alcuni possono dunque imporsi una vita di miseria e di privazioni per tentare di sopportarla con coraggio, altri possono voler mettersi alla prova attraverso le tentazioni delle ricchezze e del potere, ben più pericolose per l'abuso o i l cattivo uso che se ne può fare, e per le basse passioni che suscitano. Altri infine vogliono mettersi alla prova attraverso le lotte che devono sostenere a contatto con il vizio.»
«Sceglie quelle che, secondo la natura delle sue colpe, possono essere per lui un'espiazione e possono farlo avanzare più rapidamente. Alcuni possono dunque imporsi una vita di miseria e di privazioni per tentare di sopportarla con coraggio, altri possono voler mettersi alla prova attraverso le tentazioni delle ricchezze e del potere, ben più pericolose per l'abuso o i l cattivo uso che se ne può fare, e per le basse passioni che suscitano. Altri infine vogliono mettersi alla prova attraverso le lotte che devono sostenere a contatto con il vizio.»
265. Se certi Spiriti scelgono il contatto con il vizio come prova, ve
ne sono di quelli che lo scelgono per simpatia e per il desiderio di
vivere in un ambiente conforme alle loro tendenze, o per potersi
abbandonare liberamente alle soddisfazioni materiali?
«Ce ne sono, e certo, ma solo tra quelli il cui senso morale è ancora poco sviluppato. La prova viene da sé ed essi la subiscono più a lungo. Prima o poi comprendono che la soddisfazione delle basse passioni ha per loro delle conseguenze deplorevoli che essi subiranno per un tempo che sembrerà loro eterno. Dio potrà lasciarli in questa condizione fin quando non abbiano compreso la loro colpa e non chiedano essi stessi di espiarla con delle prove proficue.»
«Ce ne sono, e certo, ma solo tra quelli il cui senso morale è ancora poco sviluppato. La prova viene da sé ed essi la subiscono più a lungo. Prima o poi comprendono che la soddisfazione delle basse passioni ha per loro delle conseguenze deplorevoli che essi subiranno per un tempo che sembrerà loro eterno. Dio potrà lasciarli in questa condizione fin quando non abbiano compreso la loro colpa e non chiedano essi stessi di espiarla con delle prove proficue.»
266. Non appare naturale che scelgano le prove meno penose?
«Per voi, sì. Ma per lo Spirito, no. Quando si libera della materia, l'illusione cessa ed egli pensa in modo diverso.»
L'uomo, sulla Terra, posto sotto l'influenza delle idee materiali, vede in queste prove solo il lato penoso ed è per questo che gli sembra naturale scegliere quelle che, dal suo punto di vista, coincidono con i piaceri materiali. Ma nella vita spirituale confronta queste soddisfazioni fuggitive e grossolane con la felicita inalterabile che intravede. Pertanto che cosa può importargli qualche sofferenza passeggera? Lo Spirito può dunque scegliere la prova più dura e, di conseguenza, l'esistenza più penosa, nella speranza di raggiungere più in fretta una condizione migliore, così come molte volte il malato sceglie la medicina più sgradevole per guarire prima. Chi vuole legare il proprio nome alla scoperta di un paese sconosciuto non sceglie una strada tra i fiori. Conosce i pericoli che corre, ma sa anche della gloria che lo attende se riesce nell'impresa.
La dottrina della libertà, nella scelta delle nostre esistenze e delle prove cui saremo sottoposti, cessa di sembrare straordinaria se si considera che gli Spiriti, liberatisi della materia, valutano le cose in modo diverso da quello con cui le valutiamo noi. Essi percepiscono l'obiettivo, obiettivo per loro ben più serio di quanto non lo siano le gioie passeggere del mondo. Dopo ogni esistenza essi vedono il passo avanti compiuto e quanto ancora manchi loro in purezza, per raggiungere questo obiettivo. Ecco perché si sottomettono volontariamente a tutte le vicissitudini della vita fisica, domandando essi stessi quelle prove che possano farglielo raggiungere il più presto possibile. È dunque a torto che ci si meraviglia nel vedere lo Spirito non dare la preferenza all'esistenza più dolce. Di questa vita esente da amarezze egli non può godere finché si trova nel suo stato d'imperfezione. La intravede ed è per arrivarci che cerca di migliorarsi.
D'altra parte non abbiamo forse sotto gli occhi tutti i giorni l'esempio di scelte simili? L'uomo che lavora per buona parte della sua vita senza tregua né riposo, per accumulare quanto gli serve per procurarsi il benessere, cos'e che fa se non svolgere un compito che si impone, in vista di un avvenire migliore? Il soldato che si offre per una missione pericolosa, il viaggiatore che affronta pericoli non meno gravi nell'interesse della scienza o della propria fortuna, cos'e che fanno se non compiere delle prove volontarie, che possono procurar loro felicita e profitto se riusciranno nell'impresa? A che cosa l'uomo non si sottomette e non si espone per il suo interesse o per la sua gloria? Tutti i concorsi non sono anch'essi prove volontarie alle quali ci si sottomette in vista di un avanzamento nella carriera che si e scelta? Si arriva a una posizione sociale di alto livello nelle scienze, nelle arti, nell'industria, solo passando per la trafila dei gradi inferiori che sono anch'essi altrettante prove. La vita umana e così il calco della vita spirituale: vi ritroviamo in piccolo tutte le stesse peripezie. Se dunque, nella vita terrena, scegliamo sovente le prove più dure in vista di una posizione più elevata, perché lo Spirito — che vede più lontano di noi uomini di questa Terra, e per il quale la vita fisica non è che un incidente passeggero — non dovrebbe fare la scelta di un'esistenza penosa e laboriosa, se essa può condurlo alla felicità eterna? Coloro che dicono che, se l'uomo avesse la scelta della propria esistenza, essi chiederebbero di essere principi o milionari, sono come i miopi che vedono solo quello che toccano, o come quei bambini golosi ai quali si domandi quale lavoro preferiscono e rispondono: pasticciere o cioccolataio.
Così è il viaggiatore che, in fondo a una valle immersa nella nebbia, non vede né la lunghezza né i due punti estremi della sua strada. Ma, arrivato in vetta alla montagna, abbraccia con lo sguardo il cammino che ha percorso e quel che gli resta da percorrere. Vede la sua meta, gli ostacoli che deve ancora superare, e può organizzare con maggiore sicurezza i mezzi per arrivarci. Lo Spirito incarnato e come il viaggiatore ai piedi della montagna. Sbarazzatosi dei legami terreni, domina la situazione come chi sta sulla vetta della montagna. Per il viaggiatore la meta e il riposo dopo la fatica, per lo Spirito il fine è la beatitudine suprema dopo le tribolazioni e le prove.
Tutti gli Spiriti dicono che nello stato errante indagano, studiano, osservano per fare la loro scelta. Non ne abbiamo un esempio nella vita su questa Terra? Non cerchiamo sovente per anni la carriera sulla quale fissiamo liberamente la nostra scelta, perché la crediamo la più idonea per farci realizzare il nostro cammino? Se falliamo in una, ne cerchiamo un'altra. Ogni carriera che abbracciamo e una fase, un periodo della vita. Ogni giorno non è forse impiegato nel cercare ciò che faremo il giorno seguente? Ora, che cosa sono le varie esistenze fisiche, per lo Spirito, se non delle fasi, dei periodi, dei giorni per la sua vita spiritista, che è, come si sa, la sua vita normale, essendo la vita fisica solo transitoria e passeggera?
«Per voi, sì. Ma per lo Spirito, no. Quando si libera della materia, l'illusione cessa ed egli pensa in modo diverso.»
L'uomo, sulla Terra, posto sotto l'influenza delle idee materiali, vede in queste prove solo il lato penoso ed è per questo che gli sembra naturale scegliere quelle che, dal suo punto di vista, coincidono con i piaceri materiali. Ma nella vita spirituale confronta queste soddisfazioni fuggitive e grossolane con la felicita inalterabile che intravede. Pertanto che cosa può importargli qualche sofferenza passeggera? Lo Spirito può dunque scegliere la prova più dura e, di conseguenza, l'esistenza più penosa, nella speranza di raggiungere più in fretta una condizione migliore, così come molte volte il malato sceglie la medicina più sgradevole per guarire prima. Chi vuole legare il proprio nome alla scoperta di un paese sconosciuto non sceglie una strada tra i fiori. Conosce i pericoli che corre, ma sa anche della gloria che lo attende se riesce nell'impresa.
La dottrina della libertà, nella scelta delle nostre esistenze e delle prove cui saremo sottoposti, cessa di sembrare straordinaria se si considera che gli Spiriti, liberatisi della materia, valutano le cose in modo diverso da quello con cui le valutiamo noi. Essi percepiscono l'obiettivo, obiettivo per loro ben più serio di quanto non lo siano le gioie passeggere del mondo. Dopo ogni esistenza essi vedono il passo avanti compiuto e quanto ancora manchi loro in purezza, per raggiungere questo obiettivo. Ecco perché si sottomettono volontariamente a tutte le vicissitudini della vita fisica, domandando essi stessi quelle prove che possano farglielo raggiungere il più presto possibile. È dunque a torto che ci si meraviglia nel vedere lo Spirito non dare la preferenza all'esistenza più dolce. Di questa vita esente da amarezze egli non può godere finché si trova nel suo stato d'imperfezione. La intravede ed è per arrivarci che cerca di migliorarsi.
D'altra parte non abbiamo forse sotto gli occhi tutti i giorni l'esempio di scelte simili? L'uomo che lavora per buona parte della sua vita senza tregua né riposo, per accumulare quanto gli serve per procurarsi il benessere, cos'e che fa se non svolgere un compito che si impone, in vista di un avvenire migliore? Il soldato che si offre per una missione pericolosa, il viaggiatore che affronta pericoli non meno gravi nell'interesse della scienza o della propria fortuna, cos'e che fanno se non compiere delle prove volontarie, che possono procurar loro felicita e profitto se riusciranno nell'impresa? A che cosa l'uomo non si sottomette e non si espone per il suo interesse o per la sua gloria? Tutti i concorsi non sono anch'essi prove volontarie alle quali ci si sottomette in vista di un avanzamento nella carriera che si e scelta? Si arriva a una posizione sociale di alto livello nelle scienze, nelle arti, nell'industria, solo passando per la trafila dei gradi inferiori che sono anch'essi altrettante prove. La vita umana e così il calco della vita spirituale: vi ritroviamo in piccolo tutte le stesse peripezie. Se dunque, nella vita terrena, scegliamo sovente le prove più dure in vista di una posizione più elevata, perché lo Spirito — che vede più lontano di noi uomini di questa Terra, e per il quale la vita fisica non è che un incidente passeggero — non dovrebbe fare la scelta di un'esistenza penosa e laboriosa, se essa può condurlo alla felicità eterna? Coloro che dicono che, se l'uomo avesse la scelta della propria esistenza, essi chiederebbero di essere principi o milionari, sono come i miopi che vedono solo quello che toccano, o come quei bambini golosi ai quali si domandi quale lavoro preferiscono e rispondono: pasticciere o cioccolataio.
Così è il viaggiatore che, in fondo a una valle immersa nella nebbia, non vede né la lunghezza né i due punti estremi della sua strada. Ma, arrivato in vetta alla montagna, abbraccia con lo sguardo il cammino che ha percorso e quel che gli resta da percorrere. Vede la sua meta, gli ostacoli che deve ancora superare, e può organizzare con maggiore sicurezza i mezzi per arrivarci. Lo Spirito incarnato e come il viaggiatore ai piedi della montagna. Sbarazzatosi dei legami terreni, domina la situazione come chi sta sulla vetta della montagna. Per il viaggiatore la meta e il riposo dopo la fatica, per lo Spirito il fine è la beatitudine suprema dopo le tribolazioni e le prove.
Tutti gli Spiriti dicono che nello stato errante indagano, studiano, osservano per fare la loro scelta. Non ne abbiamo un esempio nella vita su questa Terra? Non cerchiamo sovente per anni la carriera sulla quale fissiamo liberamente la nostra scelta, perché la crediamo la più idonea per farci realizzare il nostro cammino? Se falliamo in una, ne cerchiamo un'altra. Ogni carriera che abbracciamo e una fase, un periodo della vita. Ogni giorno non è forse impiegato nel cercare ciò che faremo il giorno seguente? Ora, che cosa sono le varie esistenze fisiche, per lo Spirito, se non delle fasi, dei periodi, dei giorni per la sua vita spiritista, che è, come si sa, la sua vita normale, essendo la vita fisica solo transitoria e passeggera?
267. Lo Spirito ha la possibilità di fare la sua scelta durante il suo stato corporeo?
«Il suo desiderio può avere una certa influenza; ciò dipende dall'intenzione. Quando ritorna Spirito, vede le cose in modo ben diverso. È solo lo Spirito che fa la scelta. Ma, lo ripeto, può farla anche nella vita materiale, perché lo Spirito ha sempre dei momenti in cui è indipendente dalla materia in cui abita.»
267a. Molti desiderano il potere e le ricchezze e di certo né come espiazione né come prova.
«Senza dubbio è la materia che tende a questi poteri per goderne, ed e lo Spirito che li desidera per conoscerne le vicissitudini.»
«Il suo desiderio può avere una certa influenza; ciò dipende dall'intenzione. Quando ritorna Spirito, vede le cose in modo ben diverso. È solo lo Spirito che fa la scelta. Ma, lo ripeto, può farla anche nella vita materiale, perché lo Spirito ha sempre dei momenti in cui è indipendente dalla materia in cui abita.»
267a. Molti desiderano il potere e le ricchezze e di certo né come espiazione né come prova.
«Senza dubbio è la materia che tende a questi poteri per goderne, ed e lo Spirito che li desidera per conoscerne le vicissitudini.»
268. Finché lo Spirito non arriva allo stato di purezza perfetta, deve continuamente subire delle prove?
«Sì, ma esse non sono come le Intendete voi, che chiamate prove le tribolazioni materiali. Ora, lo Spirito, pervenuto a un certo grado, pur senza essere perfetto, non ha più prove da subire, ma ha sempre dei doveri che l'aiutano a perfezionarsi. Questi doveri non hanno niente di penoso per lui, non fosse altro che quello di aiutare gli altri a perfezionarsi.»
«Sì, ma esse non sono come le Intendete voi, che chiamate prove le tribolazioni materiali. Ora, lo Spirito, pervenuto a un certo grado, pur senza essere perfetto, non ha più prove da subire, ma ha sempre dei doveri che l'aiutano a perfezionarsi. Questi doveri non hanno niente di penoso per lui, non fosse altro che quello di aiutare gli altri a perfezionarsi.»
269. Lo Spirito può ingannarsi sull'efficacia della prova che sceglie?
«Potrebbe sceglierne una che è al di sopra delle sue forze, e allora egli soccombe. Ma potrebbe anche sceglierne una che non gli giova affatto, come nel caso in cui cercasse un genere di vita oziosa e inutile. Ma allora, una volta rientrato nel mondo degli Spiriti, si accorge di non aver guadagnato niente e domanda di recuperare il tempo perduto.»
«Potrebbe sceglierne una che è al di sopra delle sue forze, e allora egli soccombe. Ma potrebbe anche sceglierne una che non gli giova affatto, come nel caso in cui cercasse un genere di vita oziosa e inutile. Ma allora, una volta rientrato nel mondo degli Spiriti, si accorge di non aver guadagnato niente e domanda di recuperare il tempo perduto.»
270. A che cosa sono dovute le vocazioni di alcuni e il loro desiderio di seguire una carriera piuttosto che un'altra?
«Mi sembra che possiate rispondere voi stessi a questa domanda. Non è forse la conseguenza di tutto ciò che abbiamo detto sulla scelta delle prove e sul progresso compiuto in un'esistenza precedente?»
«Mi sembra che possiate rispondere voi stessi a questa domanda. Non è forse la conseguenza di tutto ciò che abbiamo detto sulla scelta delle prove e sul progresso compiuto in un'esistenza precedente?»
271. Nello stato erratico lo Spirito, studiando le diverse condizioni
nelle quali potrà progredire, come pensa di poter realizzare ciò? Per
esempio, nascendo fra i popoli cannibali?
«Non sono gli Spiriti già avanzati quelli che nascono fra i cannibali, ma Spiriti della natura dei cannibali o che sono a loro inferiori.»
Sappiamo che i nostri antropofagi non si trovano all'ultimo gradino della scala evolutiva e che ci sono dei mondi in cui l'abbrutimento e la ferocia non hanno uguali sulla Terra. Questi Spiriti sono dunque inferiori ai più inferiori del nostro mondo, e venire fra i nostri selvaggi e per loro un progresso, come sarebbe un progresso per i nostri antropofagi esercitare fra di noi una professione che li obbligasse a versare il sangue. Se non mirano più in alto, e perché l'inferiorità morale non permette loro di comprendere un progresso più completo. Lo Spirito non può avanzare che gradualmente. Non può superare d'un balzo la distanza che separa la barbarie dalla civilizzazione, ed e in ciò che troviamo una delle necessita della reincarnazione, che corrisponde veramente alla giustizia di Dio. Altrimenti che cosa diventerebbero questi milioni di esseri che muoiono ogni giorno all'ultimo stadio del degrado, se non avessero i mezzi per raggiungere il grado superiore? Perché Dio avrebbe dovuto privarli dei favori concessi agli altri uomini?
«Non sono gli Spiriti già avanzati quelli che nascono fra i cannibali, ma Spiriti della natura dei cannibali o che sono a loro inferiori.»
Sappiamo che i nostri antropofagi non si trovano all'ultimo gradino della scala evolutiva e che ci sono dei mondi in cui l'abbrutimento e la ferocia non hanno uguali sulla Terra. Questi Spiriti sono dunque inferiori ai più inferiori del nostro mondo, e venire fra i nostri selvaggi e per loro un progresso, come sarebbe un progresso per i nostri antropofagi esercitare fra di noi una professione che li obbligasse a versare il sangue. Se non mirano più in alto, e perché l'inferiorità morale non permette loro di comprendere un progresso più completo. Lo Spirito non può avanzare che gradualmente. Non può superare d'un balzo la distanza che separa la barbarie dalla civilizzazione, ed e in ciò che troviamo una delle necessita della reincarnazione, che corrisponde veramente alla giustizia di Dio. Altrimenti che cosa diventerebbero questi milioni di esseri che muoiono ogni giorno all'ultimo stadio del degrado, se non avessero i mezzi per raggiungere il grado superiore? Perché Dio avrebbe dovuto privarli dei favori concessi agli altri uomini?
272. Gli Spiriti che vengono sulla Terra da un mondo inferiore, o da un
popolo molto arretrato, come i cannibali, per esempio, potrebbero
nascere fra i popoli civilizzati?
«Sì, ce ne sono che fuorviano volendo salire troppo in alto. Ma allora si trovano fuori posto fra voi perché hanno dei costumi e degli istinti che cozzano con i vostri.»
Questi esseri ci offrono il triste spettacolo della ferocia in mezzo alla civilizzazione. Rinascendo essi fra i cannibali, non sarebbe una retrocessione, poiché non farebbero altro che riprendere il loro posto e forse ci guadagnerebbero ancora.
«Sì, ce ne sono che fuorviano volendo salire troppo in alto. Ma allora si trovano fuori posto fra voi perché hanno dei costumi e degli istinti che cozzano con i vostri.»
Questi esseri ci offrono il triste spettacolo della ferocia in mezzo alla civilizzazione. Rinascendo essi fra i cannibali, non sarebbe una retrocessione, poiché non farebbero altro che riprendere il loro posto e forse ci guadagnerebbero ancora.
273. Un uomo che è appartenuto a una società civilizzata potrebbe, per espiazione, essere reincarnato in un selvaggio?
«Si.Ma ciò dipende dal genere di espiazione. Un padrone che sia stato duro con i suoi schiavi potrà diventare schiavo a sua volta e subire i maltrattamenti che ha fatto subire. Chi un giorno ha comandato può, in una nuova esistenza, obbedire proprio a coloro che si erano piegati alla sua volontà. Si tratta di un'espiazione, nel caso avesse abusato del suo potere, e Dio può imporgliela. Uno Spirito buono può anche scegliere un'esistenza autorevole fra questi popoli per farli avanzare, e allora si tratta di una missione.»
«Si.Ma ciò dipende dal genere di espiazione. Un padrone che sia stato duro con i suoi schiavi potrà diventare schiavo a sua volta e subire i maltrattamenti che ha fatto subire. Chi un giorno ha comandato può, in una nuova esistenza, obbedire proprio a coloro che si erano piegati alla sua volontà. Si tratta di un'espiazione, nel caso avesse abusato del suo potere, e Dio può imporgliela. Uno Spirito buono può anche scegliere un'esistenza autorevole fra questi popoli per farli avanzare, e allora si tratta di una missione.»