Il Libro degli Spiriti

Allan Kardec

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102. Decima classe. SPIRITI IMPURI - Sono inclini al male e ne fanno l'oggetto delle loro preoccupazioni. Come Spiriti danno dei consigli infidi, insinuano la discordia e la diffidenza, e assumono tutte le maschere per meglio ingannare. Si attaccano a persone dal carattere abbastanza debole da cedere alle loro suggestioni, per spingerli alla perdizione, contenti di poter ritardare il loro avanzamento facendoli soccombere nelle prove che subiscono.

Nelle manifestazioni si riconoscono dal loro linguaggio. La trivialità e la rozzezza delle espressioni, presso gli Spiriti come presso gli uomini, è sempre indice di inferiorità morale, se non intellettuale. Le loro comunicazioni rivelano la bassezza delle loro inclinazioni e, se cercano di trarre in inganno parlando in modo sensato, non possono sostenere a lungo il ruolo e finiscono sempre col tradire la loro origine.

Certi popoli ne hanno fatto delle Divinità malefiche, altri li designano sotto il nome di demoni, geni cattivi, Spiriti del male.

Gli esseri viventi che essi animano, quando sono incarnati, sono inclini a tutti i vizi che le passioni vili e degradanti generano: la sensualità, la crudeltà, l'impostura, l'ipocrisia, la cupidigia, l'avarizia sordida. Fanno del male per il piacere di farlo, il più delle volte senza motivo e, in odio al bene, scelgono quasi sempre le loro vittime tra i buoni. Essi sono dei flagelli per l'umanità, a qualsiasi rango della società appartengano, e la patina della civilizzazione non li mette al riparo dall'obbrobrio e dall'ignominia.