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Il Libro degli Spiriti > CONCLUSIONE > I
I
Chi in fatto di magnetismo terrestre
conoscesse solo il gioco delle piccole anitre calamitate, che si fanno
girare sull'acqua di una bacinella, difficilmente potrebbe comprendere
che questo gioco racchiude il segreto del meccanismo dell'universo e del
moto dei mondi. Lo stesso succede a chi dello Spiritismo conosce solo
il movimento delle tavole. Non ci vede altro che un divertimento, un
passatempo di società e non comprende come questo fenomeno così semplice
e comune, conosciuto fin dall'antichità e anche dai popoli semi
primitivi, possa collegarsi alle più gravi questioni dell'ordine
sociale. Per l'osservatore superficiale, in effetti, quale rapporto può
esserci tra una tavola che gira e la morale e il futuro dell'umanità? Ma
chiunque rifletta si ricorda che dalla semplice pentola che bolle e il
cui coperchio si solleva — pentola che anch'essa bolle da tempo
immemorabile — è uscito il potente motore a vapore, con il quale l'uomo
supera lo spazio e annulla le distanze. Ebbene! Voi, che non
credete a niente al di fuori del mondo materiale, sappiate dunque che da
quella tavola, che gira e provoca i vostri sorrisi di sufficienza, e
uscita tutta una scienza così come la soluzione di quei problemi che
nessuna filosofia era riuscita a risolvere. Mi appello a tutti gli
avversari di buona fede e li scongiuro di dire se si sono mai dati la
pena di studiare quello che criticano, perché, secondo la logica, la
critica ha valore solo se chi la fa conosce ciò di cui parla. Beffarsi
di una cosa che non si conosce, che non si è sondata con lo scalpello
dell'osservatore coscienzioso, non è criticare, ma dar prova di
leggerezza e fornire una modesta idea del proprio giudizio. Sicuramente
se noi avessimo presentato questa filosofia come opera di un cervello
umano, essa avrebbe incontrato una minore disistima e avrebbe avuto gli
onori dell'esame di coloro che pretendono di dirigere le opinioni. Ma
essa viene dagli Spiriti. Quale assurdità! È a fatica ch'essa merita uno
dei loro sguardi. La si giudica dal titolo, così come la scimmia della
favola giudicava la noce dal guscio. Prescindete, se non vi dispiace, dall'origine. Supponete che questo libro sia opera dell'uomo e dite in coscienza se, dopo averlo letto seriamente, ci trovate materia di scherno.