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Il Libro degli Spiriti > LIBRO TERZO — LEGGI MORALI > Capítulo XII — Perfezione Morale > Le virtù e i vizi > 906
906. Chi fa del bene è da biasimare se ne ha coscienza e lo confessa a sé stesso?
«Dal momento che l'uomo può avere coscienza del male che ha fatto, deve avere anche coscienza del bene, al fine di sapere se agisce bene o male. È pesando tutte le sue azioni sulla bilancia della legge di Dio, e soprattutto su quella della legge di giustizia, amore e carità, le potrà dire se esse sono buone o cattive, se approvarle o disapprovarle. Egli non può dunque essere biasimevole di riconoscere che ha trionfato sulle cattive tendenze, e di esserne soddisfatto, purché non ne tragga motivo di vanita, nel qual caso cadrebbe in un altro errore.» (Vedere n. 919)
«Dal momento che l'uomo può avere coscienza del male che ha fatto, deve avere anche coscienza del bene, al fine di sapere se agisce bene o male. È pesando tutte le sue azioni sulla bilancia della legge di Dio, e soprattutto su quella della legge di giustizia, amore e carità, le potrà dire se esse sono buone o cattive, se approvarle o disapprovarle. Egli non può dunque essere biasimevole di riconoscere che ha trionfato sulle cattive tendenze, e di esserne soddisfatto, purché non ne tragga motivo di vanita, nel qual caso cadrebbe in un altro errore.» (Vedere n. 919)