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Il Libro degli Spiriti > LIBRO SECONDO — MONDO SPIRITISTA O DEGLI SPIRITI > Capitolo III — Ritorno Della Vita Fisica Alla Vita Spirituale > Separazione dell'anima e del corpo
Separazione dell'anima e del corpo
154. La separazione dell'anima e del corpo è dolorosa?
«No. Il corpo soffre sovente di più durante la vita che al momento della morte, l'anima assolutamente no. Le sofferenze che a volte si provano al momento della morte sono una gioia per lo Spirito che vede arrivare la fine del suo esilio.»
Nella morte naturale, quella che arriva per l'esaurimento dell'organismo a causa dell'età, l'uomo lascia la vita senza accorgersene: e come un lume che si spegne per mancanza di alimentazione.
«No. Il corpo soffre sovente di più durante la vita che al momento della morte, l'anima assolutamente no. Le sofferenze che a volte si provano al momento della morte sono una gioia per lo Spirito che vede arrivare la fine del suo esilio.»
Nella morte naturale, quella che arriva per l'esaurimento dell'organismo a causa dell'età, l'uomo lascia la vita senza accorgersene: e come un lume che si spegne per mancanza di alimentazione.
155. Come avviene la separazione dell'anima e del corpo?
«Essendosi spezzati i legami che la trattenevano, essa si libera.»
155a. La separazione avviene istantaneamente e con una brusca transizione? Ce una linea di demarcazione nettamente tracciata fra la vita e la morte?
«No, l'anima si libera gradualmente e non fugge via come un uccello in gabbia improvvisamente reso alla libertà. Questi due stadi si toccano e si confondono, in modo che lo Spirito si libera a poco a poco dai suoi legami: essi si sciolgono ma non si spezzano.»
Nel corso della vita lo Spirito si lega al corpo mediante il suo involucro semi materiale, o perispirito. La morte è la distruzione del solo corpo e non dì questo secondo involucro, che si separa dal corpo quando in esso cessa la vita organica. L'osservazione dimostra che al momento della morte l'affrancamento del perispirito non è subito completo. Avviene solo gradualmente e con una lentezza molto variabile, a seconda degli individui. In alcuni e assai rapido e si può dire che il momento della morte e anche quello della liberazione, a qualche ora di distanza. Ma in altri, soprattutto in coloro la cui vita e stata tutta materiale e sensuale, la liberazione è molto meno rapida e a volte dura dei giorni, delle settimane e persino dei mesi, cosa che non implica la minima vitalità del corpo né la possibilità di un ritorno alla vita, ma una semplice affinità fra il corpo e lo Spirito, affinità che è sempre in ragione della preponderanza che, durante la vita, lo Spirito ha dato alla materia. È ragionevole concepire, infatti, che più lo Spirito si è identificato con la materia, più fatica a separarsene. Invece, l'attività intellettuale e morale e l'elevatezza del pensiero operano l'inizio dell'affrancamento anche durante la vita fisica e, quando arriva la morte, la liberazione e quasi istantanea. Tale è il risultato degli studi fatti su tutti gli individui osservati al momento della morte. Queste osservazioni provano inoltre che l'affinità, che in certi individui persiste fra anima e corpo, è qualche volta molto dolorosa, perché lo Spirito può provare orrore per la decomposizione. Questo caso è eccezionale e specifico di un certo genere di vitae di un certo genere di morte. Esso si verifica in alcuni suicidi.
«Essendosi spezzati i legami che la trattenevano, essa si libera.»
155a. La separazione avviene istantaneamente e con una brusca transizione? Ce una linea di demarcazione nettamente tracciata fra la vita e la morte?
«No, l'anima si libera gradualmente e non fugge via come un uccello in gabbia improvvisamente reso alla libertà. Questi due stadi si toccano e si confondono, in modo che lo Spirito si libera a poco a poco dai suoi legami: essi si sciolgono ma non si spezzano.»
Nel corso della vita lo Spirito si lega al corpo mediante il suo involucro semi materiale, o perispirito. La morte è la distruzione del solo corpo e non dì questo secondo involucro, che si separa dal corpo quando in esso cessa la vita organica. L'osservazione dimostra che al momento della morte l'affrancamento del perispirito non è subito completo. Avviene solo gradualmente e con una lentezza molto variabile, a seconda degli individui. In alcuni e assai rapido e si può dire che il momento della morte e anche quello della liberazione, a qualche ora di distanza. Ma in altri, soprattutto in coloro la cui vita e stata tutta materiale e sensuale, la liberazione è molto meno rapida e a volte dura dei giorni, delle settimane e persino dei mesi, cosa che non implica la minima vitalità del corpo né la possibilità di un ritorno alla vita, ma una semplice affinità fra il corpo e lo Spirito, affinità che è sempre in ragione della preponderanza che, durante la vita, lo Spirito ha dato alla materia. È ragionevole concepire, infatti, che più lo Spirito si è identificato con la materia, più fatica a separarsene. Invece, l'attività intellettuale e morale e l'elevatezza del pensiero operano l'inizio dell'affrancamento anche durante la vita fisica e, quando arriva la morte, la liberazione e quasi istantanea. Tale è il risultato degli studi fatti su tutti gli individui osservati al momento della morte. Queste osservazioni provano inoltre che l'affinità, che in certi individui persiste fra anima e corpo, è qualche volta molto dolorosa, perché lo Spirito può provare orrore per la decomposizione. Questo caso è eccezionale e specifico di un certo genere di vitae di un certo genere di morte. Esso si verifica in alcuni suicidi.
156. La separazione definitiva dell'anima e del corpo può avvenire prima della cessazione completa della vita organica?
«Durante l'agonia, l'anima qualche volta ha già lasciato il corpo, il quale non ha altro che la vita organica. L'individuo non ha più coscienza di sé stesso, e comunque gli resta ancora un soffio di vita. Il corpo è una macchina che il cuore fa funzionare; esiste finché il cuore fa circolare il sangue nelle vene e non ha bisogno dell'anima per questo.»
«Durante l'agonia, l'anima qualche volta ha già lasciato il corpo, il quale non ha altro che la vita organica. L'individuo non ha più coscienza di sé stesso, e comunque gli resta ancora un soffio di vita. Il corpo è una macchina che il cuore fa funzionare; esiste finché il cuore fa circolare il sangue nelle vene e non ha bisogno dell'anima per questo.»
157. Al momento della morte, l'anima qualche volta ha un'aspirazione o
un’estasi che le faccia intravedere il mondo in cui sta per entrare?
«Sovente l'anima sente sciogliersi i legami che la tengono attaccata al corpo. Allora essa fa ogni sforzo per romperli completamente. Già in parte liberata dalla materia, l'anima vede il futuro scorrere davanti a lei e gioisce in anticipo dello stato di Spirito.»
«Sovente l'anima sente sciogliersi i legami che la tengono attaccata al corpo. Allora essa fa ogni sforzo per romperli completamente. Già in parte liberata dalla materia, l'anima vede il futuro scorrere davanti a lei e gioisce in anticipo dello stato di Spirito.»
158. L'esempio del bruco che dapprima
striscia per terra, poi si chiude nel bozzolo, diventa crisalide sotto
una morte apparente, per rinascere con un’esistenza brillante, può
offrirci un'idea della vita terrena, poi del sepolcro, e infine della
nostra nuova esistenza?
«Un'idea in piccolo. L'allegoria è valida, ma dovreste prenderla alla lettera, come sovente vi succede.»
«Un'idea in piccolo. L'allegoria è valida, ma dovreste prenderla alla lettera, come sovente vi succede.»
159. Quale sensazione prova l'anima nel momento in cui si riconosce nel mondo degli Spiriti?
«Dipende. Se si fa il male con l'intenzione di farlo, si prova in un primo momento tutta la vergogna per averlo fatto. Per il giusto e ben differente: l'anima e come alleggerita da un grande peso perché non teme alcuno sguardo indagatore.»
«Dipende. Se si fa il male con l'intenzione di farlo, si prova in un primo momento tutta la vergogna per averlo fatto. Per il giusto e ben differente: l'anima e come alleggerita da un grande peso perché non teme alcuno sguardo indagatore.»
160. Lo Spirito ritrova immediatamente coloro che ha conosciuto sulla Terra e che sono morti prima di lui?
«Sì, secondo l'affetto che egli aveva per loro e quello che essi avevano per lui. Sovente vengono a riceverlo al suo rientro nel mondo degli Spiriti e lo aiutano a liberarsi dai legami della materia. Ritrova anche molti che aveva perduto di vista durante la sua permanenza sulla Terra. Vede quelli che sono erranti, quelli che sono incarnati, e va a trovarli.»
«Sì, secondo l'affetto che egli aveva per loro e quello che essi avevano per lui. Sovente vengono a riceverlo al suo rientro nel mondo degli Spiriti e lo aiutano a liberarsi dai legami della materia. Ritrova anche molti che aveva perduto di vista durante la sua permanenza sulla Terra. Vede quelli che sono erranti, quelli che sono incarnati, e va a trovarli.»
161. Nelle morti violente e accidentali, quando l'organismo non è ancora
stato debilitato dall'età o dalle malattie, la separazione dell'anima e
la cessazione della vita avvengono simultaneamente?
«Generalmente e così, ma in tutti i casi l'istante che li divide e molto breve.»
«Generalmente e così, ma in tutti i casi l'istante che li divide e molto breve.»
162. Dopo la decapitazione, per esempio, l'uomo conserva ancora per qualche istante coscienza di sé stesso?
«Molte volte la conserva per qualche minuto, finché la vita organica non sia completamente estinta. Ma sovente l'apprensione della morte gli fa perdere questa coscienza prima dell'istante del supplizio.»
Si tratta qui solo della coscienza che il suppliziato può avere di sé stesso, come uomo e tramite gli organi, e non come Spirito. Se non ha perduto questa coscienza prima del supplizio, può allora conservarla per alcuni istanti, che sono pero di brevissima durata. Essa cessa necessariamente con la vita organica del cervello, la qual cosa non implica, per questo, che il perispirito sia completamente liberato dal corpo. Anzi, in tutti i casi di morte violenta — quando la morte non è causata dall'estinzione graduale delle forze vitali — i legami che uniscono il corpo al perispirito sono più tenaci e la liberazione completa è più lenta.
«Molte volte la conserva per qualche minuto, finché la vita organica non sia completamente estinta. Ma sovente l'apprensione della morte gli fa perdere questa coscienza prima dell'istante del supplizio.»
Si tratta qui solo della coscienza che il suppliziato può avere di sé stesso, come uomo e tramite gli organi, e non come Spirito. Se non ha perduto questa coscienza prima del supplizio, può allora conservarla per alcuni istanti, che sono pero di brevissima durata. Essa cessa necessariamente con la vita organica del cervello, la qual cosa non implica, per questo, che il perispirito sia completamente liberato dal corpo. Anzi, in tutti i casi di morte violenta — quando la morte non è causata dall'estinzione graduale delle forze vitali — i legami che uniscono il corpo al perispirito sono più tenaci e la liberazione completa è più lenta.