Il Libro degli Spiriti

Allan Kardec

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Popoli degenerati

786. La Storia ci mostra numerosissimi esempi di popoli che, dopo gli sconquassi che li hanno sconvolti, sono ricaduti nella barbarie. Dov’è il progresso in questo caso?

«Quando la vostra casa minaccia di crollare, voi l'abbattete per costruirne una più solida e confortevole. Ma, finché essa non viene ricostruita, nella vostra dimora c’è solo disagio e confusione.

Inoltre, voi dovete ancora tener conto di questo. eravate poveri e vivevate in stamberghe che, diventati ricchi, lasciate per passare ad abitare in un palazzo. Allora altri poveri diavoli, come eravate voi, vanno a prendere il vostro posto nella vostra stamberga, e sono anche molto felici, perché prima non avevano dove rifugiarsi. Orbene, sappiate dunque che gli Spiriti, che si sono incarnati in questo popolo degenerato, non sono i medesimi che lo costituivano ai tempi del suo splendore. Quelli di allora, che erano avanzati, sono andati ad abitare in dimore migliori e hanno progredito, mentre altri meno avanzati hanno preso il loro posto, che a loro volta lasceranno.»

787. Non ci sono farse delle razze ribelli al progresso, per loro stessa natura?

«Sì, ma esse si annientano fisicamente ogni giorno.»


787a. Quale sarà la sorte futura delle anime che animano queste razze?

«Esse arriveranno, come tutte le altre, alla perfezione passando per altre esistenze. Dio non disereda nessuno.»


787b. Pertanto gli uomini più civilizzati hanno potuto essere selvaggi e antropofagi?

«Voi stessi lo siete stati, più di una volta, prima di essere quello che siete.»


788. I popoli sono delle individualità collettive che, come i singoli individui, passano attraverso l'infanzia, lieta matura e la decadenza. Questa verità, confermata dalla Storia, non può far pensare che i popoli più avanzati di questo secolo avranno il loro declino e la loro fine come quelli dell'antichità?

«Certamente. I popoli che vivono della sola vita fisica e la cui grandezza si fonda solo sulla forza e l'espansione territoriale, nascono, crescono e muoiono, perché la forza di un popolo si esaurisce come quella dell'uomo. Quelli, le cui leggi egoistiche contrastano con il progresso dei lumi e la carità, muoiono perché la luce uccide le tenebre e la carità uccide l'egoismo. Ma esiste per i popoli, come per gli individui, la vita dell'anima. Perciò coloro, le cui leggi armonizzano con le leggi eterne del Creatore, vivranno e saranno il faro per altri popoli.»

789. Il progresso riunirà un giorno tutti i popoli della Terra in un'unica nazione?

«No, non in un'unica nazione. Questo e impossibile perché dalla differenza del clima nascono costumi e bisogni diversi, che danno luogo alle nazionalità. Per questo avranno sempre bisogno di leggi adeguate a questi costumi e a queste necessita. Ma la carità non conosce affatto le latitudini ne fa distinzione fra i colori della pelle. Quando la legge di Dio diverrà ovunque la base della legge umana, i popoli praticheranno reciprocamente la carità, come gli individui da uomo a uomo. Allora gli uomini vivranno felici e in pace, perché nessuno cercherà di fare torto al suo vicino, né di vivere a sue spese.»

L'umanità progredisce in virtù degli individui che si perfezionano a poco a poco e si illuminano. Allora, quando questi prevalgono per numero, prendono il sopravvento e trascinano gli altri. Di tanto in tanto sorgono fra loro degli uomini di genio che danno lo slancio, poi degli uomini autorevoli, strumenti di Dio, che in pochi anni fanno avanzare l'umanità di molti secoli.

Il progresso dei popoli mette di nuovo in evidenza quanto sia giusta la reincarnazione. Gli uomini dabbene fanno sforzi encomiabili per far avanzare una nazione moralmente e intellettualmente. La nazione così trasformata sarà più felice in questo e nell'altro mondo, sia pure, ma nel corso della sua lenta marcia attraverso i secoli migliaia di individui muoiono ogni ora. Qual e la sorte di tutti quelli che soccombono durante questo passaggio? La loro relativa condizione di inferiorità li priva della felicita riservata agli ultimi arrivati? Oppure relativa e la loro felicità? La giustizia divina non potrebbe sancire una tale ingiustizia. Per la pluralità delle esistenze, il diritto alla felicita è uguale per tutti perché tutti ereditano il diritto al progresso. Potendo coloro che hanno vissuto al tempo della barbarie ritornare al tempo della civilizzazione presso il medesimo popolo o presso un altro, ne risulta che tutti fruiscono del cammino ascendente.

Ma il sistema dell'unicità delle esistenze presenta qui un'altra difficolta. Secondo questo sistema l'anima viene creata al momento della nascita. Dunque, se un uomo è più avanzato di un altro, è perché Dio ha creato per lui un'anima più avanzata. Perché questo privilegio? Che merito ha, lui che è vissuto non più di un altro, sovente meno di un altro, per essere dotato di un'anima superiore? Ma non consiste in ciò la difficolta maggiore. Una nazione passa, in mille anni, dalla barbarie alla civilizzazione. Se gli uomini vivessero mille anni, si comprenderebbe come in tale arco di tempo avessero la possibilità di progredire; ma tutti i giorni muoiono uomini di tutte le età, si avvicendano incessantemente in modo tale che ogni giorno se ne vedono apparire e scomparire. In capo a mille anni non c’è più traccia degli antichi abitanti. La nazione, da barbara che era, e diventata civilizzata. Chi e che ha progredito? Gli individui un tempo barbari? Ma essi sono morti da lungo tempo. I nuovi venuti? Ma, se la loro anima viene creata al momento della loro nascita, queste anime non esistevano al tempo della barbarie. Bisogna allora ammettere che gli sforzi che si fanno per civilizzare un popolo hanno il potere non di migliorare delle anime imperfette, ma di far sì che Dio crei delle anime più perfette.

Confrontiamo ora questa teoria del progresso con quella data dagli Spiriti. Le anime venute al tempo della civilizzazione hanno avuto la loro infanzia, come tutte le altre, ma esse hanno già vissuto e sono giunte perfezionate da un progresso precedente. Esse vengono attratte da un ambiente che è loro simpatico e adeguato al loro stato attuale. Cosicché le cure prestate alla civilizzazione di un popolo non hanno per effetto quello di creare per l'avvenire delle anime più perfette, ma di attirare quelle che sono già progredite, sia che abbiano già vissuto presso questo stesso popolo al tempo della sua barbarie, sia che vengano da altre parti. In ciò consiste ancora una volta la chiave del progresso di tutta l'umanità. Quando tutti i popoli si troveranno allo stesso livello riguardo al sentimento del bene, la Terra sarà solo il punto di incontro dei buoni Spiriti, che vivranno fra di loro in unione fraterna. I malvagi, invece, trovandovisi respinti e spiazzati, andranno a cercare nei mondi inferiori l'ambiente loro consono, finché non saranno degni di venire nel nostro mondo trasformato. La teoria popolare implica inoltre questa conseguenza, che l'impegno, cioè, per il miglioramento sociale è di vantaggio solo per le generazioni presenti e future. Non è di alcun vantaggio, invece, per le generazioni passate, che hanno avuto il torto di arrivare con troppo anticipo, e che diventano ciò che possono, gravate come sono dal loro carico di barbarie. Secondo la teoria degli Spiriti, invece, gli ulteriori progressi, continui e successivi, sono di vantaggio anche per le generazioni passate che si reincarnano in condizioni migliori e possono così perfezionarsi alla luce della civilizzazione. (Vedere n. 222)