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Il Libro degli Spiriti > LIBRO TERZO — LEGGI MORALI > Capítulo V — Legge di Conservazione > Privazioni volontarie. Mortificazioni
Privazioni volontarie. Mortificazioni
718. La legge di conservazione obbliga l'uomo a provvedere alle necessita del corpo?
«Sì. Senza la forza e la salute il lavoro non è possibile.»
«Sì. Senza la forza e la salute il lavoro non è possibile.»
719. È condannabile l'uomo che ricerca il benessere?
«Il benessere e un'aspirazione naturale. Dio condanna solo l'abuso, perché l'abuso e contrario alla conservazione. Dio non ritiene assolutamente un crimine quello di ricercare il benessere, se questo benessere non viene acquisito a spese degli altri e se non indebolisce né le vostre forze morali né le vostre forze fisiche.»
«Il benessere e un'aspirazione naturale. Dio condanna solo l'abuso, perché l'abuso e contrario alla conservazione. Dio non ritiene assolutamente un crimine quello di ricercare il benessere, se questo benessere non viene acquisito a spese degli altri e se non indebolisce né le vostre forze morali né le vostre forze fisiche.»
720. Le privazioni volontarie, in vista di un'espiazione egualmente volontaria, hanno un merito agli occhi di Dio?
«Fate del bene al prossimo e maggiormente meriterete.»
720a. Ci sono delle privazioni volontarie che sono meritorie?
«Sì. La privazione dei piaceri dei beni inutili, perché libera l'uomo dalla materia ed eleva la sua anima. Meritorio è resistere alla tentazione che spinge agli eccessi e al godimento di cose inutili; meritorio e detrarre qualcosa dal proprio necessario per darlo a chi non ha abbastanza. Se la privazione non è che una vana simulazione, è una beffa.»
«Fate del bene al prossimo e maggiormente meriterete.»
720a. Ci sono delle privazioni volontarie che sono meritorie?
«Sì. La privazione dei piaceri dei beni inutili, perché libera l'uomo dalla materia ed eleva la sua anima. Meritorio è resistere alla tentazione che spinge agli eccessi e al godimento di cose inutili; meritorio e detrarre qualcosa dal proprio necessario per darlo a chi non ha abbastanza. Se la privazione non è che una vana simulazione, è una beffa.»
721. La vita di mortificazioni
ascetiche è stata praticata per tutta L’antichità e presso vari popoli. È
essa meritoria sotto un qualunque aspetto?
«Domandatevi a chi essa serva e avrete la risposta. Se serve solamente a colui che la pratica e gli impedisce di fare del bene, si tratta di egoismo, qualunque sia il pretesto con cui la si ammanti. Fare delle rinunce e lavorare per gli altri è la vera mortificazione, secondo la carità cristiana.»
«Domandatevi a chi essa serva e avrete la risposta. Se serve solamente a colui che la pratica e gli impedisce di fare del bene, si tratta di egoismo, qualunque sia il pretesto con cui la si ammanti. Fare delle rinunce e lavorare per gli altri è la vera mortificazione, secondo la carità cristiana.»
722. L'astensione da certi alimenti, prescritta presso vari popoli, è fondata sulla ragione?
«Tutto ciò di cui l'uomo può nutrirsi senza pregiudizio per la sua salute e permesso. Però alcuni legislatori hanno deciso di interdire certi alimenti per uno scopo utile e, per dare maggior credito alle loro leggi, le hanno presentate come emanate da Dio.»
«Tutto ciò di cui l'uomo può nutrirsi senza pregiudizio per la sua salute e permesso. Però alcuni legislatori hanno deciso di interdire certi alimenti per uno scopo utile e, per dare maggior credito alle loro leggi, le hanno presentate come emanate da Dio.»
723. L'alimentazione di carne animale e, presso l'uomo, contraria alla legge di natura?
«Nella vostra costituzione fisica, la carne nutre la carne, altrimenti l'organismo umano deperisce. La legge di conservazione fa dovere all'uomo di conservare le sue forze e la sua salute per assolvere la legge del lavoro. Egli, dunque, deve nutrirsi secondo ciò che il suo organismo richiede.»
«Nella vostra costituzione fisica, la carne nutre la carne, altrimenti l'organismo umano deperisce. La legge di conservazione fa dovere all'uomo di conservare le sue forze e la sua salute per assolvere la legge del lavoro. Egli, dunque, deve nutrirsi secondo ciò che il suo organismo richiede.»
724. L'astenersi dal nutrimento animale o altro, come espiazione, è meritorio?
«Sì. Se ci si priva per gli altri. Ma Dio non può vedere mortificazione dove non c’è privazione seria e utile. È per ciò che noi diciamo che quelli che si privano solo in apparenza sono degli ipocriti.» (Vederen. 720)
«Sì. Se ci si priva per gli altri. Ma Dio non può vedere mortificazione dove non c’è privazione seria e utile. È per ciò che noi diciamo che quelli che si privano solo in apparenza sono degli ipocriti.» (Vederen. 720)
725 Che pensare delle mutilazioni operate sul colpo dell'uomo o degli animali?
«A che proposito una simile domanda? Domandatevi pertanto ancora una volta se una cosa e utile. Ciò che è inutile non può essere gradito a Dio, e ciò che nuoce Gli è sempre sgradito. Sappiatelo bene, Dio e sensibile solo ai sentimenti che elevano l'anima verso di Lui. È praticando la Sua legge che potrete scuotere la materia terrena. Non certo violandola.»
«A che proposito una simile domanda? Domandatevi pertanto ancora una volta se una cosa e utile. Ciò che è inutile non può essere gradito a Dio, e ciò che nuoce Gli è sempre sgradito. Sappiatelo bene, Dio e sensibile solo ai sentimenti che elevano l'anima verso di Lui. È praticando la Sua legge che potrete scuotere la materia terrena. Non certo violandola.»
726. Se le sofferenze di questo mondo
ci elevano a seconda del modo in cui le sopportiamo, ci si può elevare
anche con quelle che ci si crea volontariamente?
«Le sole sofferenze che elevano sono quelle naturali, perché vengono da Dio. Le sofferenze volontarie non servono a niente, quando non contribuiscano affatto al bene altrui. Credete forse che quelli che abbreviano la loro vita con rigori sovrumani, come fanno i bonzi, i fachiri e certi fanatici di parecchie sette, avanzino nel loro cammino? Perché non lavorano piuttosto per il bene dei loro simili? Che vestano il bisognoso, che consolino chi piange, che lavorino per colui che è infermo, che sopportino delle privazioni per il sollievo degli infelici. Allora il loro cammino sarà utile e gradito a Dio. Quando nelle sofferenze che si patiscono volontariamente, uno ha presente solo sé stesso, allora si tratta di egoismo. Quando si soffre per gli altri, allora si tratta di carità. Questi sono i precetti di Cristo.»
«Le sole sofferenze che elevano sono quelle naturali, perché vengono da Dio. Le sofferenze volontarie non servono a niente, quando non contribuiscano affatto al bene altrui. Credete forse che quelli che abbreviano la loro vita con rigori sovrumani, come fanno i bonzi, i fachiri e certi fanatici di parecchie sette, avanzino nel loro cammino? Perché non lavorano piuttosto per il bene dei loro simili? Che vestano il bisognoso, che consolino chi piange, che lavorino per colui che è infermo, che sopportino delle privazioni per il sollievo degli infelici. Allora il loro cammino sarà utile e gradito a Dio. Quando nelle sofferenze che si patiscono volontariamente, uno ha presente solo sé stesso, allora si tratta di egoismo. Quando si soffre per gli altri, allora si tratta di carità. Questi sono i precetti di Cristo.»
727. Se non ci si devono creare delle sofferenze volontarie, che non
sono di alcuna utilità per gli altri, si deve allora cercare di
preservarsi da quelle che si prevedono o che ci minacciano?
«L'istinto di conservazione è stato dato a tutti gli esseri contro i pericoli e le sofferenze. Fustigate il vostro spirito e non il vostro corpo, mortificate il vostro orgoglio, soffocate il vostro egoismo simile a un serpente che vi rode il cuore, e farete di più per il vostro avanzamento che con dei rigori che peraltro non sono più dei nostri tempi.»
«L'istinto di conservazione è stato dato a tutti gli esseri contro i pericoli e le sofferenze. Fustigate il vostro spirito e non il vostro corpo, mortificate il vostro orgoglio, soffocate il vostro egoismo simile a un serpente che vi rode il cuore, e farete di più per il vostro avanzamento che con dei rigori che peraltro non sono più dei nostri tempi.»