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IL CIELO E L'INFERNO OVVERO LA GIUSTIZIA SECONDO LO SPIRITISMO > PARTE PRIMA - DOTTRINA > Capitolo VI - DOTTRINA DELLE PENE ETERNE > Origine della dottrina delle pene eterne > 7
7. Per degli uomini che non
avevano che una confusa nozione della spiritualità dell'anima, l'idea
del fuoco materiale non aveva niente di traumatizzante, anche perché
essa sussisteva nella credenza popolare, attinta in quella dell'inferno
dei pagani, quasi universalmente diffusa. L'eternità della pena non
aveva nulla che ripugnasse a della gente sottomessa da secoli alla
legislazione del terribile Geova. Nel pensiero di Gesù, il fuoco eterno
non poteva dunque essere che una immagine; poco gli importava che questa
immagine fosse presa alla lettera, dal momento che essa doveva servire
da freno. Egli sapeva bene che il tempo e il progresso avrebbero dovuto
assumersi l'incarico di farne comprendere il senso allegorico,
soprattutto allorché, secondo la sua predizione, lo Spirito di Verità sarebbe venuto a illuminare gli uomini su tutte le cose.
Il carattere essenziale delle pene irrevocabili sta nell'inefficacia del pentimento. Ora, mai Gesù ha detto che il pentimento non avrebbe trovato grazia davanti a Dio. Al contrario, in ogni occasione, egli ci mostra un Dio clemente, misericordioso, pronto a ricevere il figliol prodigo rientrato sotto il tetto paterno. Egli ci mostra un Dio inflessibile solo verso il peccatore irriducibile; ma se Egli tiene il castigo in una mano, nell'altra tiene sempre il perdono ed è pronto a riversarlo sul colpevole non appena questi ritorna sinceramente a lui. Questa non è di certo la rappresentazione di un Dio senza pietà. C'è anche da notare che Gesù non ha mai pronunciato contro nessuno, neppure contro i più grandi colpevoli, delle condanne irrevocabili.
Il carattere essenziale delle pene irrevocabili sta nell'inefficacia del pentimento. Ora, mai Gesù ha detto che il pentimento non avrebbe trovato grazia davanti a Dio. Al contrario, in ogni occasione, egli ci mostra un Dio clemente, misericordioso, pronto a ricevere il figliol prodigo rientrato sotto il tetto paterno. Egli ci mostra un Dio inflessibile solo verso il peccatore irriducibile; ma se Egli tiene il castigo in una mano, nell'altra tiene sempre il perdono ed è pronto a riversarlo sul colpevole non appena questi ritorna sinceramente a lui. Questa non è di certo la rappresentazione di un Dio senza pietà. C'è anche da notare che Gesù non ha mai pronunciato contro nessuno, neppure contro i più grandi colpevoli, delle condanne irrevocabili.