4. Per liberarsi dalle paure
della morte, bisogna poter considerare questa sotto il suo vero punto
di vista, vale a dire esser penetrati con il pensiero nel mondo
spirituale ed essersene fatti un'idea quanto più esatta possibile. Ciò
denota da parte dello Spirito incarnato una certa evoluzione e una certa
attitudine a liberarsi dalla materia. Presso coloro che non sono
sufficientemente avanzati, la vita materiale prevale ancora sulla vita
spirituale.
Attaccandosi alle apparenze, l'uomo non vede la
vita che nel suo corpo, mentre la vita reale è nell'anima. Quando il
corpo viene privato della vita, ai suoi occhi tutto è perduto, ed egli
se ne dispera. Se, invece di concentrare il suo pensiero sul
rivestimento esteriore, egli lo spostasse sull'origine stessa della
vita, sull'anima che è l'essere reale che sopravvive a tutto, egli
rimpiangerebbe meno il corpo, fonte di miserie e dolori. Ma, per questo,
è necessaria una forza che lo Spirito non acquisisce che con la
maturità.
La paura della morte nasce dunque
dall'insufficienza delle nozioni sulla vita futura. Ma essa denota il
bisogno di vivere e la paura che la distruzione del corpo non sia la
fine di tutto. La paura è anche provocata dal segreto desiderio della
sopravvivenza dell'anima, ancora offuscato dall'incertezza.
La paura si affievolisce nella misura in cui aumenta la certezza e scompare quando la certezza è completa.
Ecco il lato provvidenziale della questione. Sarebbe saggio, però,
non abbagliare l'uomo la cui ragione non fosse ancora abbastanza forte
da sopportare la prospettiva troppo positiva e seducente di un futuro
che gli potesse far trascurare il presente, necessario al suo
avanzamento materiale e intellettuale.