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IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO > Capitolo XVIII - MOLTI SONO I CHIAMATI, MA POCHI GLI ELETTI > La porta stretta > 5
5. La
porta della perdizione è larga, perché le cattive passioni sono
numerose e la via del male è frequentata dalla maggioranza. Quella della
salvezza è stretta, perché l'uomo che vuole varcarla deve fare grandi
sforzi su se stesso per vincere le cattive tendenze, cosa a cui pochi si
rassegnano. È il completamento della massima «Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».
Tale è lo stato attuale dell'umanità terrena, poiché, essendo la Terra un mondo di espiazione, il male vi predomina; ma quando sarà trasformata, il cammino del bene sarà il più frequentato. Queste parole devono dunque essere intese in senso relativo e non in senso assoluto. Se tale dovesse essere lo stato normale dell'umanità, Dio avrebbe volontariamente votato alla perdizione la grande maggioranza delle Sue creature; ipotesi inammissibile, dal momento che si riconosce che Dio è somma giustizia e somma bontà.
Ma di quali colpe questa umanità si sarebbe potuta rendere responsabile per meritare una sorte così triste, nel suo presente e nel suo futuro, se essa era tutta relegata sulla Terra, e se l'anima non aveva altre esistenze? Perché tante traversie disseminate lungo il suo cammino? Perché questa porta così stretta da permettere di superarla solo a un piccolo numero, se la sorte dell'anima è fissata definitivamente dopo la morte? È così, con la concezione di un'unica esistenza, che ci si trova incessantemente in contraddizione con se stessi e con la giustizia di Dio. Con la preesistenza dell'anima e la pluralità dei mondi, l'orizzonte si amplia, si fa luce sui punti oscuri della fede, il presente, il futuro e il passato sono tra loro strettamente legati. Solamente così si può comprendere tutta la profondità, tutta la verità e tutta la saggezza delle massime di Cristo.
Tale è lo stato attuale dell'umanità terrena, poiché, essendo la Terra un mondo di espiazione, il male vi predomina; ma quando sarà trasformata, il cammino del bene sarà il più frequentato. Queste parole devono dunque essere intese in senso relativo e non in senso assoluto. Se tale dovesse essere lo stato normale dell'umanità, Dio avrebbe volontariamente votato alla perdizione la grande maggioranza delle Sue creature; ipotesi inammissibile, dal momento che si riconosce che Dio è somma giustizia e somma bontà.
Ma di quali colpe questa umanità si sarebbe potuta rendere responsabile per meritare una sorte così triste, nel suo presente e nel suo futuro, se essa era tutta relegata sulla Terra, e se l'anima non aveva altre esistenze? Perché tante traversie disseminate lungo il suo cammino? Perché questa porta così stretta da permettere di superarla solo a un piccolo numero, se la sorte dell'anima è fissata definitivamente dopo la morte? È così, con la concezione di un'unica esistenza, che ci si trova incessantemente in contraddizione con se stessi e con la giustizia di Dio. Con la preesistenza dell'anima e la pluralità dei mondi, l'orizzonte si amplia, si fa luce sui punti oscuri della fede, il presente, il futuro e il passato sono tra loro strettamente legati. Solamente così si può comprendere tutta la profondità, tutta la verità e tutta la saggezza delle massime di Cristo.